TESTO Commento su Giovanni 20,19-23

Con questa domenica si chiude la liturgia del tempo pasquale, con la prossima faremo ritorno al tempo ordinario che ci porterà sino al termine di questo anno liturgico.

Nella prima lettura, tratta dagli Atti, troviamo gli Apostoli ancora pieni di paura chiusi nel Cenacolo con Maria. Nonostante tutti gli avvenimenti che erano successi dal giorno della resurrezione, erano ancora combattuti dal dubbio su cosa si dovesse fare. Ma all'improvviso successe quello che Gesù aveva loro predetto quando era ancora con loro: "il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto". Allora si aprirono le loro menti e cominciarono a parlare in lingue e tutti li capivano. È singolare che proprio la lingua, che spesso crea divisione, grazie allo Spirito diventa punto di unione, tutti capivano ciò che essi dicevano. Ancora oggi lo Spirito ci parla attraverso le persone che ci stanno vicine, soprattutto in famiglia, ma spesso la nostra attenzione è rivolta altrove e non riusciamo a capire i bisogni degli altri, anche se parlano la nostra lingua, la Pentecoste non sempre agisce in noi come lo fu per gli apostoli!

Nella Sequenza abbiamo ascoltato le meraviglie delle opere dello Spirito, in particolare quando dice: "nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto" ma queste cose non le troviamo forse all'interno della coppia? Anche in questo forse possiamo trovare l'azione dello Spirito, anche se troppo spesso non ci facciamo caso.

Nella lettera ai Corinzi, san Paolo ci ricorda che ci sono tante potenzialità tra noi, ma tutte ricadono sotto l'unico Spirito che ce ne fa dono, e tutte concorrono alla formazione di un unico corpo. Anche tra di noi, all'interno della coppia o in famiglia, ciascuno porta il suo contributo secondo le sue qualità, i propri carismi, il problema è quello di scoprirli, di coltivarli e di lasciarli sviluppare, cosa che non sempre accade e anzi, a volte, possono essere motivi di atrito.

Nel Vangelo Giovanni ci ricorda che il Risorto porta la pace e ci invita ad una missione nel mondo in cui viviamo, nella famiglia, nel lavoro, nelle comunità e nella società, fatta di perdono e di amore. E' dalle ferite del Cristo morto e risorto che ci giunge quello Spirito che cambia la mostra vita, che ci rende suoi discepoli, che ci fa scoprire il suo amore, perché anche noi possiamo essere capaci di apprezzare i doni che lo Spirito dona a chi ci sta vicino e assieme essere costruttori di pace soprattutto all'interno della coppia e della famiglia.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

• Possiamo avere culture diverse, storie diverse, lingue diverse, ma in quanto cristiani possiamo riconoscerci fratelli per il battesimo in Gesù. Abbiamo già fatto esperienze di incontro con altre comunità (esempio nei nostri Convegni Internazionali). Quali esperienze e quali testimonianze siamo capaci di cogliere o abbiamo già colto?

• San Paolo nella seconda lettura ci ricorda che la qualità del nostro servizio-carisma proviene dallo Spirito. Siamo capaci ad accettare la sconfitta? Siamo capaci a riconoscere negli altri (nel proprio partner, nei figli...) i carismi e valorizzarli per la nostra crescita e per la comunità?

• La pace di Gesù Risorto coincide con i nostri programmi di pace o è altro?

Commento a cura di Doretto Valerio