TESTO Commento su Os 11,8
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Sacratissimo Cuore di Gesù (Anno A) (30/05/2008)
Brano biblico: Os 11,8
25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Dalla Parola del giorno
Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
Come vivere questa Parola?
Questa stupenda pagina di Osea ben si inserisce nella festa del Sacro Cuore, mostrando quel volto di Dio Padre, troppo spesso ignorato.
Gesù ha detto: "Io e il Padre siamo una cosa sola". L'amore che vediamo riflesso nel volto di Gesù è lo stesso amore che ha spinto il Padre a inviare il Figlio perché il mondo fosse salvato, questo mondo che Egli "ha tanto amato", come ricorda Giovanni nel suo vangelo.
L'amore è quanto costituisce la natura di Dio.
DA SEMPRE Dio ci ha amati e l'Antico Testamento ne reca l'impronta. Da quella prima immagine, espressione di tenera prevenienza, con cui la Genesi lo descrive nell'atto di rivestire Adamo ed Eva, a quella della madre che non può dimenticare il frutto del suo grembo (Isaia), a questa del padre che si china sul piccolo per dargli da mangiare, tutto trasuda amore. Amore tenero, amore geloso di chi non si rassegna a perdere l'amato. Amore che si fa carezzevole o sferzante come un grido appassionato, ma sempre amore.
L'uomo può allontanarsi dal suo Creatore col peccato, può dimenticarsi di Lui, ma Dio continuerà a inseguirlo con 'ostinata tenerezza', pur rispettandone la libertà, perché il suo cuore di Padre "si commuove dentro di Lui, il suo intimo freme di compassione". Per questo possiamo sempre riprendere la strada di casa, come il figlio prodigo, certi che la porta è spalancata e, più ancora, le braccia del Padre sono protese per riaccoglierci e restituirci la dignità che abbiamo calpestato.
Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò in atteggiamento contemplativo in questo alveo dell'amore di Dio. Me ne lascerò pervadere coscientemente e lascerò che il mio cuore si effonda nell'umile e gioioso ringraziamento.
Mio Dio, come è bello poterti chiamare Padre! Cosa può dirti questo piccolo frammento di universo, se non esplodere di gioia e di riconoscenza?
La voce di un fondatore
Cristo non aveva soldati, non ne volle avere mai. Non sparse il sangue di nessuno, non incendiò la casa di nessuno. Non volle inciso il suo nome sulle rocce dei monti, ma nei cuori degli uomini!
S. Luigi Orione