TESTO Commento su Giovanni 20,19-23
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Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (11/05/2008)
Vangelo: Gv 20,19-23

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Oggi, con tutta la Chiesa, celebriamo la Pentecoste. Questa parola significa semplicemente che sono trascorsi cinquanta giorni dalla Pasqua: e quante cose sono accadute in questi cinquanta giorni!
Proprio le letture di oggi ci aiutano a fare una specie di riassunto. Infatti, se prestiamo attenzione, possiamo notare una cosa singolare: per seguire lo scorrere del tempo, dovremmo leggere prima il Vangelo e poi la Prima lettura! Infatti, il racconto che ci fa l'evangelista Giovanni parla di ciò che è accaduto la sera del giorno di Pasqua, proprio il giorno della Resurrezione. Invece, i fatti raccontati dall'evangelista Luca negli Atti degli Apostoli, riguardano il giorno di Pentecoste.
In mezzo a questi due momenti ci sono tutti gli incontri di Gesù risorto con i suoi amici, tutte le cose che ha loro insegnato e ricordato in quei quaranta giorni specialissimi fino all'Ascensione. Il Maestro e Signore ha già salutato i suoi amici, come abbiamo ricordato domenica scorsa, tornando al Padre definitivamente. Ma ha promesso di inviare lo Spirito Santo, il solo che ha la forza d'amore per rendere presente Gesù anche ora che è tornato al Padre. Lo Spirito Santo, come ormai sappiamo bene, è l'unico che ci fa ricordare e vivere quello che Gesù ci ha insegnato. Soltanto lo Spirito Santo ci rende capaci di amare come Gesù.
Che cosa avviene dunque, a Pentecoste?
Per non perderci e andare con ordine, partiamo proprio dal Vangelo. Dunque, torniamo indietro con la memoria a cose che ci siamo già detti nelle domeniche passate: siamo nella sera di Pasqua, i discepoli se ne stanno nascosti per paura di essere riconosciuti come seguaci di Gesù, ed ecco che Lui, proprio Lui, il Maestro, si presenta Risorto davanti agli Apostoli spaventati e regala loro la gioia immensa di scoprire che è vivo. Stando in mezzo ai suoi amici, il Signore compie un gesto strano: "soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".
Gesù sta già donando lo Spirito, proprio in questo momento, e lo fa con un gesto delicatissimo: soffia verso i discepoli. Perché lo Spirito Santo sgorga dal cuore del Padre e del Figlio Gesù, proprio come il respiro che nasce da dentro di noi!
Provate a fare un bel respiro con il naso e poi soffiate l'aria dalla bocca sulla vostra mano. Coraggio, facciamolo insieme. Sentite che l'alito che esce dalla bocca è caldo? Perché l'aria fresca che abbiamo intorno è passata dal naso nel nostro corpo e quando la soffiamo fuori si porta dentro un po' del calore che abbiamo dentro di noi.
Gesù soffia verso i discepoli e lo Spirito che è nel suo cuore si diffonde come una carezza leggera leggera sopra gli Apostoli riuniti.
Questo primo soffio dello Spirito che Gesù fa', ha uno scopo molto preciso: dona agli Apostoli il potere di perdonare i peccati. Questo potere appartiene solo a Dio e durante gli anni della sua missione, molte volte Gesù è stato rimproverato dagli Scribi e dai Farisei proprio perché perdonava i peccati!
Ma ora il Signore Risorto soffia il suo Spirito sugli Apostoli e dona loro lo stesso suo potere! Tutti coloro che chiederanno di essere perdonati, potranno ricevere questo dono immenso dagli Apostoli!
Un dono che non è finito, ma continua ancora adesso! Ogni volta che ci andiamo a confessare, i sacerdoti, che sono i successori degli Apostoli, possono donarci il perdono dei peccati! Possono farlo per la forza di quel soffio che Gesù ha alitato sui discepoli, la sera della sua Resurrezione!
Che meraviglia! Magari non ci pensiamo sempre, quando andiamo a confessarci, ma in quel momento, su di noi, passa lo stesso soffio lieve che ha carezzato i discepoli la sera di Pasqua!
Dopo quella prima sera della Resurrezione il Signore Gesù si fa vedere e toccare dai suoi amici molte volte. Parla con loro, mangia con loro ed infine li saluta promettendo il dono dello Spirito, che darà loro forza, li consolerà e li renderà capaci di comprendere fino in fondo tutto quello che lui ha insegnato loro.
Arriva così il giorno della festa delle Pentecoste. È una festa ebraica a cui prendono parte credenti giunti da ogni parte del mondo. Infatti, vi sarete accorti che quasi tutta la prima lettura sembra un lungo elenco di popoli e di lingue straniere.
A Gerusalemme c'è una folla di gente che arriva da ogni dove, c'è un gran miscuglio di lingue, di volti, di storie. Ciascuno parla la sua lingua e tanti si sentono stranieri e un po' spaesati in questa grande città in festa. Poi all'improvviso accade qualcosa. Qualcosa che l'evangelista Luca prova a raccontare così: "Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro".
Che cosa sta succedendo? Di sicuro dal cielo viene un rumore forte, particolare: lo sentono gli Apostoli riuniti e lo sente anche la folla che è in giro per le strade. Poi c'è questo vento forte, particolarmente impetuoso: spalanca le finestre e le porte della casa dove i discepoli se ne stanno un po' rincantucciati. Questo vento pieno di energia e di vita, riempie tutta la casa, non tralascia neppure un angolino.
Mi piace rileggere la descrizione che c'è nel libro degli Atti perché sembra proprio che l'arrivo dello Spirito Santo coinvolga tutto: i luoghi, gli ambienti, e anche le persone tutte intere! Infatti, dopo il tuono nel cielo, che è qualcosa che si sente con le orecchie, arriva il vento che attraversa la casa, e quindi lo si sente sulla pelle. Infine, ecco apparire qualcosa che si vede e quindi riguarda gli occhi, qualcosa di strano, in verità: delle lingue di fuoco, delle fiammelline, che si dividono e si vanno a posare sopra il capo di ogni apostolo.
E non bruciano i capelli, queste fiamme? No, non bruciano nulla! Non scottano nessuno. Sono solo un altro dei modi che lo Spirito sceglie per far capire che c'è, lui che è invisibile!
Ma le sorprese non sono finite! Ascoltiamo cosa racconta ancora il libro degli Atti: "tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi."
Oh, che invidia! Improvvisamente questi apostoli che facevano i pescatori, che sanno appena leggere e scrivere, che quasi non sono andati a scuola, improvvisamente cominciano a parlare lingue straniere! Lo Spirito rende possibile comprendersi al di là delle lingue diverse!
Capiamoci bene: compito dello Spirito non è insegnare le lingue a chi deve andare all'estero! L'azione dello Spirito tocca il cuore di chi parla e di chi ascolta e spalanca le porte ad una comunione, ad un'amicizia, che non ha confini, che non si lascia scoraggiare dalle differenze!
Perché quando entriamo davvero in sintonia con una persona, le parole possono andare in secondo piano.
Mi viene in mente una cosa che è successa quando ero ragazzina. Nella mia città ci sono tanti albanesi: i ragazzi e le ragazze, andando a scuola, imparano in fretta l'italiano, ma i genitori fanno molta più fatica.
Vicino a casa mia abitava una ragazzina, Aliola, che ormai se la cavava bene con la nostra lingua, mentre la sua mamma parlava solo in albanese.
Un pomeriggio, giocando in oratorio, con Aliola e Tiziana, un'altra coetanea italiana, abbiamo fatto tardi.
Quando siamo rientrate, la mamma di Aliola l'aspettava sulla soglia di casa e ha cominciato un lungo discorso, tutto in albanese, naturalmente. Alla fine, è rientrata in casa e Tiziana, seria seria, ha detto: "Mi dispiace Aliola, la mamma ti ha sgridata perché abbiamo fatto tardi ed è stata colpa mia che vi ho trattenute a giocare! Mi dispiace che la tua mamma fosse in pensiero non vedendoti tornare..."
Aliola ha guardato perplessa Tiziana e le ha chiesto: "Capisci l'albanese, adesso? Come fai a sapere che cosa mi ha detto la mamma?"
Con un piccolo sorriso, Tiziana ha risposto: "No, non capisco l'albanese, ma capisco le mamme!"
Lo Spirito Santo ci permette di vivere questa comprensione sempre! Anche se non impariamo a parlare improvvisamente tante lingue straniere, con la forza dello Spirito possiamo diventare capaci di una grande comprensione con il cuore delle persone! Con l'aiuto dello Spirito possiamo diventare capaci di amicizia vera come Gesù, perché possiamo imparare a capire il cuore di chi ci è accanto.
Chiediamo, allora, allo Spirito Santo di aiutarci a crescere nella capacità di comprendere gli altri, specialmente le persone con cui andiamo meno d'accordo, quelli che ci sembrano tanto strani e diversi da noi, quelli con cui ci viene più facile arrabbiarci e perdere la pazienza.
Restiamo un istante in silenzio e ciascuno pensi a una persona che conosce e con cui fa fatica ad andare d'accordo, pensi al nome, al volto, al modo di fare. Preghiamo lo Spirito Santo perché ci doni la sua forza d'amore, in modo da essere in comunione anche con questa persona, proprio con questa qui che ci fa tanto arrabbiare!
E nella settimana che comincia oggi preghiamo con fiducia lo Spirito Santo perché venga ad abitare nel nostro cuore così da renderci giorno dopo giorno sempre più somiglianti a Gesù nella capacità di voler bene, di perdonare, di accogliere tutti, di essere amici veri.
Commento a cura di Daniela De Simeis