PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Dio è misericordioso e vuole la conversione dei peccatori

don Roberto Rossi  

don Roberto Rossi è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

III Domenica di Quaresima (Anno A) (24/02/2008)

Vangelo: Gv 4,5-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 4,5-42

In quel tempo, Gesù 5giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

La prima lettura ci presenta il popolo di Israele che, nel deserto, mormora contro Dio e contro Mosè. Il Signore si lascia commuovere dalla preghiera di Mosè perché "ha pietà del suo popolo" (cf. Salmo responsoriale).

Nella seconda lettura comprendiamo come Dio testimonia il suo amore con la prova più grande di tutte: Cristo morì per noi peccatori.

Il Vangelo è quello della Samaritana: Gesù la conduce al riconoscimento dei suoi peccati e la pone nella condizione di annunciarLo ai concittadini: le fa dono dell'acqua della fede e della conversione, simbolo del battesimo, che cancella i peccati, rende uomini nuovi e testimoni di Cristo nel mondo.

Gesù sa tutto e conosce in profondità la vita di ciascun uomo, nessun dettaglio sfugge al suo sguardo d'amore.

Apprendiamo così quanto grande era la sete di amore e di felicità di quella donna. Nessun amore umano era tuttavia riuscito a dissetarla veramente. La vita di questa donna ci mostra ancora in quali miserie si cade quando non si cercano l'amore e la felicità nella giusta direzione; si è ridotti a vagare da una cosa all'altra senza trovare ciò che si cerca.

Allora, Gesù si propone a lei come Colui che possiede un'acqua che ha il potere di spegnere veramente la sua sete: "chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete".

Gesù legge nelle profondità dei cuori e delle vicende umane, ed anche se queste vicende sono un cumulo di macerie, il suo sguardo ha il potere di suscitare la speranza perché il suo sguardo è buono. Questa è un'altra caratteristica fondamentale del suo fascino: quando tutti ci condannano e sono pronti a lapidarci, quando anche noi non siamo capaci di perdonare a noi stessi, quando ci dibattiamo in situazioni senza uscita, la sua bontà è capace di inventare soluzioni che nessun altro potrebbe inventare.

A contatto con Gesù le vite cambiano, la luce entra nei cuori ed i pensieri si elevano, è quello che sta accadendo alla donna di Samaria.

Egli vuole aiutare con la sua grazia a conoscerLo ed amarLo sempre meglio, sempre più in profondità: tanto più conosceremo a fondo il pensiero di Dio, cosa gli è gradito e cosa non gli è gradito, tanto più lo adoreremo in spirito e verità.

Adorare in spirito e verità è anche rivolgersi a Lui senza ipocrisie, avendo sentimenti di vero amore e di vera devozione; Lui infatti, non guarda tanto la quantità delle nostre pratiche esteriori, ma piuttosto, quanto vero amore c'è nel nostro cuore, quanto sincera e retta è la nostra intenzione quando ci rivolgiamo a Lui.

Adorare in spirito e verità è riconoscere la signoria di Dio sopra ogni cosa, soprattutto sulla nostra vita, e quindi lasciare che la nostra esistenza venga regolata dalla sua volontà e non dalla nostra.

La sorgente d'acqua viva che poteva spegnere l'ardente desiderio di amore della donna di Samaria sgorga dal cuore di Gesù: il Messia atteso dalle genti è Lui, e lei, proprio lei, ha avuto il privilegio e l'onore di incontrarlo. C'era di che stupire e di che incuriosire gli abitanti di quella città; infatti, impressionati da quell'annuncio: "uscirono allora dalla città e andavano da Lui".

Solo coloro che hanno fatto esperienza di Gesù riescono a condurre gli uomini a Dio, non vogliono essere loro al centro dell'attenzione, ma condurre a Colui che ha conquistato il loro cuore.

Ma che cosa dà sollievo a Gesù, che cosa Lo disseta? Il sollievo e il refrigerio che Gesù chiedeva a quella donna lo chiede anche a noi: anche a noi Gesù dice: "dammi da bere", e anche noi ci stupiamo e non capiamo come Dio si abbassi a chiedere veramente qualche cosa a noi, come Dio per dissetarsi abbia bisogno della nostra acqua.

In effetti Gesù che offre tutto se stesso senza limiti, chiede che noi ricambiamo il suo amore, e ci chiede considerazione sincera, amicizia vera.

Solo così Lui riesce a parlare al nostro cuore e a salvarci. L'eucaristia che celebriamo è un accostarci alla fonte dell'acqua viva per ricevere la piena effusione dello Spirito, l'alimento sempre nuovo dell'amore. Ma il dono ricevuto diventa compito di annuncio e di testimonianza. La fede deve diventare contagiosa. Se la ricerca e la sete dell'uomo trovano in Cristo pieno appagamento è necessario testimoniare come la salvezza non sta nelle cose che accendono nuovi desideri ed inquietudini, ma nell'unica Persona a cui abbiamo creduto: Gesù Salvatore dell'uomo.

Non c'è altra acqua che faccia fiorire il nostro deserto e che definitivamente plachi il nostro cercare: "Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te" (Sant'Agostino)

Siamo ai vertici della rivelazione. Sapevamo che Dio poteva spegnere la nostra sete, ma, senza questo vangelo chi avrebbe mai osato pensare che Dio ha sete di noi?

Ma questa stessa parola: "Ho sete!" Gesù la pronuncerà poi sulla croce.

 

Ricerca avanzata  (54003 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: