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TESTO Chi si abbassa sarà innalzato

don Gianluca Peschiera (ragazzi)  

Ascensione del Signore (Anno A) (04/05/2008)

Brano biblico: At 1,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Gesù Risorto sale al cielo sotto lo sguardo dei suoi apostoli, poi nella nube scompare definitivamente alla loro vista e degli angeli invitano a non stare con il naso all'insù, ma a considerare qualcos'altro rispetto al guardare in alto.

Sembra che, per entrare nel mistero della grande festa dell'Ascensione del Signore, non dobbiamo mantenerci al livello esteriore di una sorta di ascensore che porta Gesù negli spazi celesti, ma comprendere il livello più profondo che le parole degli evangelisti tentano di descrivere con una certa "fatica", che però allude ad un significato molto importante.

Mettiamoci in ricerca del vero messaggio che l'Ascensione ci vuole trasmettere.

Dagli Atti degli apostoli (1,1-11)

... Gesù rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Colui che sale è colui che è disceso: più si è abbassato, più è salito!

Forse sta in questo movimento l'sms decisivo dell'Ascensione.

Allora questa festa non va isolata da tutta la vita di Gesù, ma va messa insieme con la nascita a Betlemme, con la vita umile e nascosta a Nazaret, con la lavanda dei piedi, con la morte in croce!

Comincio a capire meglio: l'Ascensione è la festa della dinamica dell'amore!

Spiritualmente ci invita a salire... o, meglio, a far salire Cristo in noi, facendo nostro il suo stile di servo. "Non sono venuto per essere servito, ma per servire!" Così Gesù ha spiegato la sua missione. Avviene così anche per la nostra ascensione, che, come per Gesù, inizia abbassandosi.

Potremmo allora dire che l'Ascensione è la festa dell'umiltà, perché chi si esalta sarà umiliato, ma chi si umilia, sarà innalzato!

Allora, dal Cristo-Servo asceso al cielo, passiamo alla Chiesa-Serva! Chi ci incontra, chi ci vede, chi ci ascolta, possa incontrare dei discepoli del Cristo servo che sanno chinarsi a lavare i piedi come ha fatto Lui: senza pretese e con gioia. Chiesa del grembiule, diceva il vescovo Tonino Bello, del quale è in corso il processo di beatificazione, ovvero della sua ascensione al cielo!

Un commento per ragazzi

Provate ad immaginare una sala grande, tipo cinema o aula magna, dove sta per avvenire un incontro con una persona importante, una conferenza stampa. Se uno vuole ascoltare con attenzione, secondo voi, dove si siederà? Nelle ultime file o nelle prime?

Quasi certamente cercherà di occupare i posti davanti, perché essere più vicini alla persona che parla aiuta a stare più attenti ed è un evidente segno di interresse. Ci viene perciò spontaneo pensare che chi va davanti vuole partecipare di più, chi sta dietro non sembra che sia molto interessato... Provate a pensare al vostro parroco, ad esempio: se vi vede in fondo alla chiesa e davanti i banchi sono vuoti, non lo avete mai sentito dire: "Avanti, salite che il biglietto costa tanto stesso!"

Cosa c'entra tutto questo con l'Ascensione? C'entra, c'entra...

Pensiamo al verbo salire: può voler dire arrampicarsi, ma anche passare dal fondo di una sala alle prime file: può quindi voler dire partecipare di più, perché si è più vicini a colui che parla, si è più attenti, mentre in fondo ci si distrae.

Allora cosa vorrà dire "Gesù sale al cielo"? S. Agostino invitava a pensare che Gesù innanzitutto era in cielo e da lì è disceso, ma senza lasciarlo... per poi ritornarvi, ma senza lasciare noi, l'umanità che tanto ama e che vuol far sedere con Lui alla destra di Dio.

Forse così la gente capiva che il "cielo" non è la volta celeste, ma è la relazione con Dio. Salire al cielo indica un legame più profondo con il Padre che solo Gesù ci permette di coltivare; Lui che per offrirci la sua relazione con Dio - il cielo! - si è abbassato per donarcela.

Gesù asceso al cielo ci vuole anche in prima persona impegnati nell'annuncio del Vangelo. Non ci viene richiesto di andare in giro a fare prediche, ma di portare il vangelo nella vita di ogni giorno, aiutando chi ci sta vicino e chi incontriamo a capire la sua proposta di vita tra le mille che ci piovono addosso, ma che non ci fanno salire al cielo.

Un esempio? Madre Teresa di Calcutta, ma anche il giovane della parrocchia che fa l'animatore al Grest con gioia e dedizione; S. Francesco d'Assisi, ma anche il ministro straordinario dell'Eucaristia che ogni primo venerdì del mese porta la comunione alla nonna ammalata.

L'angolo delle curiosità: Divinizzazione

Sappiamo bene che Gesù è vissuto ed ha offerto la sua vita per la salvezza di tutti gli uomini. E' stato crocifisso, una fine terribile... ma non è finita lì. La morte non è stato un "the end", ma un "continued", perché al terzo giorno succede l'impensabile.

Agli apostoli è apparso vivo, ha mangiato con loro, li ha condotti a comprendere meglio tutta la sua vicenda. Ha promesso l'invio dello Spirito e li ha inviati ai confini della terra. Dopo che hanno imparato a vivere della sua vita, li ha lasciati, mantenendo però una relazione con loro, diversa da prima, ma reale e autentica.

Con la Resurrezione e l'Ascensione si completa quella che la chiesa orientale chiama la divinizzazione della nostra umanità. Infatti, portando il Suo corpo in cielo, ha reso divino il tutto dell'uomo. Gesù ci ha preparato un posto, ha donato a tutti gli uomini questa possibilità, questa salvezza. I peccatori sono redenti, il peccato e la morte sono sconfitti.

E' praticamente lo stesso che dire che Gesù fa di tutti noi dei Figli di Dio.

Questo è il nostro posto, questa è la volontà del Padre: che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della Verità che è il legame con Cristo Signore.

 

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