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TESTO Il volto di Dio e i volti dell'uomo

don Maurizio Prandi

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (06/03/2005)

Vangelo: Gv 9,1-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Forma breve (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38):

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita; 6sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Nel cammino alla scoperta della verità di noi stessi oggi ci viene detta una verità, forse un po' scomoda ma pur sempre una verità: siamo ciechi. Nell'uomo del vangelo, cieco dalla nascita, siamo chiamati a riconoscerci tutti: dalla nascita... vuol dire che rappresenta la condizione umana. In lui deve rispecchiarsi l'esperienza costante dell'uomo nella storia. E' proprio bello il cammino che la Parola di Dio ci fa fare domenica dopo domenica. Sette giorni fa abbiamo riflettuto su Cristo che è l'acqua viva che disseta. Oggi vediamo Cristo come la luce che illumina la nostra vita. La notte di pasqua rivivremo questi segni nell'acqua del battesimo e nella luce del cero pasquale. Il vangelo di oggi ci invita a vedere con chiarezza, con gli occhi del cuore e della mente chi è il Cristo. Ma non solo il vangelo, perché alcuni problemi di vista ce li ha anche il Samuele della prima lettura, chiamato a consacrare Davide re d'Israele... ha però il problema di individuarlo questo Davide, e forte dell'esperienza fatta con Saul, Samuele pensa che gli elementi che permettono di identificare il re siano soprattutto di tipo esteriore, per cui la scelta cade su Iesse, alto... bello... Il Signore però fa udire la sua voce e fa capire tutta la sua distanza da quel modo di vedere: l'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore. Il cuore per il mondo semitico è il centro della persona, il luogo in cui si prendono le decisioni: è il cuore che informa l'agire. Non è l'esteriorità che deve costituire il principio della nostra valutazione della realtà, ma ciò che, pur essendo invisibile, orienta l'agire. E' sempre valida l'affermazione del Piccolo Principe che dice: l'essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che con il cuore. Insieme a Samuele, ognuno di noi è rimandato a un più profondo cammino di lettura del reale.

a) Il volto di Dio

Ne' lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.

Un Dio che opera quindi... non è un Signore lontano e indifferente, ma un Padre che agisce nella storia umana, nelle vicende terrene, e davanti a quest'affermazione il cuore non può che colmarsi di gioia. Gesù non intende affermare che la cecità è stata programmata da Dio perché poi Lui potesse compiere un miracolo. Sarebbe un Dio molto strano quello che procura un'infermità così grave soltanto per mostrare la sua bravura nel guarire. Ciò che invece s'intende dire è che la situazione di sofferenza, di difficoltà, di bisogno dell'uomo può trovare in Gesù uno sbocco; una realtà di povertà e di sofferenza viene mutata in realtà di speranza, di luce, in gloria di Dio appunto... in Gesù la vita di ogni uomo riceve una svolta in senso positivo: la mia cecità, la nostra cecità, in Gesù trova una risposta capace di illuminare. Ma non solo un Dio che opera, perché Gesù ci rivela un Dio che ha un profondo rispetto della libertà umana: infatti il miracolo non costringe a credere; piuttosto apre un dibattito in cui si confrontano increduli e credenti. Nemmeno la testimonianza di colui che ha cominciato a vedere risulta decisiva: bello che Gesù denunci la situazione di peccato e di rifiuto ma non imponga l'adesione alla sua persona. La luce del mondo può venire oscurata dal rifiuto degli uomini, ma proprio in questa situazione apparentemente assurda Dio manifesta l'amore e il rispetto per le sue creature.

b) I volti dell'uomo

Dobbiamo compiere le opere di Colui che mi ha mandato finché è giorno. E' strano questo plurale secondo alcuni... Gesù afferma che non soltanto Lui compie le opere, ma anche i suoi discepoli. Gesù è la luce del mondo, ma anche i discepoli, poveri e deboli come sono, dovranno un giorno manifestarsi così... (Voi siete la luce del mondo...). Trovando la cecità sul loro cammino dovranno essere capaci di trasformare questa realtà... la cosa più grande che la fede permetta è proprio questa: trasformare in realtà che parlano di amore e di speranza le condizioni di debolezza, di fragilità, di sofferenza dell'uomo.

Ma c'è anche un altro volto dell'uomo, è quello dei vicini e di quelli che lo avevano visto prima (il vangelo li definisce così). Sono persone curiose, che pongono tante domande perché sono di fronte ad un fatto strano e singolare; sono domande di pura curiosità, tanto che quando arriva la risposta del cieco guarito: non so dove sia Gesù, le domande terminano. A questo punto, da parte loro doveva esserci invece il tentativo di andarlo a cercare; ma a loro, in tutta evidenza, non interessa andarlo a cercare. Ecco che la loro conoscenza rimane radicalmente superficiale. I vicini allora rappresentano l'atteggiamento dell'uomo curioso, che non si lascia coinvolgere dall'avvenimento. E' un avvenimento che non diventa impegnativo, che non cambia la vita. Nei confronti di Gesù come mi pongo? Curiosità o sincera ricerca?

Poi il volto dei genitori del cieco, che hanno paura di essere espulsi dalla sinagoga, cosa questa che significava la morte dal punto di vista sociale: esclusione dai rapporti umani e quindi isolamento, solitudine, emarginazione... per riconoscere Gesù c'è dunque un prezzo da pagare, ma questi genitori non sono disposti a pagarlo e per questo non arriveranno alla fede. C'è una legge, che il mondo scrive, ed è la legge dell'autoconservazione, ma chi segue il Signore ha imparato un'altra legge, la legge del dono e della gratuità, forse troppo nuova e troppo diversa... tanto nuova e diversa che ti può far sentire isolato di fronte al mondo. Ma è quella che apre il cammino della fede, quella che ti fa fare il passo decisivo per l'incontro personale con Gesù. Allora i tuoi occhi, come quelli del cieco si apriranno per vedere la bellezza di Dio splendere sul volto del Figlio.

 

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