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TESTO L'amore fa vedere bene

don Gianluca Peschiera (ragazzi)  

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (02/03/2008)

Vangelo: Gv 9,1-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Forma breve (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38):

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita; 6sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni (9,1-41)

Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. (...)

Un cieco dalla nascita suscita una domanda che i discepoli fanno a Gesù: «Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?»

E' una domanda che sembra molto ben fatta, su una questione assai delicata, ma è "strana": infatti presuppone che la situazione del cieco sia una punizione per i peccati suoi o dei suoi genitori.

Gesù precisa allora che è una domanda sbagliata. E non si può avere una risposta giusta da una domanda sbagliata! Chissà anche noi quante domande stupide che facciamo a Dio...

Non si tratta di trovare colpe, punizioni o castighi. Gesù dice che situazioni del genere richiedono non domande inutili, ma risposte di amore!

Perciò quella situazione, dice Gesù, interpella la sua missione, quella per l'appunto di rivelare che Dio è Amore!

Di riflesso, anche noi, davanti alle difficoltà di molti (compagni di classe che fanno fatica a scuola, amici presi in giro, malattie che colpiscono parenti o altri...) non dovremmo tanto perderci in domande, ma dare risposte di amore. E l'amore fa sempre vedere bene.

Un commento per ragazzi

Spesso il Vangelo racconta di Gesù che guarisce (sordi, paralitici, lebbrosi...), che fa miracoli, ma mai lo fa con racconti spettacolari, cioè non ci sono aggettivi o espressioni tipo "eccezionale", "super", "magico", "fantastico"... Cioè i racconti di miracolo sono descritti con grande semplicità.

Anche questo miracolo del dono della vista al cieco nato non fa eccezione: è senza effetti speciali, senza alcun spettacolo. Addirittura sembra che i gesti che precedono il miracolo siano "schifosi": sputare, fare del fango, mettere il tutto sugli occhi... Eppure per un attento lettore, questi gesti richiamano i gesti che Dio creatore ha fatto alla creazione dell'uomo agli inizi: dalla polvere del suolo Dio ha plasmato Adamo come un vasaio e gli ha soffiato il suo stesso respiro.

Allora possiamo ben dire che Gesù ha una potenza creativa: fa nascere una vita nuova nel cieco che comincia a vedere!

Però i miracoli che il vangelo ci racconta hanno sempre un significato anche di guarigione interiore: le persone miracolate guariscono "dentro", diventano molto più buone, giuste, generose e si avvicinano a Gesù. E' questo il vero miracolo, scoprire che Gesù è la luce e che in Lui ci vedi alla grande!.

Drammaticamente però, c'è un altro risvolto: se non accogli Gesù, diventi cieco! E' quanto capita ai farisei: il lungo dibattito che si accende per appurare chi è colui che ha restituito la vista al cieco nato, evidenzia pregiudizi che bloccano il cammino. I farisei si fermano al divieto di operare in sabato, non importa se un uomo finalmente ci vede! Alla fine, negano l'evidenza.

Tra i due opposti (cieco guarito e farisei) si muovono i curiosi – i vicini – e i paurosi – i genitori: sono dei rinunciatari i cui cammini purtroppo si arrestano.

Attenzione perciò a non fermarci nel nostro cammino dietro a Gesù!

PREGHIERA: GESU' TU SEI LA STRADA
Per imparare a rispettare la creazione
Gesù tu sei la strada
Per amare senza escludere nessuno
Gesù tu sei la strada
Per attingere acqua che ci fa vivere e crescere
Gesù tu sei la strada
Per guardare il cuore e non solo le apparenze
Gesù tu sei la strada
Per farci vivere la vita nuova di figli di Dio
Gesù tu sei la strada
Per fare della nostra vita una grande festa

Gesù tu sei la strada, la mia strada, la nostra strada. Amen.

 

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