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TESTO Non vi lascerò orfani

mons. Antonio Riboldi

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VI Domenica di Pasqua (Anno A) (05/05/2002)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Voglio comunicare la mia grandissima gioia nel vivere questa domenica 5 Maggio, in compagnia del S. Padre, in visita pastorale alla Chiesa di Ischia. Credo che tantissimi conoscano la bellezza di quest'isola. Ed in tanta parte del mondo è celebre per la cura dei fanghi. In un tempo caratterizzato da tanta tristezza o forse peggio da tanto pessimismo, che è il nemico della speranza, che deve essere in noi la virtù necessaria per camminare con forza ed affrontare la vita con coraggio, commuove chiunque, anche solo pensare come il Santo Padre non bada affatto alle sue non buone condizioni di salute, che normalmente suggeriscono il riposo, ma obbedisce allo slancio missionario, che è la sua grande forza e viene accanto a noi a confermarci nella fede. Viene proprio da dirgli; "Grazie Santo Padre, per la grande testimonianza di pastore che dà continuamente non solo ai cristiani, ma a tutto il mondo, credente o no. "Con me porterò il cuore di tutti i miei amici di Internet, che sono certo condividono la mia gioia e il mio grazie. Stiamo vivendo un tempo così pieno di fatti incresciosi, che tante volte non trovano spiegazione. Non la trovano l'assurdo assedio alla Basilica della Natività di Gesù a Betlemme. Ripenso tante volte a quella piccola grotta, che è nella basilica, una grotta quasi nascosta sotto la basilica stessa e che ogni volta visiti, senti il cuore scoppiare di gioia, credendo che lì ha incominciato a conoscere la nostra vita terrena Colui che ha fatto cielo e terra e senza del Quale, come dice Giovanni l'Evangelista, "nulla vi sarebbe di tutto ciò che esiste". E colpisce ancora di più "vedere" come Chi ci ha tanto amato, da dare la vita per noi, abbia come messo in disparte la sua grandezza per scegliere quella disarmante povertà che è la sola capacità di farsi totalmente dono nell'amore. Così come non trovano una spiegazione fatti di sangue come i tanti inspiegabili "massacri", come quello avvenuto in una scuola di Germania...e tanti altri. A volte si ha come l'impressione che l'uomo abbia smarrito la ragione e si sia perso in un dedalo, che è come precipitare in un abisso senza uscita. E questo può capitare anche a tanti di noi, quando viviamo situazioni che non trovano soluzioni e danno l'impressione che la vita sia giunta al capolinea. Viene in soccorso la Parola di Dio di oggi.. Giovanni racconta nel Vangelo le ultime raccomandazioni di Gesù. Gesù sa che è vicino il momento più cruciale ma anche il momento più sublime dell'amore, ossia il momento della sua morte e resurrezione. Il momento in altre parole in cui si sarebbe come allontanato dai suoi. Lui sa molto bene quale sicurezza infondeva la sua presenza fisica tra quanti Lo seguivano. Era "la certezza nel cammino" che un poco tutti inseguiamo, a volte non trovandola. Ricordo molto bene - e credo lo ricordano quanti hanno vissuto i giorni prima della morte del beato Giovanni XXIII. Era una immensa folla quella che sostava in piazza S. Pietro a pregare, perché il Signore concedesse che "restasse ancora tra di noi". Papa Giovanni era entrato così profondamente nella coscienza del mondo, che non si accettava che lui non ci fosse più. Come se spegnendosi lui si spegnesse la stessa speranza. Capita, in piccolo, anche a noi, quando poniamo la nostra forza nel cammino della vita in qualche persona a noi cara ed in cui riponiamo gioia e speranza. Può essere papà, mamma, un fidanzato, una persona cara. Non riusciamo a staccarci. Si ha come l'impressione che si spenga la luce su di noi e dentro di noi, lasciando tutto lo spazio al buio, in cui non si può camminare. Ed allora Dio afferma qualcosa che va aldilà delle nostre stesse ragioni, sconfinando nell'infinito dell'amore che, quando si fa vicino, si fa vicino per sempre e dice che Lui apparentemente, fisicamente ci lascia, avendo terminato una parte della sua missione tra di noi, ma assicurando che la sua missione, ossia la sua presenza continuerà, sotto altra forma. Ma l'importante sarà sapere che sulla sua presenza si può contare totalmente, come se non fosse mai partito dalla terra. Gesù disse: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti" Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi. e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più: voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui" (Gv.14,15-21). Ci sono in queste parole due affermazioni che davvero rivelano la delicatezza di Gesù ieri e oggi. "Vi manderò un Consolatore...non vi lascerò orfani". Sembra quasi di leggere nelle parole del Signore tutto lo smarrimento che poi avverrà, quando Lui sulla croce quasi scomparirà dalla loro vista. E tutti possiamo immaginare la grande sofferenza, direi la paura, di essere lasciati soli, "orfani". E' un grande vuoto dell'anima. Quel vuoto che anche noi tante volte proviamo. Chi di noi non ha provato il senso quasi della morte, quando attorno pare non esistiamo più per nessuno, come non esistessimo? E' un brutto momento che porta tanti ad atti di disperazione, che arrivano alla follia inspiegabile. Questo ci conferma una grande verità. L'uomo non è stato creato per essere solo. Lo ha subito pensato Dio quando creò Adamo. "Dio vide che non era bene che l'uomo fosse solo: gli farò un aiuto adatto a lui" E così creò la donna tratta da una costola di Adamo quasi per sottolineare quanto tutti siamo parte gli uni degli altri. Abbiamo veramente bisogno che ci sia qualcuno che ci ami davvero. Ci sia vicino: ci doni conforto nei momenti di tristezza: ci faccia coraggio nelle inevitabili contrarietà della vita. E Gesù offre la sua eterna compagnia "Non vi lascerò orfani...Vi manderò un Consolatore". Ed è così. Basta conoscere un uomo di vera fede per toccare con mano come sia vero che lo Spirito di Gesù è capace di consolare fino a dare il sorriso anche nelle peggiori circostanze. Possiamo essere "orfani" di papà e mamma, ma mai e poi mai orfani del Padre, che non conosce sosta nel volerci bene. E tante volte Gesù si fa consolazione con l'amore dei fratelli. Come è vero che, a volte un amico che comprende la nostra solitudine, con il suo amore è capace di strapparci dalla sofferenza! Diventiamo anche noi "soffio dello Spirito" per i tanti, ma tanti, che oggi sentono il bisogno di conforto. Siamo nel mese della Madonna, il mese particolarmente dedicato alla nostra Mamma celeste. Il mese di Maria che solitamente noi ricordiamo e preghiamo con la recita del S. Rosario: una preghiera che è lo stare con Gesù, scorrendo la sua vita con noi nei misteri. Vorrei fare dono ai miei lettori di una preghiera famosa a Maria, che si adatta proprio al Vangelo di questa domenica: "Santa Maria, Madre di Dio, - conservami un cuore di fanciullo - puro e limpido come una sorgente. Ottienimi un cuore semplice che non si ripieghi nelle proprie tristezze: - un cuore generoso nel donarsi, pieno di tenera compassione: - un cuore fedele e aperto che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore per alcun male. Creami un cuore dolce e umile che ami senza esigere di essere riamato - contento di scomparire in altri cuori, sacrificandosi davanti al tuo Figlio divino. - Un cuore grane e indomabile che nessuna ingratitudine possa chiudere e nessuna indifferenza stancare. Un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, ferito dal suo amore, con una piaga che non rimargini se non in cielo" (De Grandemaison)

 

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