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TESTO Commento Lc 24,29

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

III Domenica di Pasqua (Anno A) (06/04/2008)

Vangelo: Lc 24,13-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Dalla Parola del giorno

"Egli entrò per rimanere con loro".

Come vivere questa Parola?

È il giorno di pasqua. La luce del Risorto dovrebbe fugare ogni timore, aprire alla speranza. Invece due discepoli desolati e delusi hanno preso la via del ritorno. Gesù si fa loro incontro, cerca di scuoterli da quella pesantezza che li opprime e di aprire la loro mente e il loro cuore alla comprensione delle Scritture. Qualcosa comincia a sciogliersi dentro di loro: Non ci ardeva il cuore? – si diranno più tardi.

Emmaus è ormai in vista. Siamo giunti al termine del nostro viaggio, pensano i due e, solleciti, invitano lo sconosciuto a restare per quella notte.

Un invito limitato nel tempo. Un invito di cortesia, si direbbe. Ma è quanto basta perché il Signore, che finora aveva preso lui l'iniziativa, possa raggiungere il suo scopo.

Con l'incarnazione egli ha mostrato di non venire tra noi come un viandante di passaggio. Giovanni ci fa notare che ha piantato la sua tenda tra noi. Vero compagno di ogni uomo. E l'Apocalisse annota: "Io sto alla porta e busso. Se uno mi apre entrerò e cenerò con lui."

Gesù non forza la porta della nostra casa, ma attende l'invito che gli spalanca la porta del nostro cuore. Allora egli entra, ma non per una breve sosta. Egli entra per rimanere. Che importa se gli occhi non percepiscono più la sua presenza: Egli è lì a mutare le nostre notti in giorni luminosi, a invitarci a riprendere il cammino perché i fratelli attendono la nostra testimonianza.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, scenderò nelle profondità del mio cuore abitato. Forse in questo momento non avverto sensibilmente la presenza del Signore, ma so che lui è lì, o almeno che sta bussando alla porta perché mi decida ad aprirgli. Gli dirò con tutto lo slancio del cuore:

Resta, Signore, perché si fa sera!

La voce di una beata

Ho trovato il cielo sulla terra. Perché il cielo è Dio e Dio è nell'anima mia. Il giorno in cui l'ho compreso, tutto per me si è illuminato.
Beata Elisabetta della Trinità

 

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