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TESTO Commento su Giovanni 20,1-9

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (23/03/2008)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Gesù è risorto! Credo che solo ripeterci questo annuncio gioioso riempia il cuore di una felicità incontenibile!

Sapere che Gesù è vivo per sempre, che ha vinto la morte, è motivo di un travolgente desiderio di cantare, di ballare, di gridare ad alta voce che è vero, è proprio vero: Gesù è risorto!

Dopo tutto il buio dei giorni scorsi in cui abbiamo rivissuto nella Settimana Santa la sofferenza del nostro Maestro e Signore, dopo averlo visto morire sulla Croce per dimostrarci il suo amore... ecco che ora possiamo cacciare via la tristezza ed esplodere nella gioia, perché è risorto, è vivo, è qui, in mezzo a noi!

Solo per un attimo, però, prima di assaporare fino in fondo la felicità per questa bellissima stupenda certezza, proviamo a rileggere insieme il racconto che l'evangelista Matteo ci ha fatto quest'oggi, così da percorrere passo passo il cammino delle donne alla tomba di Gesù e condividere con loro lo stupore di questa scoperta che non ha paragoni!

È un Vangelo che comincia sottovoce e anche noi lo leggiamo sottovoce, nel silenzio un po' ovattato della prima mattina, quando comincia a schiarire il cielo, ma il sole ancora non mostra i suoi raggi.

È l'alba del primo giorno dopo il sabato e nella luce appena chiara due donne si avviano verso il sepolcro dove il venerdì, al tramonto, è stato posto Gesù. Maria di Magdala e un'altra donna, che si chiama anche lei Maria, stanno andando alla tomba di Gesù.

Perché vanno? E perché così presto? Il sole ancora non è sorto, fa freddo, l'erba è bagnata di umidità...

Perché vanno alla tomba di Gesù? mi sembra che il motivo sia abbastanza semplice. Quando muore qualcuno che ci è caro, qualcuno a cui vogliamo molto bene, i primi giorni senza di lui o senza di lei, sono terribili. Ci si aspetta di rivederne il volto e il sorriso da un momento all'altro. Ci si aspetta di averlo intorno, come sempre. Di sentire la sua voce. Di vedergli fare i gesti di tutti i giorni... e invece si resta delusi. Allora viene il desiderio di andare al cimitero, per restare almeno vicini a dove è sepolto il corpo, quasi per far durare un po' di più la presenza di quella persona.

Credo che le due donne di questo brano del Vangelo abbiano vissuto tutto questo.

Durante il giorno di sabato la Legge di Israele vietava loro di andare alla tomba, ma non appena è spuntato il nuovo giorno, non hanno voluto perdere un solo minuto, non hanno voluto più aspettare, e si sono avviate.

Intorno è tutto tranquillo, tutto silenzio... quando d'improvviso accadono alcuni fatti straordinari: "vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve".

La tomba di Gesù era scavata nella roccia e, secondo le consuetudini del popolo ebraico, l'apertura della tomba era stata chiusa con una grossa roccia, molto pesante.

Un'improvvisa scossa di terremoto la fa tremare e un angelo, sceso dal cielo, si avvicina e la rotola via, per poi sedersi su di essa. Un angelo luminoso, dalle vesti bianchissime.
Di certo non è qualcosa che si vede tutti i giorni, vero?!

E infatti, ci dice il Vangelo: "Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte" e mi sembra solo normale, poverine!
Un terremoto, un angelo di luce, la pietra rotolata...

Non solo le guardie avranno avuto paura: credo che anche Maria di Magdala e l'altra Maria si siano prese un bello spavento! Ma l'angelo, tranquillo, si rivolge proprio a loro per rassicurarle: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto".

È bello che l'angelo parli alle donne dicendo che sa chi stanno cercando: "Gesù, il crocifisso", quasi per togliere ogni dubbio che stiano parlando proprio della stessa persona.

Quel Gesù che hanno visto morire sulla Croce, quel Gesù che hanno avvolto nel sudario e deposto nella tomba, non è qui.

Non è più dentro il sepolcro scavato nella roccia. Non è qui. È risorto!

È risorto come aveva detto tante volte, senza che i discepoli comprendessero le sue parole!

E ancora per rassicurare le due Marie, l'angelo indica la tomba vuota: "venite, guardate il luogo dove era stato deposto". Controllate pure, sembra voler dire, non vi sto ingannando. Non è qui, perché questa è una tomba, un luogo per i morti, mentre Gesù è risorto ed è vivo!

Non possiamo vedere l'espressione sul volto delle due donne, ma credo che riusciamo a immaginarla! Passano in un istante dal dolore che le lacerava, al timore per quello che sta accadendo sotto i loro occhi, e poi si ritrovano come travolte da una notizia così incredibile: Gesù è vivo! E infatti la tomba è vuota!

L'angelo non ha ancora terminato di parlare: deve affidare alle due donne una missione importantissima: "Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete".

Che incarico speciale stanno ricevendo dall'angelo, Maria di Magdala e l'altra Maria! Devono portare ai discepoli del Maestro e Signore la più bella delle notizie: è risorto dai morti e li sta aspettando in Galilea. Lì si farà vedere da loro!

Non se lo fanno ripetere e partono subito, in fretta, di certo si slanciano di corsa per lo stesso sentiero che hanno percorso poco prima, ma che differenza!

Erano andate verso la tomba con il cuore pesante e gli occhi pieni di pianto, mentre ora corrono leggere e felici, con il cuore che batte velocissimo al pensiero di una notizia tanto bella!

Ma le sorprese, per loro, non sono ancora finite. Strada facendo è proprio Gesù che va loro incontro e le saluta per primo: "Gesù venne loro incontro e disse: Salute a voi!"

Non so immaginare che emozione dev'essere stata per loro vederselo davanti, sentirne di nuovo la voce! Quella voce che amavano tanto!

Non hanno parole per rispondere a quel saluto straordinario: semplicemente gli si avvicinano e si inginocchiano per adorarlo, riconoscendo che è davvero Dio.

Al tempo stesso, gli dimostrano tutto il loro affetto: "esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono", cioè gli circondano le caviglie con le braccia. È un gesto che mi commuove sempre. Perché è di certo un gesto che esprime il rispetto e l'adorazione, riservati a Dio.

Ma dice anche, molto chiaramente, qual è il desiderio del cuore delle due Marie: non far andare via il Signore! Se gli abbracciano i piedi, lui non può allontanarsi! Deve restare con loro!

Gesù ripete di persona lo stesso incarico che avevano ricevuto dall'angelo e le rassicura: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno".

Non devono aver paura di perdere un'altra volta il Maestro e Signore: ormai non andrà più via, ormai non c'è più motivo di temere! È risorto, è vivo, è con noi per sempre!

Per questa domenica di Pasqua, sentiamo rivolto anche a noi l'invito fatto dall'angelo e da Gesù alle donne: annunciare a tutti che il nostro Signore è vivo, è risorto!
Prendiamolo sul serio questo impegno!

A tutti quelli che incontriamo, oggi e nei prossimi giorni, non limitiamoci a dire: "Auguri!" o "Buona Pasqua!", ma diciamo con gioia: "Gesù è vivo, è risorto!"

Commento a cura di Daniela De Simeis

 

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