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TESTO La vita cristiana è come una risurrezione

don Roberto Rossi  

V Domenica di Quaresima (Anno A) (09/03/2008)

Vangelo: Gv 11,1-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, 3le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Il profeta Ezechiele, agli esuli scoraggiati a Babilonia annunzia il ritorno in patria sotto l'immagine di una risurrezione, con l'animazione dello Spirito. Lo Spirito Santo abita nel cristiano, afferma San Paolo nella seconda lettura, lo santifica e gli dà il pegno della risurrezione.

Il Vangelo riporta la risurrezione di Lazzaro, anticipazione di quella di Cristo stesso, e ne spiega il significato: Gesù è risurrezione e vita per chi crede in Lui.

Gesù davanti alla morte di un amico si commuove, piange, è accoratamente inserito nel lutto di quella famiglia. Compie il miracolo della risurrezione. Non accetta la scomparsa di Lazzaro. Poteva dire a Marta ed a Maria: «Non piangete. Ritroverete vostro fratello nella vita eterna». Invece no. Lui che aveva il potere di farlo, lo risuscita.

Due riflessioni su questo fatto. Anzitutto la risurrezione di Lazzaro è il segno della nostra speranza. Anche noi risorgeremo. La vita è un rapido passaggio, ma anche la morte non è definitiva. Siamo destinati alla vita che non tramonta, alla vita eterna.

Nella Pasqua che viene fra 15 giorni celebriamo Gesù che risorge dalla morte e ci apre il passaggio alla vita eterna. Anche noi risorgeremo e saremo immortali, in seno al Padre. Ma Gesù non s'è commosso solo di fronte alla morte di un amico. S'è commosso per le folle che non avevano da mangiare ed ha moltiplicato i pani ed i pesci. S'è commosso di fronte ai lebbrosi, ai paralitici, ai ciechi, ai sordi, agli zoppi, agli indemoniati: e li ha guariti. S'è commosso davanti alla donna adultera che stava per essere lapidata e l'ha salvata. La morte fisica è solo il simbolo di tante altre morti da cui è minacciato l'uomo: le guerre, le violenze, la miseria... in tante parti del mondo.

Di fronte alla morte fisica e alle tante altre morti, il discorso del cristiano non è di tipo consolatorio. Il Vangelo non ci dice: «Rassegnati, tanto non puoi farci nulla». Gesù si impegna per ogni sofferenza dell'uomo, compresa l'ultima e definitiva, la morte. Comanda a Lazzaro di risorgere per dirci che, con l'aiuto di Dio, non ci sono limiti nel nostro impegno contro la morte, contro tutte le morti. Di fronte alle quotidiane razioni di massacri e di violenze contro l'uomo che sfilano sul teleschermo, non possiamo assumere un atteggiamento distaccato, disimpegnato: «Non posso farci nulla, ci pensino i governi, ci pensi l'Onu. Oggi purtroppo questo è l'atteggiamento più comune. La sofferenza e la morte degli altri diventano spettacolo televisivo, cronaca di giornale, forse una piccola commozione momentanea e niente più.

C'è anzitutto un dovere di partecipazione: il dolore dei miei fratelli non mi può lasciare indifferente. Devo avere «un cuore grande come il mondo»: nulla di quanto succede al mondo è estraneo a chi è seguace di Cristo. Quando un uomo è schiacciato, oppresso, affamato, torturato, perseguitato, ucciso, la cosa mi riguarda personalmente. Come cristiano mi commuovo, mi interesso, partecipo, faccio quel che posso affinché quello strazio finisca.

Noi abbiamo il diritto di credere che risorgeremo dai morti, se ci commuoviamo e facciamo qualcosa per gli affamati, i disoccupati, i bambini abbandonati, le famiglie senza casa. Altrimenti la nostra speranza è abusiva. La fede ci restituisce pienamente all'uomo, ci pone sul sentiero delle sofferenze umane con una carica di solidarietà e una speranza in più. Guai se la fede nella risurrezione dai morti ci porta ad avere minor compassione e solidarietà con i vivi. Non è più fede autentica, non è più la fede che aveva Gesù.

La speranza della vita eterna ci porta ad amare la vita, a lottare per la vita, affinché il diritto alla vita sia riconosciuto a tutti. Vivere è dono di Dio, che non è il Dio dei morti, ma dei vivi.

Cristo è la risurrezione e la vita. E'la mia risurrezione, è la mia vita. E' la forza della risurrezione per tutti. Sento rivolte anche a me le parole di Gesù "risuscitate i morti"? So compiere gesti di vita e resurrezione ogni giorno?

 

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