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TESTO Affidàti al Figlio

Messa Meditazione  

Mercoledì della III settimana di Pasqua (09/04/2008)

Vangelo: Gv 6,35-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Lettura

I versetti del brano odierno sono rivolti criticamente ai Giudei, che hanno già manifestato la loro incredulità con la richiesta di un segno. Ad essi, che persistono nell'incredulità, Gesù rivolge il rimprovero: vedono, ma non credono (v. 36). Passando poi al suo atteggiamento verso gli uomini, dice che egli non scaccerà nessuno che voglia far parte dei credenti in lui (v. 37). Egli, infatti, è il Figlio che fa la volontà del Padre e non deve perdere nessuno di coloro che il Padre gli ha affidato. Il Padre vuole che ognuno creda nel Figlio e, in tal modo, ottenga la vita eterna (vv. 38-40).

Meditazione

Gesù afferma che il Padre e lui cooperano per dare la vita eterna a chi, credendo, va a lui. Il primo ad agire è il Padre: egli dà a Gesù gli uomini che devono appartenergli. Il Padre, «che è più grande di tutti», affida a Gesù le pecore (cfr. Gv 10,29). Per i discepoli, tratti dal mondo e donati a lui, Gesù dirà al Padre: «ho fatto conoscere il tuo amore agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola» (Gv 17,6) e «io prego per loro [...] perché sono tuoi» (Gv 17,9).

Il Figlio, che fa la volontà del Padre, non perde nessuno dei fratelli affidatigli. Li protegge e vigila perché nessuno di essi vada perduto. Dirà: «quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi» (Gv 17,12). Ad essi, inoltre, dona la vita eterna: aderire al Figlio, infatti, è avere già ora la vita eterna, che consiste nell'amore del Padre e dei fratelli e che troverà il pieno compimento nella risurrezione, «nell'ultimo giorno» (v. 39).

All'uomo è richiesto un movimento: rispondere all'azione del Padre, andando a Gesù (cfr. v. 37) con la fede e con l'umiltà. Spiega sant'Agostino: «"colui che viene a me, non lo respingerò". No, non ci respingerà il Signore! Non siamo forse sue membra? Ha voluto diventare il nostro Capo insegnandoci l'umiltà! Ascoltatelo: "venite e a me voi tutti che siete affaticati e oppressi. Io vi darò completo riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, che sono mite e umile di cuore". Quando avrete imparato a far questo, troverete "pace per le anime vostre" (Mt 11,28-29). E non sarete messi alla porta!».

Preghiera:

Padre santo, donaci la grazia di lasciarci attirare da te al Figlio, Signore della vita. Fa' che, nell'umiltà, rimaniamo uniti al nostro Capo. Egli non cesserà di vegliare su di noi, di donarci la sua vita, anticipo di quella che ci aspetta alla mensa degli invitati alle nozze eterne, nei secoli dei secoli.

Agire:

Compirò degli atti di fiducia, pensando al Figlio che mi custodisce.

Commento a cura di don Nunzio Capizzi

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