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TESTO Commento su Matteo 5,1-12

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/06/2008)

Vangelo: Mt 5,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Beati i poveri...gli afflitti...i miti...i misericordiosi...i puri di cuore...gli operatori di pace... Rallegratevi ed esultate..."

Come vivere questa Parola?

In questo bellissimo discorso della montagna di Galilea, Gesù si mette ad ammaestrare i discepoli; insegna loro che seguire la sua strada richiede un nuovo modo di pensare, di vedere, di concepire il regno di Dio. Nel libro 'Gesù di Nazaret', il Papa spiega a proposito, come le beatitudini vanno lette nel contesto della Bibbia per capirle fino in fondo, perché sono la trasposizione della croce e della risurrezione nella vita del discepolo: "Il loro significato non può essere spiegato solo in modo teorico: viene proclamato nella vita, nella sofferenza e nella misteriosa gioia del discepolo, che si è donato interamente al seguito del Signore".

Quindi il modello per il discepolo è Gesù stesso che ha vissuto le beatitudini nella propria vita fino alla morte di croce e così ha per sempre capovolto e trasformato i valori del mondo, offrendo ad ogni persona la promessa di beatitudine in questa vita e poi nella vita eterna.

Matteo, nel suo vangelo, presenta Gesù come il vero Beato, il Povero che non aveva dove posare il capo (Mt.8,20), il Mite che può dire con autorità: "Venite a me che sono mite e puro di cuore..." (Mt 11,28), l'Uomo di pace che soffre in persona per il regno di giustizia e di pace.

In qualche modo anche noi siamo poveri, affamati, in pianto; siamo alle volte rigettati, perseguitati, presi di mira, perché cerchiamo di vivere e testimoniare le realtà dell'oltre che chi non crede, fatica a comprendere. Non dobbiamo lasciarci spaventare o cedere ai compromessi: Gesù ci chiama beati perché la Promessa si realizza già per noi che accettiamo le sofferenze così come si presentano, giorno per giorno, riconoscendole con gli occhi della fede come nient'altro che la trasposizione della croce e della risurrezione nella nostra storia. Questa nostra vita di testimonianza della speranza in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo diventa in se stessa un invito ai fratelli ad accogliere la promessa delle beatitudini.

Oggi, nel mio spazio di silenzio, rileggo le Beatitudini e mi domando se sono veramente cosciente della mia dignità di figlio/figlia di Dio e discepolo/a di Gesù.

Signore Gesù, ti ringrazio per il dono della fede e ti chiedo di aprirmi a vivere con più consapevolezza i valori delle beatitudini, per essere veramente tuo amico; e alla tua sequela raggiungere il Regno promesso con tutti coloro che tu mi poni accanto.

La voce del Papa

Se l'uomo comincia a guardare e a vivere a partire da Dio, se cammina in compagnia di Gesù, allora vive secondo nuovi criteri e allora un po' di èschaton, di ciò che deve venire, è già presente adesso. A partire da Gesù entra gioia nella tribolazione.
Benedetto XVI

 

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