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TESTO la fede interpreta la vita

don Ezio Stermieri  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (19/08/2007)

Vangelo: Lc 12,49-57 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

La Parola, che da sola definisce il cristiano un uomo di Fede perché nutre nel cuore la speranza e ha la capacità di lettura di vedere nella sua vicenda personale e nella storia Dio all'opera (porterà a compimento quanto ha iniziato), è destinata (la fede!) a diventare "interpretazione", visione di insieme delle cose ed in radice è l'origine dell'ethos, dell'atteggiamento cristiano. Nel pensiero di Gesù è il discernimento. "Sapete giudicare (con la scienza!) l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?" E non si tratta più di scienza dei "quanti", ma di "sapienza" che diventa valutazione del tempo come occasione di salvezza, per salvare la propria vita. A questa parola si è voluto dare una infinità di significati, una volta superata la imperdonabile cosificazione della grazia e avvertendola come una nuova inclinazione, una nuova forza gravitazionale che libera dal di dentro restituendo la forza di ritornare ad amare, a donarsi, a sentirsi attratti verso il "per sempre" che Dio, in Gesù suo figlio, ha detto all'uomo. Ma ultimamente si è voluto dare alla salvezza il senso che si è dato a Gesù Cristo. E quando si è pensato che non ci sia un "oltre" a quella vita e si è fatto di Gesù un maestro, un moralizzatore, un riformatore della religione, un uomo normativo, un involontario ma reale principio di visione politica... allora la salvezza non è più riuscita ad andare oltre il "mondano"... la "previsione" del tempo è stata morale, politica, ideologica ma si è svuotata nel "senso" cristiano.

Proviamo a riascoltare il magnifico passo della odierna lettera agli Ebrei. Passo così decisivo della coscienza cristiana da informare di sé perfino la chiesa-edificio. Lo "sguardo" per capire è su "Gesù": non un'idea ma una persona storica ma non solo storica: è autore e perfezionatore della fede; è assiso alla destra di Dio. La fede in Lui non è più solo mondana. È circondato da un gran numero di testimoni: la fede diventa interpretazione della storia... prendiamo la forza (della fede) per non stancarci, non perderci d'animo, assumiamoci la giusta valutazione delle cose e la loro relatività.

Questa la fede che salva perché discernimento: mette in fila, in ordine le cose, secondo l'ordine che Dio vi ha posto nel cuore dell'uomo per poter discernere. La fede di Geremia (1a lett.), la fede di Gesù, la fede degli apostoli e dei martiri, la fede di cui siamo depositari, responsabili e trasmettitori, la fede che riconcilia scienza e sapienza

 

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