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TESTO Commento su Matteo 28,16-20

don Roberto Rossi  

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Ascensione del Signore (Anno A) (04/05/2008)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

"Il terzo giorno è risuscitato, è salito al cielo e siede alla destra del Padre" (dal Credo).

Il Signore Gesù è salito al cielo. E' il compimento della sua missione, è la pienezza della sua gloria, cioè della sua bontà, della sua potenza, della sua grandezza.

"Vado a prepararvi un posto perché voglio che dove sono io, siate anche voi". Indica la meta verso la quale è diretta la nostra esistenza. Se la meta è chiara, si cercano i mezzi per raggiungerla, si affrontano e si superano gli ostacoli. E' la meta che dà senso alle cose. Per noi è il paradiso la realtà che dà senso alla nostra vita, alle nostre cose, alle nostre azioni?

Gesù è salito al cielo, ma rimane con noi. "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo".

E' presente con noi, in mezzo a noi: nell'Eucarestia, nella Parola, nei Sacramenti, nel prossimo, specie in quello bisognoso. Rimane nella Chiesa, sacramento di salvezza: segno efficace della presenza di Cristo.

Ci domandiamo: sono un segno efficace? Come Chiesa, come comunità parrocchiale, siamo un segno efficace? Aiutiamo a vedere, a incontrare Cristo Salvatore?

Gesù dice: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, chi non crederà, sarà condannato". Parole forti, precise che ci invitano a riflettere sul tema missionario: la Chiesa esiste per comunicare il vangelo. Noi cristiani, tutti noi, preti, vescovi, laici, suore, vecchi, bambini, padri e madri di famiglia, abbiamo ricevuto il dono della fede e del battesimo per questo scopo preciso: portare e comunicare il dono della fede agli altri. Il cristiano non vive per sé, ma per gli altri, nel senso della carità, dell'aiuto al prossimo più povero e bisognoso, ma soprattutto nel senso della fede che va vissuta per testimoniarla e annunziarla agli altri. Se nella nostra vita avremo aiutato molte persone ad andare in paradiso, avremo una speranza sicura di poterlo meritare anche per noi.

Una ragazza mi ha detto: "Io ho una fede debole e vacillante". Le ho risposto: "C'è una soluzione. Prega di più e coltiva la passione missionaria nella tua vita. Se ti preoccuperai di far conoscere e amare Gesù, di testimoniarlo con la vita, dimenticando un po' i tuoi problemi, allora la tua fede diventerà forte e gioiosa".

Tutti gli uomini hanno bisogno di Cristo e il dono più grande che possiamo fare ai fratelli è appunto di testimoniare e annunziare Gesù Salvatore. Non facendo discorsi ma con l'esempio e con la parola giusta in certi momenti. E' importante prendere coscienza di questa meravigliosa vocazione della Chiesa e quindi di ciascuno di noi. Ed è importante chiederci se ci sentiamo veramente apostoli di Gesù, inviati nel mondo dalla sua bontà e dalla sua fiducia.

Nell'attesa del ritorno di Gesù, mentre la Chiesa lavora e soffre per lievitare il mondo con la forza dello Spirito Santo, occorre chiedersi come vivere il rapporto tra il Cielo che verrà e la vita presente. Il pensiero del Cielo non deve distogliere dall'impegno di lavorare sulla terra. Il cristiano non appartiene più al mondo, per un dono di Dio, ma continua ad essere nel mondo. Essere nel mondo significa portare tutto il peso della storia, sentire tutta la responsabilità dei problemi umani e l'impegno di una concreta solidarietà. La Chiesa, pur con tutti i suoi limiti, è stata sempre presente in ogni frontiera di dolore e ha rischiato dovunque con l'impegno della sua carità: vogliamo farlo anche noi oggi.

 

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