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TESTO Commento su Giovanni 6,1-15

Comunità Missionaria Villaregia (giovani)  

Venerdì della II settimana di Pasqua (04/04/2008)

Vangelo: Gv 6,1-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Ti aspettavamo perché oggi dobbiamo organizzare una grande campagna contro la fame nel mondo: non possiamo più tollerare che per il ripiegamento aggressivo dei popoli occidentali sui propri privilegi alimentari, i due terzi dell'umanità siano sottoliamentati. OGGI, il Vangelo fa la sua proposta, Gesù lancia il suo slogan contro la FAME nel mondo: RACCOGLIETE I PEZZI AVANZATI. Entriamo nel vivo del messaggio di questa parola. Si tratta dell'episodio della moltiplicazione die pani e dei pesci che fa da introduzione al discorso eucaristico. Lo richiamiamo brevemente alla memoria: "Un giorno, vedendo la folla riunita intorno a sè, prima ancora che qualcuno glielo faccia notare, Gesù capisce che bisogna pensare anzitutto a darle da mangiare. Lo dice ai suoi apostoli. Questi si spaventano. Duecento denari di pane, fa notare uno di essi, non sarebbero sufficienti a darne un pezzettino a ciascuno, ammesso che ci sia in giro pane da comprare e che si trovino i soldi necessari per comprarlo. Si scopre che c'è un ragazzo che ha con sè cinque pani d'orzo e due pesci (merito probabilmente di una mamma previdente); Gesù se li fa portare, li benedice, fa sedere la gente perché sia un momento di riposo e di allegria per tutti; poi fa distribuire i pani e i pesci e tutti mangiarono quanto vollero. Gesù fa raccogliere i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto. Gli apostoli ne raccolsero ben 12 ceste, 12 come dodici sono le tribù di Israele, potremmo dire: pane ce n'è per tutta l'umanità".

Noi viviamo in una società dove lo spreco è di casa. Viviamo in una società dell'usa e getta, se non addirittura del compra e getta. Usiamo le cose si e no un paio di volte e poi cambiamo idea, gusti... E' una inevitabile legge del mercato. Gesù non disse quel giorno: "Distruggete i pezzi avanzati perché il prezzo del pane e del pesce non diminuisca sul mercato". Una ricerca condotta dal ministero dell'agricoltura americano ha dato dei risultati impressionanti. Su centosessantuno miliardi di chilogrammi di alimentari prodotti, quarantatrè miliardi, cioè circa un quarto, finiscono nella spazzatura. Di questo cibo buttato via, si potrebbero facilmente recuperare, volendo, circa due miliardi di chilogrammi, una quantità sufficiente a sfamare per un anno quattro milioni di persone.

Sotto l'effetto di una pubblicità martellante, consumare, non risparmiare, è oggi la parola d'ordine in economia. Certo, non basta risparmiare. Anche Paperon de Paperoni era un grande risparmiatore, ma non è certo questo l'ideale a cui il Vangelo ci spinge. Il risparmio deve consentire agli individui e alle società dei paesi ricchi di essere più generosi nell'aiutare i paesi poveri, altrimenti è avarizia e non risparmio.

Il Vangelo dinanzi alla grandezza di questo miracolo compiuto con poche cose messe nelle mani di Gesù è un invito alla sobrietà come stile di vita. Ma cos'è la sobrietà? E' uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti, che si organizza a livello collettivo per garantire a tutti il soddisfacimento dei bisogni umani con il minor dispendio di energia, che dà alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare le esigenze spirituali, affettive, intellettuali, sociali della persona umana. la sobrietà poggiasu vari imperativi, molti dei quali iniziano con la lettera "R":

RIDURRE Badare all'essenziale. RIPARARE Non gettare gli oggetti al primo danno. RIUTILIZZARE Destinare ad altri ciò che non ci serve più. RICICLARE Recuperare tutto ciò che può essere rigenerato.

 

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