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TESTO Istruiti da Dio

Messa Meditazione  

Giovedì della III settimana di Pasqua (10/04/2008)

Vangelo: Gv 6,44-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Lettura

Nel brano evangelico, Gesù ribadisce che accogliere lui è dono del Padre (v. 44) e, con una citazione della Scrittura (Is 54,13), spiega il carattere gratuito della fede (v. 45). Vuole, però, che gli uditori non cadano nell'equivoco di un rapporto diretto con il Padre e afferma che non vi è accesso al Padre, se non attraverso colui che viene da Dio e che, solo, «ha visto il Padre» (v. 46). Perciò Gesù torna a rivolgere con insistenza l'invito alla fede in lui, pane della vita disceso dal cielo (v. 47-51).

Meditazione

Gesù, con la sua citazione del testo di Isaia, accende in noi il desiderio di essere docili a Dio e di essere istruiti da lui. Un desiderio già suscitato pure nei testi di Geremia (31,34) e di Ezechiele (36,27), nei quali si legge che tutti sarebbero stati discepoli di Dio e che il Signore stesso avrebbe scritto la sua legge nel loro cuore. Purtroppo, molti non capiscono quando si parla di docilità a Dio, perché pensano che Dio li alienerà, li priverà della loro libertà, quando invece Dio rende liberi. Dio ci rende discepoli della voce interiore che testimonia la Parola, la luce vera che illumina ogni uomo (cfr. Gv 1,9). Egli scrive in noi la sua parola: «noi siamo una lettera di Cristo [...], scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei nostri cuori» (2Cor 3,3).

La voce che Dio fa risuonare nel nostro intimo è quotidiana. Il salmo 94,8 dice: «ascoltate oggi la sua voce: "non indurite il cuore"». I maestri spirituali insegnano che, a volte, un pensiero arriva all'improvviso, senza motivo, riempie l'anima di consolazione e di pace, e dolcemente porta con sé una nuova luce in cui guardare se stessi oppure una nuova capacità di decidere, di fare una scelta di vita. Se ci lasciamo istruire da Dio, i suoi pensieri diventeranno i nostri pensieri.

L'attrazione interna ci porta al Figlio incarnato, l'unico che ha visto il Padre e che lo può rivelare (cfr. Gv 1,18). Il mistero dell'incarnazione ci porta poi a pensare all'incontro con Gesù, oltre che dentro di noi, anche nella vita di tutti i giorni e, specialmente, nel prossimo bisognoso, dal momento che Gesù ritiene fatto a sé quanto facciamo a uno dei suoi fratelli più piccoli (cfr. Mt 25,40).

Preghiera:

Padre santo, concedi a noi e a tanti uomini e donne che incontriamo sul nostro cammino di essere docili alle tue ispirazioni, di lasciarci coinvolgere nella relazione con te, senza farci attirare da soddisfazioni superficiali e, in fondo, cattive.

Agire:

Oggi penserò di andare incontro a Gesù, andando incontro a un fratello bisognoso.

Commento a cura di don Nunzio Capizzi

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