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TESTO Le fondamenta, le stanze... e il tetto della chiesa

Omelie.org - autori vari  

V Domenica di Pasqua (Anno A) (20/04/2008)

Vangelo: Gv 14,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

Una prima cosa che possiamo notare, leggendo con attenzione le letture della Messa odierna, è la presenza di termini che sono in qualche modo legati all'edilizia o all'architettura:

• pietre vive, costruzione, edificio, pietra angolare (seconda lettura);
• casa, stanze-dimore, luogo (Vangelo);

• mense (prima lettura).

Paradossalmente, questo elenco di elementi così materiali, delinea in maniera molto chiara la struttura spirituale della Chiesa, alla quale tutti noi apparteniamo in virtù del Battesimo.

Noi sappiamo che ogni edificio è costituito di tre elementi fondamentali:

il primo è sotterraneo: sono le fondamenta. Sappiamo che ci sono, anche se non le vediamo. Se non ci fossero, l'edificio non starebbe in piedi.

Il secondo è ben visibile: è il corpo della casa, con la sua forma tipica, il colore, le dimensioni.

Il terzo sfugge spesso al nostro sguardo: è il tetto. Talvolta, specie se l'edificio è alto, possiamo solo immaginarcelo: sappiamo che c'è, ma non lo abbiamo mai visitato e finora non ci siamo mai saliti.

Proviamo a leggere le tre letture di oggi tenendo presente questa immagine della casa, costituita di tre elementi. Questo ci aiuterà a riflettere sul mistero della Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo.

LE FONDAMENTA

Partiamo dalla seconda lettura, la quale ci dice che Cristo è "pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio" e poco più avanti specifica che Egli è "pietra angolare". Gli esegeti sottolineano che questo linguaggio serve a descrivere il fatto che Cristo è il fondamento dell'edificio, colui che sta sotto.

La pietra angolare sappiamo infatti che è posta alla base di un edificio, non sul tetto. Questa pietra è invisibile, ma sostiene tutta la struttura e le dona stabilità e visibilità.

Di questa pietra, si dice una cosa paradossale: essa è viva. Questa affermazione sembra smentita dalla nostra esperienza personale: una pietra non può vivere, se c'è una cosa che è morta è proprio la pietra! L'aggettivo "viva" serve però a ricordare il fatto che Cristo è Risorto e rimane per sempre: non si logora come le altre pietre, non sprofonda, non subisce movimenti di assestamento, non necessita di operazioni periodiche di rafforzamento o di interventi di consolidamento: Egli è il fondamento che rimane per sempre. Invisibile e silenziosa, la pietra sostiene tutto il peso della struttura.

La Parola di Dio aggiunge che Cristo non è solo in questa sua missione di essere fondamento: con lui ci sono altri: come di Cristo si dice che è "pietra viva", così si afferma subito dopo "anche voi venite impiegati come pietre vive". Le stesse parole che descrivono Cristo, vengono usate per descrivere altri, che condividono la stessa missione. Possiamo pensare, prima di tutto, agli apostoli.

Queste precisazioni ci spingono ad una prima riflessione, molto semplice: anche oggi, durante la recita del Credo, ripeteremo le solite parole: "Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica".

La Parola di Dio ci ricorda esattamente queste quattro cose della Chiesa:
Essa è una, come Cristo, suo fondamento, è unico.

Essa è santa perché è costruita su "una pietra angolare, scelta, preziosa".

Essa è cattolica, cioè universale, perché tutti gli uomini, stringendosi a Cristo, possono scegliere di essere impiegati nella sua costruzione e sostenerla.

Essa è apostolica perché fondata sulla testimonianza di Cristo e degli Apostoli.
Consideriamo ora due immagini.

La prima immagine: nell'antichità c'era la tradizione di costruire Chiese con 12 basamenti o colonne: su ciascuna di esse si scriveva il nome di un apostolo: era un modo pratico per rendere visibile e semplice il mistero invisibile: la Chiesa ha delle fondamenta solide. La nostra Chiesa è appoggiata sulla testimonianza di Cristo e degli Apostoli. Come la chiesa (con la c minuscola) non può reggersi senza le 12 colonne, così la Chiesa (con la C maiuscola) non può reggersi senza Cristo e gli apostoli.

La seconda immagine: il vescovo, nella liturgia di ordinazione sacerdotale, pone le mani sulla testa degli ordinandi. Lo può fare perché anche lui ha ricevuto l'imposizione delle mani di un altro vescovo, il quale, a sua volta, l'ha ricevuta da un altro. Questa "catena di mani sulla testa", lunga due millenni, si chiama successione apostolica e collega veramente i ministri ordinati a Cristo, fondamento della Chiesa e dell'ordine sacro.

Forse queste considerazioni possono aiutarci a capire meglio le parole di Gesù, sul futuro della Chiesa: "Le porte degli inferi non prevarranno" (Mt 16, 18). Non prevarranno, perché "su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt 16,18).

Nel nostro parlare della Chiesa, giudicarla, criticarla, pensarla, forse noi dovremmo sempre considerare due cose: che siamo parte di essa e che il suo destino è soprannaturale, per il fatto che il suo fondamento è soprannaturale. Non sempre i nostri discorsi e le nostre considerazioni tengono conto di questo.

LE STANZE

La prima lettura ci descrive com'è (o forse sarebbe meglio dire: come dovrebbe essere) la struttura attuale, visibile dell'edificio che è la Chiesa.

Il fondamento, Cristo, è invisibile (ma c'è e sostiene tutto). La struttura è invece visibile, visitabile... potremmo dire: aperta al pubblico.

Essa ha delle mense innanzitutto, cioè dei luoghi in cui si svolgono opere di carità e di aiuto fraterno: si offre da mangiare a chi non ne ha, si aiutano le vedove, si assistono i poveri.

Ci sono persone che svolgono questo prezioso ministero, sempre necessario e importante.

Possiamo ripensare all'immagine offerta dall'indimenticabile Don Tonino Bello: nel Vangelo non troviamo notizie circa i paramenti sacerdotali usati da Gesù. Non troviamo notizie circa stole, casule, piviali e cingoli. L'unico paramento che Gesù ha utilizzato è stato il grembiule, per lavare i piedi degli apostoli.

Ecco allora che nelle mense, la Chiesa del grembiule svolge il suo ministero di carità: è un ministero regale che deve sempre essere presente, se vogliamo essere fedeli all'insegnamento del Maestro. Ma perché il servizio delle mense non delinei una semplice filantropia, tradendo l'indole divina della sua chiamata, la prima lettura ci ricorda che nella Chiesa esistono altri due ministeri altrettanto importanti: "Noi ci dedicheremo – dicono gli Apostoli - alla preghiera e al ministero della parola". Questi due ministeri sono chiamati dai teologi rispettivamente sacerdotale e profetico.

Le "stanze" in cui questi due ministeri si svolgono non sono quelle delle mense, di cui si parla in questo capitolo 6 degli Atti, bensì quelle riportate due righe prima, nell'ultimo versetto del Capitolo precedente, cioè il tempio e la propria camera.

"Gli apostoli, ogni giorno, nel tempio e a casa non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo" (At 5, 42).

"Tu, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto" (Mt 6,6).

La Chiesa non potrebbe stare in piedi non se non avesse Cristo e gli Apostoli per fondamento. Ma non sarebbe una vera Chiesa (assemblea di fratelli) se nella sua "planimetria spirituale" non ci fossero degli ambienti per le mense, un tempio per l'annuncio e "la tua camera" per la preghiera.

Una riflessione: ciascuno di noi, nel Battesimo, ha ricevuto la triplice chiamata, ad essere re, sacerdote e profeta. Potremmo parafrasare: ha ricevuto la missione di servire, pregare, essere annunciatore. Potremmo chiederci oggi, se nella nostra vita cristiana, ci impegniamo a frequentare i tre ambienti fondamentali dell'edificio ecclesiale: mensa, tempio, camera. In una parola: riusciamo veramente a servire, testimoniare, pregare? Dedichiamo del tempo per frequentare queste "stanze" della nostra comunità, o preferiamo stare fuori e guardare dall'esterno, magari giudicando coloro che stanno dentro ad affaticarsi?

Una seconda riflessione: la pagina degli Atti ci offre anche delle informazioni molto belle sul tipo di gestione di questa grande casa che è la Chiesa: si dice che era frequentata da molta gente e che "il numero dei discepoli aumentava", che ci abitavano "Ellenisti ed Ebrei" cioè persone molto diverse tra loro, che la diversità creava talvolta "malcontento", che gli apostoli affrontavano i problemi nel dialogo e convocando gli abitanti della casa, che ciascuno aveva un incarica diverso e particolare.

Sono tante indicazioni preziose, che ci svelano un modo di vivere nella Chiesa e dovrebbero ispirare la nostra condotta e il nostro modo di valutare le situazioni quotidiane, come cristiani.

IL TETTO

"Abbiamo descritto il fondamento, le pareti, il culto, i ministri, il popolo della Chiesa. Potremmo concludere questa planimetria spirituale con la descrizione dell'abside verso cui converge tutta la costruzione". Così scrive Mons. Ravasi, commentando il Vangelo odierno.

Più che dell'abside, noi preferiamo parlare, come ultimo punto, del tetto. Il Vangelo infatti ci fa salire, oggi, per qualche istante, sulla parte più alta della Chiesa, da cui si gode un paesaggio magnifico, a perdita d'occhio.

La parte "alta" della Chiesa è anche chiamata "Chiesa trionfante", in contrapposizione a quella in cui si dà il cibo ai poveri, si prega e si annunzia, detta "Chiesa pellegrinante".

Gesù oggi apre la botola e ci fa salire, per qualche istante, sul tetto della Chiesa. Nell'antichità il tetto non era in pendenza, come oggi. Si trattava di una superficie piatta, su cui si poteva stare bene, una specie di terrazza.

Gesù ci ricorda che su questo piano alto della Chiesa "vi sono molti posti": non è un ambiente riservato a pochi, a una èlite di privilegiati o di santi. Come nella Chiesa "si moltiplicava molto il numero dei discepoli" (prima lettura), così "nella casa del Padre mio vi sono molti posti" (Vangelo). Rimaniamo colpiti da un senso di abbondanza, di disponibilità, di apertura. C'è molto spazio nell'edificio e molto spazio sul tetto.

Una prima riflessione: è molto importante, per noi, entrare in questa ottica di abbondanza e generosità. Diffidiamo di coloro che vogliono restringere questa ampiezza di prospettiva e ridurre le dimensioni della misericordia di Dio, facendo della "casa del Padre" un luogo per pochi eletti.

Una seconda riflessione: la porta di accesso a questo ultimo livello della Chiesa, che Gesù chiama "la casa del Padre" è Gesù stesso, la sua umanità, il suo cuore. Proprio per il fatto che il suo cuore è stato trafitto, è stato aperto, noi possiamo passare attraverso di esso. "Io vado a prepararvi un posto" dice Gesù. "La preparazione di questo posto è stata una azione molto costosa per lui. Ma un'azione fatta con immenso amore. Dice Giovanni: Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv 13,1), cioè sino alla preparazione del posto per loro" (P. Vanhoye).

Il Congresso apostolico mondiale sulla Misericordia (WACOM), che si è concluso la settimana scorsa a Roma, ci ha ricordato che, proprio in virtù di questo amore di Cristo, noi possiamo guardare verso l'alto, verso il traguardo della nostra vita (potremmo dire oggi, continuando la nostra metafora: verso il tetto) con grande fiducia e speranza, se davvero accettiamo la proposta d'amore di Cristo.

Preghiamo perché il nostro viaggio in questa "scalata" che è la vita, possa iniziare sempre sul fondamento solido di Cristo e degli apostoli, possa passare attraverso le mense, il tempio e le camere della Chiesa e giungere, alla fine dei giorni, a contemplare il Padre, nella cui terrazza "vi sono molte dimore".

Commento a cura di padre Alvise Bellinato

 

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