PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Parola, Spirito, sacramento

don Marco Pratesi  

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (27/04/2008)

Brano biblico: At 8,5-8.14-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-21

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

A partire dalla Pentecoste, la Parola da Gerusalemme si irradia progressivamente nel mondo. La prima lettura ci presenta una tappa di questo cammino: la sua uscita al di fuori della Giudea, nella Samarìa che, come è noto, era guardata con ostilità e disprezzo dai Giudei (cf. Gv 4,9; 8,48). Certo, Gesù aveva posto le basi per un superamento di quella ostilità (cf. Lc 10,33; 17,16) e occasionalmente vi aveva già esercitato il suo ministero (cf. Lc 9,52; 17,11; Gv 4,5); ma - secondo Matteo - aveva anche ordinato ai Dodici di non annunziarvi il Regno (Mt 10,5). Adesso la Chiesa, attraverso Filippo, prende coscienza che la sua missione supera i confini d'Israele. La Parola, accompagnata e confermata dai segni, produce il suo frutto, dato a conoscere da quel caratteristico segnale, al quale Luca attribuisce non poca importanza, che è la gioia: "vi fu grande gioia in quella città". È questo il sigillo dell'Evangelo: se esso è davvero buona notizia, la gioia non può davvero mancare in chi l'accoglie.

L'iniziativa dell'evangelizzazione in Samaria non sembra venire dal gruppo degli Apostoli. L'impulso missionario pare in questo momento affidato al gruppo degli ellenisti, a Stefano prima, poi a Filippo. Di fronte al fatto dell'accoglienza della Parola in Samaria, il collegio apostolico decide comunque di impegnarvi tutta la Chiesa. Mandando Pietro e Giovanni, si vuole esprimere con chiarezza il fatto che non si tratta di una iniziativa personale di Filippo, bensì di una scelta fatta propria da tutta la comunità.

Giunti sul luogo, gli Apostoli "pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo", e proprio grazie alla presenza e al ministero apostolico si verifica una copiosa effusione di Spirito Santo. Con tale espressione Luca intende con ogni probabilità riferirsi a manifestazioni esteriori della presenza dello Spirito, del tipo di quelle che si erano verificate p. es. il giorno di Pentecoste (cf. At 2,4; vedi anche 10,45-46; 19,6). Senza vedere direttamente in questa preghiera l'attuale sacramento della Cresima, vi se ne può comunque ravvisare un inizio (cf. CCC 1288): il testo la distingue chiaramente dal battesimo, suggerendo una sua maggiore "estroversione" e visibilità rispetto al battesimo. Il battesimo dice vita rinata, la cresima la sua manifestazione e dimostrazione in opere e parole (in questo senso una sorta di "coronamento") - come si osserva nella Pentecoste, da essa sempre attualizzata nella Chiesa.

La preghiera degli Apostoli appare dunque come una mediazione della preghiera di Gesù che - dice il Vangelo - prega il Padre e chiede per noi il dono del Paraclito (Gv 14,16-17). Tale dono è il frutto della sua pasqua, ed è legato da un lato all'accoglienza della Parola (quindi alla fede), dall'altro all'immersione battesimale e all'imposizione delle mani (quindi al sacramento). Luca non contrappone la dimensione interiore della vita cristiana a quella esteriore, né nella Chiesa l'aspetto istituzionale a quello carismatico. Fede e sacramento, carisma e istituzione non vanno separati, altrimenti si finisce in qualche squilibrio, in quanto si manomette quel delicato mistero che è la cooperazione tra azione divina e umana nella salvezza. La struttura sacramentale non va compresa come imprigionamento dello Spirito, ma come espressione certa e garantita della volontà di Dio di comunicare il suo dono. In tal modo Dio supera le divisioni create dai criteri umani: oramai ciò che risulta decisivo è la presenza in tutti dell'unico e medesimo Spirito (cf. 1Cor 12,13; Ef 4,1-5), effuso in permanenza dal Risorto.

 

Ricerca avanzata  (54034 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: