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TESTO Commento su Matteo 26,14- 27,66

don Stefano Varnavà

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Domenica delle Palme (Anno A) (16/03/2008)

Vangelo: Mt 26,14- 27,66 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 14uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge.

32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:

d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire sulle nubi del cielo».

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».

67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».

20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Si è preannunziata già in questi giorni, e oggi entra nel vivo, la campagna (non quella elettorale) dei Giudei e dei Sommi sacerdoti contro Gesù. Una campagna su tutti i fronti che doveva terminare per forza con la denunzia, con il trovare dei testimoni disposti a testimoniare contro di Lui e con la condanna di Gesù (anche se innocente), da parte di Pilato (giudice non più ecclesiastico ma civile) affinché si potesse ucciderLo, condanna che già gli ebrei Gli avevano assegnato, ma che non potevano eseguire perché solo la "Forza romana" era autorizzata a eseguirla.

Gesù, da parte dei Sommi Sacerdoti e dai Farisei, viene accusato di bestemmia, ma davanti a Pilato l'accusa viene mutata con quella di "sobillatore", di uno che vuol farsi re e di essere contro i Romani perché guerrigliero. In questo modo ottengono, da un giudice che non voleva "fastidi", che si era "lavato le mani" sulla sorte di Gesù, la pena di morte per il Medesimo, dove, la pena di morte per casi di questo genere, cioè per casi politici, era la crocifissione.

Narra la storia o la tradizione, che Pilato di condanne alla crocifissione ne abbia "comandate" a decine: una maniera "molto" esemplare che usavano i Romani per tenere politicamente soggetti gli ebrei.

Questa settimana si snoda in diversi avvenimenti che sarebbe bene ricordare. Innanzitutto, il primo giorno ebraico, non festivo, quando Gesù incontra il "fico sterile". Poi, quando Gesù entra nel Tempio e viene rimproverato dagli altri: "Con quale autorità fai queste cose?, e poi, avvenimento più importante, quando il giorno delle palme rovescia le bancarelle dei cambiavalute e con una frusta, fatta al momento, fa scappare persone e animali provocando un "putiferio": in questo modo coinvolge i commercianti. Bisogna fare attenzione a non "toccare" i commercianti...: toccando loro Gesù ha fatto traboccare il vaso, perché loro avevano "pagato" i Sommi sacerdoti per avere il permesso di vendere nel Tempio.... (toccare la gente sui soldi è pericoloso!).

Gesù, nel Tempio, in questo primo giorno della settimana, insegna parlando dei due figli, uno dei quali, risponde al padre, che gli chiede di andare a lavorare nei campi,: "Sì vado subito!", ma poi invece non va, e l'altro, che alla stessa richiesta risponde: "Non ho voglia", e poi ci ripensa e va. Gesù per insegnare chiede ai presenti: "Chi fa la volontà del padre?". Ovviamente quello che è andato effettivamente al lavoro.

Questo è un insegnamento valido anche ai nostri giorni: di parole ne sentiamo tante, troppe, ma... i fatti?

Tutti coloro che dicono di essere per i poveri, per i non abbienti.....: sta di fatto che le persone drogate e i ragazzi da recuperare sono soccorsi solo dalle nostre Associazioni e non da quelle politiche! Certo, non è realizzante seguire i drogati, gli sbandati... quindi sono (come ho già detto) solo le nostre Associazioni che lo fanno, perché lo fanno in nome di Dio, in nome di Gesù Cristo: "Chi fa la volontà del Padre Mio che è nei Cieli". Bisognerebbe essere capaci di "sbugiardare" parecchie persone: coloro che si fanno belli con le "penne" degli altri!

Poi...., nel Tempio arrivano le guardie per arrestare Gesù, ma la folla intorno era molta, quindi le guardie esitano per paura di una ribellione, perché molti erano coloro che serbavano rancore ai Sommi Sacerdoti!

Le guardie ritornano indietro a mani vuote e i Farisei domandano: "Ma perché non Lo avete preso?". Le guardie rispondono: "Diceva cose bellissime, la folla ne era incantata, come si poteva arrestarLo?".

A questo punto scatta la feroce reazione degli abbienti, di coloro che possiedono l'autorità e che si sentono autorizzati ad arrestare chiunque abbiano deciso di arrestare: "Anche voi volete farvi Suoi discepoli? C'è forse qualcuno dei Sommi Sacerdoti o dei Farisei che Gli abbia creduto?". Evidentemente si ritenevano il "metro di misura" per ciò e a chi si doveva credere! Spesso questo è il tipico ragionamento di coloro che hanno in mano le leve del potere, le leve della comunicazione.

Gesù ritorna a Betania dove pernotta. Così finisce la prima giornata e... apparentemente tutto è "filato" liscio.

Nel secondo giorno Gesù ritorna: il fico che Lui aveva maledetto è inaridito quindi viene "attaccato". Con in mano le monete del tributo Gli chiedono: "E' lecito pagare o no il tributo a Cesare?" Cesare era l'autorità romana, quindi si dicevano: se questi paga il tributo a Cesare è coi Romani, se invece rifiuta di pagare va contro le leggi.

Gesù dice: "PortateMi da vedere la moneta del tributo". Gliela portano: era una moneta battuta a Roma raffigurante l'effigie di Cesare. Gesù chiede: "Di chi è questa effigie?, Di chi è questa moneta?" (Una volta le monete non venivano emesse dallo Stato ma le emetteva la singola persona). Gli rispondono: "Di Cesare". "Se la moneta è di Cesare vuol dire che avete fatto un baratto con lui, quindi restituite a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Non è giusto parlare solo dei soldi che devono essere restituiti a Cesare dimenticandosi di tutto quello che si deve a Dio".

Con la Sua risposta Gesù mette a tacere i Sommi Sacerdoti.

E' troppo comodo parlare solo di giustizia sociale o economica dimenticando la giustizia nei riguardi di Dio. Certo, agli atei non importa nulla della giustizia nei riguardi di Dio, ma... allora, cosa dobbiamo dire dei cattolici che vanno con gli atei? Gli interessi davanti alla fede, dimenticandosi della frase di Gesù che dice: "Non si può servire contemporaneamente il denaro e Dio: ci sono momenti nei quali uno dei due viene sacrificato".

A Gesù viene posta un'altra domanda "trabocchetto": "Si dà il caso che una donna sposi un uomo, questo muore e ne sposa un altro, anche quest'altro muore e ne sposa un altro ancora (che iella!); quando la donna muore e va di là ritrova tutti suoi mariti: quale è il suo vero marito?". Gesù risponde: "Il vostro "quesito" non tiene conto di una cosa fondamentale, che davanti al Signore non ci sono morti, ma solo vivi, e poi... di là non c'è nessuna necessità di sposarsi, di convivere con una persona (nel senso umano che intendiamo noi) perché tutti saranno come gli Angeli di Dio".

A questo punto Gesù passa al contrattacco con invettive molto forti nei confronti dei farisei: "State attenti, guardatevi dai Farisei, fate tutto quello che dicono, perché dicono delle cose belle, ma non fate quello che fanno".

Ci sono delle persone che dicono delle cose bellissime ma... non fanno delle cose altrettanto bellissime!

"Guardate quello che fanno!": molti dicono: "Io dico quello che faccio", d'accordo, ma bisogna vedere quello che fanno!

Gesù poi si mette in fondo al Tempio seduto accanto alla "cassetta" delle elemosine e dice agli Apostoli di "guardare". Vien da dire: "Che curioso! Un po' di educazione....". Arrivano le persone e mettono nella cassetta le loro offerte: favolose offerte che producono un forte tintinnare di metallo: oro e argento; arriva poi una vecchina che introduce nella cassetta una monetina (l'obolo della vedova) che produce un ben misero tintinnio di rame; Gesù dice: "Quella vedova ha dato di più di tutti gli altri". Gli apostoli domandano: "Perché?". Gesù risponde: "Quella vedova ha dato del suo necessario; gli altri hanno dato del loro superfluo". Davanti agli uomini, "gli altri" sono i meritevoli perché hanno dato tanti soldi, ma davanti a Dio, la meritevole è la vecchina che ha dato del suo necessario, e lo ha dato con fede.

Gesù continua: "Voi non volete accettare che Io sia qualche cosa di più di un uomo. Ma come Davide disse: "Disse il Signore al mio Signore siedi alla Mia destra". Questo sta ad indicare che qui in mezzo a voi c'è Qualcuno più grande di voi".

In un altro punto Gesù dirà: "Io sono": la frase che Dio si attribuisce.

Quando poi Gesù esce dal Tempio, piangendo predice la fine di Gerusalemme: "Gerusalemme non hai capito la grande fortuna che avevi e Mi hai sempre ostacolato. Io volevo raccogliere tutto il popolo ebraico per farlo diventare il diffusore della vera religione del Dio vivente, invece il popolo ebraico non ha voluto; solo una piccola parte Mi ha seguito e per questo non si sono salvati".

Tante volte ci si salva perché si rientra in un piano di Dio: in questo caso Dio aiuta, Dio preserva; ma se si rifiuta il Suo piano, Egli ti lascia fare da solo senza l'aiuto della Sua protezione.

Gesù piange su Gerusalemme e dice: "Non rimarrà pietra su pietra di tutto questo". E così è stato.

Gesù racconta le parabole delle "10 vergini", dei Talenti; Gesù parla del "Giudizio universale".

Poi, Gesù pernotta nell'Orto degli Ulivi.

Giuda, a questo punto, capisce che Gesù non uscirà da Gerusalemme, che Gesù non andrà a Betania dove sarebbe stato difficile catturarLo; Giuda comprende che Gesù dormirà nell'Orto degli Ulivi in Gerusalemme, un posto accessibile a tutti, quindi va dai Sacerdoti, i quali avevano sparso la voce (lo abbiamo letto nel Vangelo) "Che chiunque sapesse dove Egli si trovava, Lo denunziasse così che essi potessero prenderLo", e domanda loro: "Quanto mi date se vi dico dove Lo potete trovare?".

Trenta danari! I trenta danari famosi, che poi erano in realtà trenta "sicli" ebraici. I sicli valevano tre volte i denari romani, per cui, il loro vero valore era o di 90 danari romani o 30 sicli ebraici.

Con i "trenta danari" si consuma il tradimento!

Giuda, che come si legge nel Vangelo di oggi, quantizzava tutto: anche l'atto d'amore di Maria, infatti egli dice: "Perché quest'olio profumato non si è venduto per 300 danari per poi darli ai poveri".

Quantizzare l'amore! E' vero che chi più ama più spende; dalla spesa che una persona fa si può anche giudicare il suo amore, però....

"Per poi darlo ai poveri!". Ma..., Giovanni che allora aveva solo 17 o 18 anni, e "vedeva" le cose in modo giusto, aggiunge: "Questo egli disse non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro!".

Attenzione a quelli che parlano sempre dei poveri, degli ultimi, della Bosnia....: se si ascolta quello che viene detto su qualche giornale, sembra che la Bosnia sia diventato il luogo franco per lo scambio di armi e droga, e il tutto coperto da tante "bandiere", da tante rappresentanze.....

"Perché quest'olio profumato non lo si è venduto per 300 danari per poi darli ai poveri...": quanta gente fa promesse per coloro che hanno meno, ma.... in realtà a loro non interessa chi ha meno.

"Perché era ladro, e siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro....": ecco il punto. Attenzione a quelli che tengono la cassa dello Stato, a quelli che tengono la cassa di una casa, a quelli che tengono la cassa di un'organizzazione....

Assistiamo al tradimento di Giuda. Forse lo avrà fatto in buona fede, forse voleva solo provocare Gesù perché manifestasse la Sua gloria, però, quello che è certo, Giuda aveva bisogno di soldi! Chissà che rabbia quando si sarà visto sfumare l'affare dei 300 danari del profumo: "Con quei soldi mi sarei potuto sistemare!....": non dimentichiamo che la tradizione dice che Giuda giocava e scommetteva.

Arriviamo all'ultima cena (cena che noi ricorderemo giovedì). Cena che parte con la lavanda dei piedi.

Mentre Gesù preannunziava la Sua morte, ecco che la mamma di Giacomo e Giovanni, dice a Gesù: "Mi sembra di aver sentito dire che inaugurerai il Tuo Regno. Non per far torto agli altri, ma Ti raccomando in modo particolare i miei figli: uno Ministro degli interni e uno Ministro degli esteri. Gesù domanda loro: "Potete bere questo calice? Potete assumervi questa responsabilità?". Risposta: "Sì, certo".

Gli altri Apostoli che hanno udito il discorso della mamma di Giacomo e Giovanni, incominciano a "reclamare" e a "insultare" sia i figli che la madre che si è "intrufolata" nella faccenda.

Gesù tace ma quando entra nel Cenacolo, prende un catino e un asciugamano, e pretende che tutti si lascino lavare i piedi: piedi di persone che avevano camminato...., non i piedi ben puliti, profumati che preparano per la "lavanda dei piedi" in Duomo! Domanda cattivella: "Perché, per imitare veramente Gesù, per la "lavanda dei piedi" in Duomo, fatta dal Cardinale, non si va al parco a prendere qualche barbone??..." Non lo dico per polemica ma perché Gesù ha fatto così: ha lavato dei piedi sporchi.

Gesù ha voluto lavare i piedi a tutti i presenti (anche a Pietro che si rifiuta) e poi dice: "Guardate che l'autorità non corrisponde al potere: chi ha autorità, l'ha per servire e non per esercitare il potere. Se volete avere autorità nella Mia Chiesa, non dovete esercitare il potere, ma il servizio".

Speriamo che qualcuno metta in pratica le Parole di Gesù! E non solo nella Chiesa, ma anche nello Stato e nella politica.

L'ultima cena continua con Gesù che arriva alla consacrazione. Poi... la passione.

Tutte queste cose ve le ho dette perché in genere siamo distratti. Un po' perché i ragazzi incominciano le vacanze scolastiche, un po' perché gli uffici e le fabbriche chiudono e quindi si pensa solo ad andare in vacanza.

Mettiamoci in questa atmosfera: cerchiamo di vivere con Gesù questa Settimana Santa, in maniera tale che tutto il tesoro di grazie, che in questa settimana è pronto e preparato nel Cielo per essere dato a ciascuno noi, che tutto il tesoro di guarigioni pronto per essere elargito a ciascuno di noi, possa scendere su di noi attirato dal nostro pensiero e dal nostro amore.

 

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