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TESTO La vittoria sul mare

Messa Meditazione  

Sabato della II settimana di Pasqua (05/04/2008)

Vangelo: Gv 6,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Lettura

Il testo inizia con l'indicazione temporale della sera e con quella del movimento di discesa dei discepoli nel mare (v. 16). Nel buio della notte e durante l'assenza di Gesù (v. 17), un grande vento spinge la barca, su cui essi si trovano diretti a Cafarnao, verso il basso e le solleva il mare contro (cfr. v. 18). Gesù viene incontro ai discepoli, camminando sulle acque (v. 19) e li invita a non aver timore davanti a «Io sono» (v. 20). I discepoli lo accolgono sulla barca e subito raggiungono la meta (v. 21).

Meditazione

La traversata è metafora della nostra esistenza umana ed ecclesiale: la Chiesa, simboleggiata dalla barca, in assenza di Gesù, sperimenta la paura e la difficoltà di compiere la traversata. Nella sera, le tenebre catturano i discepoli e questi rimangono in balìa del mare, del vento e dello smarrimento. Nella Scrittura, molte volte il mare richiama la morte. Si pensi, ad esempio, al versetto 5 del salmo 17, nel quale l'orante mentre loda Dio, richiamando alla memoria i pericoli mortali da cui egli l'ha scampato, afferma: «mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi». Questi flutti sono pure quelli che hanno circondato Gesù, nella sua passione.

Nel momento più critico, «dopo aver remato circa tre o quattro miglia» (v. 19), quando cioè si trovano verso la metà del lago, lontani sia dal punto di partenza che da quello di arrivo, i discepoli vedono Gesù camminare sulle acque. Egli si presenta, in altri termini, come il vincitore della potenza del mare, come colui che ha vinto la morte. I discepoli passano, però, dalla paura della morte alla paura del Signore della vita. Gesù li rassicura con la sua presenza e con la sua parola: «Sono io, non temete» (v. 20). L'uomo, fin dall'inizio (cfr. Gen 3,10) ha paura di Dio e Dio, apparendogli, gli dice di non aver paura. Dio, infatti, «è amore» e «l'amore perfetto scaccia il timore» (cfr. 1Gv 4,16.18).

Quando, nella burrasca, accettiamo il mistero di passione e di risurrezione di Gesù, sperimentiamo la sorpresa della presenza del Signore che cammina sulle acque e che scaccia il nostro timore. L'accoglienza del Crocifisso Risorto e il ricongiungimento con lui, nella burrasca, avranno come conseguenza l'approdo sicuro alla riva della luce e della pace di Dio.

Preghiera:

Signore della vita, che hai camminato sul mare, che hai sconfitto la morte, concedici la grazia di riconoscerti, quando ti presenti come colui che cammina sui flutti che ci circondano, di non aver paura, ma di abbandonarci con fiducia a te.

Agire:

Penserò, con gratitudine, ai flutti di morte dai quali il Signore della vita mi ha liberato.

Commento a cura di don Nunzio Capizzi

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