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TESTO Illuminati

Paolo Curtaz  

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (02/03/2008)

Vangelo: Gv 9,1-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Forma breve (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38):

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita; 6sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

La samaritana dalla vita affettiva frammentata è corteggiata dall'unico che davvero la ama e la rispetta ed è dissetata da quell'amore che, invano, ha cercato di trovare tra le braccia di un compagno.

La sete infinita, sete di infinito, che inquieta il suo cuore ha bisogno della sorgente di acqua viva, l'unica che può spegnere (colmare?) ogni desiderio. Così Gesù la cerca, cerca lei e noi, per farla diventare sposa e testimone.

Giudicata e malvista, pubblica peccatrice costretta ad andare al pozzo nell'ora più calda del giorno, pur di non incontrare i benpensanti di allora e di oggi, ora torna tra la sua gente ignara di sé, consapevole solo di ciò che ha trovato.

Dio folle, Dio inquietante, Dio in ingiusto, che prende annunciatori tra la feccia, che raccoglie per strada i reietti e li innalza alla dignità di discepoli!

Ma non basta, cercatori in ascolto, oggi incontriamo un altro debole, un altro ferito, un altro rifiuto umano: il cieco nato.
Sapete già come andrà a finire, vero?

Veleno

Gianna ha le lacrime agli occhi, mentre mi parla. Una vita segnata dal dolore sordo e cupo, insormontabile e reiterato, la sua. Quindici anni fa ha conosciuto Raffaele, sul lavoro, si sono innamorati e hanno vissuto una tormentatissima storia d'amore. Lui era sposato infelicemente, lei stava alla porta. Poi, qualche tempo dopo, la difficile scelta di una separazione e, poco dopo, la scelta di rifarsi una vita insieme. Anni difficili, di rottura con gli amici, di giudizi impetuosi da parte dei famigliari di entrambi. Infine la scelta di superare tutto, di voltare pagina: nasce Luisa. Ma Luisa nasce ammalata, irrimediabilmente segnata del corpo e nella mente. Al dolore immenso di un figlio ammalato si aggiunge il veleno, il fiele dei benpensanti che, lentamente, corrode l'anima di Gianna. «Vorrei non pensarlo – sussurra la madre – ma credo che mia figlia sia una punizione per ciò che ho contribuito a fare...». Sorrido, le tengo la mano, cerco di parlarle del Dio di Gesù che è mille volte migliore dei nostri moralismi, mille volte lontano dalle nostre paure.

Eppure il dubbio le resta, nato dall'inconscio, nutrito ogni mattina da qualcuno che pensa al posto di Dio.

Così era al tempo di Gesù (e, malgrado lui e la sua croce, così è ancora): se qualcuno nasceva ammalato, era la punizione che Dio infliggeva al peccato dei suoi genitori. Discorso crudelissimo, ma ineccepibile.

Il cieco nato del racconto di oggi è senza luce e senza speranza, gli hanno detto di essere un maledetto da Dio, un punito. È tollerato dalla comunità, certamente non ha speranze, né diritti, né opportunità.
Finché non incontra il Dio che, in teoria, l'aveva punito.
Ah, ah.

Luci

E i piani si ribaltano, si capovolgono: il cieco riacquista la vista, chi pensa di vederci ci accorge di essere sprofondato nelle tenebre più caliginose e oscure.

Il maledetto, che i genitori stessi (leggete!) misconoscono per paura del giudizio della gente (senso di colpa duro a morire!), diviene profeta, testimone: discute alla pari con i dottori della legge, li contraddice, svela le loro meschinità, li irride.

Il debole diventa forte, il cieco recupera una vista interiore da aquila, l'ignorante sconfessa l'arroganza dei saccenti.
Dio è così, amici: un bell'applauso.

Noi

Ecco la Chiesa secondo il cuore di Dio, ecco manifesta la sua logica, evidente il suo progetto, indicata la strada maestra.

Siamo entrati nel deserto per scegliere, per scoprire nel profondo la nostra identità, come il Maestro Gesù ha scelto che tipo di Messia essere, che percorso interiore fare.

E se, durante il deserto, scopriamo di essere fragili o ciechi o incapaci, se ci accorgiamo di non essere soddisfatti della nostra vita, ecco che il Signore sorride e ci dice: malgrado i tuoi limiti, attraverso la tua povertà io ti rendo libero e testimone, discepolo e maestro delle cose di Dio.

Così come Dio sceglie il piccolo Davide, il minore dei figli di Iesse relegato a fare il pastorello, perché Dio guarda il cuore, non i nostri muscoli esteriori ed interiori, anche noi siamo scelti, dentro i nostri limiti, per dare gloria a Dio.

L'uomo è cieco, ma Dio ci vede benissimo. L'inizio del brano ci mostra Gesù che vede, che si accorge del mendicante cieco. Quante volte abbiamo l'impressione che Dio sia cieco? Che non veda la sofferenza degli uomini, che non si chini a vedere le mie difficoltà? Dio ci vede benissimo, noi, spesso, no.

La nostra miopia interiore, la nostra cecità, ci fanno esprimere giudizi affrettati, ingiusti nei confronti di Dio. Gesù ci svela il volto di un Dio misericordioso, attento, delicato, rispettoso, che conosce e guarisce le nostre miserie interiori.

Illuminati

Il miracolo conduce il cieco ad un'altra luce, ben più profonda. Le domande che Gesù gli rivolge, portano ad una conclusione: sì ora può vedere chiaramente che Gesù è il Messia, il Figlio dell'uomo. Paolo, nella seconda lettura, ci raccomanda di vivere come "figli della luce, perché ora siete luce nel Signore".

Non chiudiamoci nei pregiudizi e nella vergogna della nostra fede: sappiamo che tutta la luce che abita nel nostro cuore è dono della tenerezza di Dio.

Accogliamo la sfida, fratelli, non opponiamo resistenza alla luce, lasciamo le dita di Gesù toccare i nostri occhi e guarirli.

Che la nostra vita diventi testimonianza di quest'illuminazione!

Libri di Paolo Curtaz

 

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