PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Luca 18,9-14

Comunità Missionaria Villaregia (giovani)  

Sabato della III settimana di Quaresima (01/03/2008)

Vangelo: Lc 18,9-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,9-14

9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Nel Vangelo di oggi, Gesù ci svela il segreto perché la nostra preghiera sia vera e possa quindi diventare anche efficace.

Gesù ci parla di due uomini che appartengono a due categorie diametralmente opposte. Ci possiamo chiedere in quale dei due uomini ci identifichiamo? Il fariseo o il pubblicano?

IL FARISEO

- è l'uomo che SI CREDE GIUSTO, PERFETTO, per il fatto che riesce costantemente a seguire tutti i precetti della legge,

- si fa forte di fronte a Dio della propria giusta condotta di vita ed esige, in un certo qual modo, la riconoscenza di Dio per l'impegno che si è preso nei suoi confronti...

- L'atteggiamento del fariseo è proprio dell'uomo egoista, pieno di sé, ma non solo. Ciò che aggrava la sua presunzione è che "disprezza gli altri".

- La sua preghiera diventa giudizio verso gli altri: "O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano";

- e, soggetto della preghiera, è il proprio IO: IO DIGIUNO...; IO PAGO....

Davanti al Signore resta in piedi, quasi dicendogli: "Guarda come sono bravo".

IL PUBBLICANO
- è un PECCATORE PUBBLICO.
- Amministra in modo iniquo soldi che non sono suoi;
- non ha riguardo dei poveri;

- è connivente con gli amministratori romani, appartenenti ad un popolo pagano e impuro...

- Resta più lontano perché sa che non potrebbe sopportare quello sguardo di misericordia che Dio ha per lui.

- La sua preghiera è semplice e parte dal suo riconoscersi peccatore, bisognoso.

- Non giudica gli altri, neanche il fariseo, da cui spesso viene oltraggiato ed insultato, oppure non viene salutato e avvicinato;

- Il soggetto della preghiera è DIO: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".

Davanti al Signore rimane in ginocchio riconoscendo che tutto dipende da Lui, che l'amore misericordioso del Padre è l'unico vero bene.

Da questa parabola risulta molto chiaramente che la preghiera è questione di cuore: se mi riconosco creatura, bisognoso del perdono di Dio; se cerco di amare gli altri nella misericordia, allora la mia preghiera sboccerà da un cuore umile che a poco a poco diventa come quello di Dio.

Se invece mi faccio grande davanti a Dio delle mie opere buone, della mia crescita spirituale, della mia bontà..., allora c'è qualcosa che non va.

Gesù conclude dicendo: "Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". Non è un rimprovero o una condanna: è un ulteriore possibilità che il Signore ci dà per poter scoprire quanto ci ama e quanto spera nella nostra risposta d'amore.

Parola chiave: pregare è questione di cuore.

 

Ricerca avanzata  (53970 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: