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TESTO Cristo nostra via, vita e speranza

padre Antonio Rungi

V Domenica di Pasqua (Anno A) (20/04/2008)

Vangelo: Gv 14,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,1-12

1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

Celebriamo oggi la domenica Quinta domenica del tempo di Pasqua. E' la domenica della speranza messianica, in quanto Cristo si presenta a noi come la Via, la Verità e la Vita. Di fronte all'imminente ascensione del Signore al Cielo, il divino Maestro prepara il gruppo dei discepoli al prossimo distacco, che non sarà definitivo, in quanto egli andrà a preparare un posto per tutti, a prenotare il passaggio alla vera e definitiva felicità. Per raggiungere questa meta ci indica la strada, che è Lui stesso, il contenuto, che è la vera e definitiva vita, il metodo e la strategia per conseguirlo che è la verità, identificata nella sua persona.

Il testo del Vangelo di Giovani ci fa cogliere l'essenza di questo riproporsi di Cristo all'attenzione dei discepoli in modo unico ed irripetibile, in cui converge verso di Lui e attraverso di Lui arriva al Padre- Gesù Cristo è la rivelazione di Dio Amore, di Dio Padre, di un Dio che attende l'uomo e l'umanità nella gloria del suo Regno, ove tutti hanno diritto di accesso se vivono la loro esistenza terrena ponendo al centro di essa proprio quel mistero della salvezza portata a compimento nella morte, risurrezione e gloriosa ascensione del Signore.

Dalla seconda lettura della parola di Dio di oggi, tratta dalla prima lettera di san Pietro comprendiamo meglio il senso di questo Vangelo in cui Gesù fa riferimento alla sua imminente ascensione al cielo, senza con ciò abbandonare a se stessa l'umanità, tantomeno la sua chiesa il cui inizio è segnato anche dal racconto degli Atti degli Apostoli di cui un brano particolarmente significativo ascoltiamo oggi nella Prima Lettura dei testi sacri. Soffermandoci sulla Lettera di San Pietro capiamo che Cristo è la nostra pietra angolare il nostro punto di riferimento costante per costruire il nostro edificio spirituale; ma comprendiamo anche perfettamente qual è il nostro ruolo e la nostra missione nella Chiesa e per la Chiesa. Ogni cristiano fa parte del popolo eletto, di quella stirpe cara a Dio, tanto da inviare il suo Figlio Gesù Cristo perché abbiano in Lui la vita e l'abbiano in abbondanza.

Tale vita è necessario farla conoscere e diffonderla. Gli apostoli erano perfettamente consapevoli che la conoscenza di Cristo, Via, Verità e Vita passava attraverso l'annuncio, l'evangelizzazione. Da qui la necessità di concentrarsi maggiormente sulla predicazione come ci ricorda il testo degli Atti degli Apostoli odierno. La scelta di ordinare o destinare al servizio delle mense altre persone (oggi sono i diaconi) fu giusto e sapiente, tanto è vero che con la duplice missione di annuncio e diaconia la chiesa primitiva iniziava a muovere i suoi passi con maggiore semplicità e con più ordine e con carismi e ruoli precisi.

Alla luce di questi testi sacri si comprende come la chiesa abbia avuto a cuore fin dai suoi primordi l'urgenza della diaconia soprattutto verso le persone in difficoltà e come l'abbia concretizzata destinando ad essa figure autorevoli e importanti che svolgevano tale missione a nome di tutti. Parimenti risulta chiara che la priorità assoluta risulta essere quello del primo annuncio e come a questo annuncio si siano dedicati propri i discepoli di Cristo, quelli che meglio avevano condiviso con Lui il ministero pubblico, ma anche la morte in Croce, la Risurrezione. La dottrina ormai si è consolidata in loro e le profonde convinzioni di fede necessitano di essere trasmesse agli altri attraverso la parola, ma anche con la testimonianza della vita. Ortodossia e ortoprassi camminano insieme e realizzano il progetto missionario di evangelizzazione della Palestina e successivamente di tutte le altre regioni, avviando l'opera che Cristo aveva affidato agli Apostoli: andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi meglio di loro poteva parlare di Gesù? Chi meglio di Pietro poteva dire esattamente cosa era successo soprattutto dall'ultima cena fino all'ascensione e alla discesa dello Spirito Santo? Chi ha vissuto vicino a Cristo meglio lo può comunicare agli altri. E' questo il senso anche di quella esperienza mistica, di contemplazione che siamo chiamati tutti a fare per poi portare agli altri la gioia di aver incontrato Cristo nella preghiera, nei sacramenti e soprattutto nel volto dei più poveri e sofferenti della terra. Una Chiesa unita in se stessa ed aperta al mondo al quale deve portare l'annuncio della salvezza con coraggio, semplicità, fedeltà, amore alla verità, nella difesa della giustizia e dei diritti fondamentali di ogni essere umano. Perciò sia questa la nostra umile preghiera di oggi: "O Padre, che ti riveli in Cristo maestro e redentore, fa' che, aderendo a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a te, siamo edificati anche noi in sacerdozio regale, popolo santo, tempio della tua gloria. Amen.

 

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