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TESTO Commento su Paolo Vi

don Ezio Stermieri  

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno C) (07/04/2007)

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Visualizza Lc 24,1-12

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

"Questa è le notte" ci ha ripetuto l'Exultet, l'antico inno che invita alla gioia, al canto dell'Alleluja, in cui la Santa Madre Chiesa ci guida attraverso la nuova via, Cristo, verso un nuovo Esodo: dalla tenebra che avvolge enigmaticamente l'esistenza umana alla Luce, dalla schiavitù del peccato che promette libertà all'odio, alla inimicizia, all'ingiustizia alla libertà che rende liberi; dall'esperienza del morire alla consolante scoperta che il muro è stato abbattuto, la nostra carne attraversata dalla energia della Risurrezione di Cristo sarà per sempre in Dio meta e premio, terra e legge del nostro esodo e del nostro essere, qui, pellegrini.

È Cristo Risorto che illumina la creazione come atto d'amore. È Lui la luce iniziale che purifica, riscalda, pone in essere ogni cosa che da Lui prende senso e consistenza. È Lui l'Esodo definitivo che rende eterna l'Alleanza della Pasqua di cui il popolo di Israele è segno e primizia prima che il sangue di Cristo l'allargasse a tutta l'umanità. È Lui l'acqua, il pane, il vino nuovo per il tragitto del deserto, per non venir meno ed entrare con il suo comandamento 'nuovo' del nuovo umanesimo, quello che noi questa notte annunciamo: il cristianesimo, perché anche ognuno di noi nel Battesimo ne è diventato popolo e proprio ora trasmettiamo ai nati delle nostre famiglie. Ricevendo così il suo Spirito, noi alla mensa della sua Parola e della sua Eucaristia diventiamo 'creature nuove', avvertiamo in noi la forza che diventa coraggio, risoluzione, proposito, impegno per essere, vivere e testimoniare il nostro essere di Cristo e dunque cristiani.

Con Lui ognuno di noi passa questa notte da una fede tiepida ed intermittente alla risoluzione di vivere in Lui, per Lui e con Lui il proprio essere famiglia, la propria appartenenza alla comunità dei discepoli, allo stupendo impegno di umanizzare e dunque dare significato alle età della vita, al lavoro, al vivere sociale, politico, culturale, all'impegno di generosità e gratuità per rendere meno ingiusto e sperequato il mondo in cui viviamo. Partendo da Lui è investita di luce la nostra nascita, il perché Dio abbia chiamato ed inscritto nell'io di ciascuno, il perché siamo in questo mondo: amare, amare non per istinto, ma liberamente e gratuitamente per amare per sempre oltre la morte e benedire e cantare il nostro Alleluia a Colui che ci ha chiamati, guidati, perdonati e salvati, iscritti nella famiglia di Dio come figli e dunque eredi del Figlio del "per sempre" di Dio.

È questa la notte che non conosce tramonto in cui tempo ed eternità si uniscono, in cui vorremmo che la nostra flebile voce diventasse squillo per dire a tutti la nostra felicità di essere chiesa, depositari e mandatari di una notizia che può restituire gioia a tutta l'umanità: La Morte è vinta e dunque la nostra vita non è inutile, non è un "vuoto a perdere", ogni cosa buona della nostra vita sarà per sempre, sarà in Dio la nostra eternità.

L'uomo non è una passione inutile e la nostra vita è un appassionarci per Cristo.
"Ogni cosa abbiamo in Cristo
e per noi Cristo è tutto.
Se vuoi curare le tue ferite,
Cristo è medico
Se sei assetato per le febbri,
Egli è sorgente
Se sei schiacciato dall'iniquità,
Egli è Giustizia
Se hai bisogno di aiuto,
Egli è la virtù
Se sei sbigottito dalla morte,
Egli è la Vita
Se desideri le cose del Cielo,
Egli è la via
Se fuggi dalla tenebre,
Egli è la luce
Se ti senti affamato,
Egli è Alimento
Gustate e vedete come è buono il Signore
Beato chi spera in Cristo" (Paolo VI)

È Lui difatti la nostra Pasqua e passando salva la nostra vita.

 

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