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TESTO Commento su Giovanni 6,44-51

Comunità Missionaria Villaregia (giovani)  

Giovedì della III settimana di Pasqua (10/04/2008)

Vangelo: Gv 6,44-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il discorso sul pane di Gesù nella sinagoga di Cafarnao si snoda attraverso due elementi sempre uniti tra loro: la mia carne - il mio sangue; se non mangiate - se non bevete. Anche oggi Gesù ci porta dal piano del sentire a quello del credere. Per ascoltare il discorso di Gesù e comprendere quanto Egli ci vuole rivelare dobbiamo porci sul piano del credere, sul piano della fede. Chi crede, dice Gesù, ha la vita eterna. Il cristiano vive nella fede. Si gioca tutto in un atto di fede. Il questi ultimi tempi sono moltissime le persone che sperano di vincere l'enalotto, sempre più hanno successo le trasmissioni dove si gioca e si vince "qualcosa".

Forse non ci rendiamo conto che abbiamo già ricevuto un biglietto premio valido per la vita eterna, quindi qualcosa che vale molto di più di qualsiasi vincita terrena. Sta a noi giocare in modo vincente: investire la nostra vita con Gesù, ci permette di vincere la vita eterna. Basta credere, il biglietto è gratis. Gesù ha già conquistato per noi la salvezza e ce l'ha data. Condizione necessaria per ottenerla: credere in Lui. La fede, nella quale Gesù ci ha salvato, non ci permette di cercare altri mezzi di salvezza. E' come se per salire su un palazzo altissimo, facessimo le scale anziché prendere l'ascensore che è a nostra disposizione. L'Eucaristia è quest'ascensore che ci porta al Padre. L'unica cosa che dobbiamo fare è prenderlo con fede, perché ci porti lassù in Alto.

Ma cosa significa CREDERE? La fede ha tre aspetti:

1. Credere: non si limita a credere in Dio, bensì significa credere a Dio, che è una cosa molto diversa. Il fatto di credere in Dio non comporta nessun merito, perché anche satana crede in lui. Credere a Dio significa che l'uomo si affida totalmente e incondizionatamente a Lui. Non significa credere in qualche cosa, ma in Qualcuno, credere alla Sua Parola.

2. Confidare: rappresenta la certezza che Dio agisce secondo le sue promesse. Non secondo le nostre colpe o i nostri meriti, ma secondo i meriti di Gesù sulla croce. E' la sicurezza di cose che non vediamo, ma che riusciamo in qualche modo a percepire. E' la fiducia che dà la pace al bambino, che sta tra le braccia forti e amorose di suo Padre.

3. Dipendere: la fede ci porta ad obbedire a Dio, altrimenti non è fede. La fede che salva è quella che ci vuole sottomessi, non per obbligo o per timore verso Dio, ma è quella che ci porta ad obbedirgli come ad un padre che ci ama e vuole il meglio per i propri figli. Infine la fede ci porta a vivere secondo quello che crediamo altrimenti si rischia di ridurla a un'ideologia, una teoria o un sentimento. La fede, infatti non è sentimento, né si può misurare attraverso l'emozione o l'autosuggestione. E' una decisione totale dell'uomo che coinvolge tutto il suo essere e tutta la sua persona.

Mangiare il pane che Gesù ci offre, cioè la sua stessa vita, è credere che in quel pezzo di pane Lui è Presente, è lasciare che sia Lui a prendere in mano la nostra vita, lasciare che L'Eucarestia ci trasformi in Gesù.

E per concludere una domanda: se il cristiano vive di fede, qual è il tuo ultimo atto di fede? A quando risale? Se non trovi una risposta, forse spiritualmente stai morendo e allora l'Eucaristia e la fede in Gesù presente in essa, può aiutarti a riprendere un po' di forze e compiere chissà il tuo primo atto di fede cosciente.

 

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