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TESTO Cristo, l'acqua che disseta per l'eternità

padre Antonio Rungi

III Domenica di Quaresima (Anno A) (24/02/2008)

Vangelo: Gv 4,5-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 5giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Celebriamo oggi la terza domenica di Quaresima. Ci avviamo lentamente verso la Pasqua 2008, incentrando il nostro itinerario quaresimale sulla preghiera, sulla penitenza, sull'ascolto della Parola di Dio che è alimento per la nostra vita spirituale e morale. Al centro del messaggio di questa domenica c'è la Samaritana, un personaggio evangelico di grande fascino spirituale, visto che Gesù proprio dall'incontro con questa donna al pozzo di Giacobbe sviluppa una riflessione profonda sul significato dell'acqua della vita, che è Lui stesso, come giustamente cerca di far capire a questa donna. E' l'acqua della grazia, della misericordia, della bontà e della vicinanza di Dio nella vita di ogni uomo e di ogni persona capace di incontrarsi con Lui e di non ostacolare tale incontro.

Il testo del vangelo di Giovanni, nella forma integrale, ci fa assaporare questo profondo dialogo spirituale tra Gesù e questa particolare donna.

La struttura del dialogo mette il luce la progressione di una conoscenza di Cristo, che è adesione a Lui ed è fede in Lui. Gesù è al pozzo di Giacobbe. I discepoli sono andati in città in cerca di cibo. Arriva un donna samaritana per attingere l'acqua. Gesù, che è senza mezzi materiali per attingere dal pozzo, chiede gentilmente di offrirgli da bene. La donna ha dell'incertezza iniziale, perché Gesù è giudeo e lei samaritana. Due gruppi sociali non in sintonia e in comunione. Poi il discorso di Gesù sull'acqua viva e via via la rivelazione di Gesù sulla sua condizione di donna particolare, con cinque mariti avuti in precedenza e con un uomo con cui conviveva attualmente. Poi la conversione della donna e la riflessione sulla preghiera e sull'adorazione. Infine il rinascimento di Cristo quale Messia e il suo personale impegno missionario per far conoscere Cristo agli altri. Poi il ritorno dei discepoli, con il tentativo di parte di allontanare la donna da Gesù. La venuta di altre persone da Gesù. In ultimo il discorso di Gesù sul cibo, che per lui consiste nel fare la volontà di Dio. Un racconto molto articolato, con tanti spunti di riflessione su vari argomenti di carattere religioso, spirituale e morale e che nel contesto del periodo che stiamo vivendo, quello quaresimale, si addice perfettamente, per richiamare ciascuno di noi sul dovere fondamentale di incontrare Cristo nella sua parola, nella sua grazia, nei suoi segni sacramentali, nella preghiera e nella contemplazione del suo volto luminoso.

Sull'elemento naturale dell'acqua ci invita a riflettere anche il brano della prima lettura di oggi, tratto dal libro dell'Èsodo. Qui viene riportato il momento in cui Dio interviene in aiuto al popolo ebraico nel suo itinerario verso la terra promessa, quando in mancanza di acqua si ribellò a Dio e si lamentò di averlo liberato dalla schiavitù dell'Egitto. Una ribellione nota come Massa e Meriba, proprio perché manifestata in quella località nel lungo itinerario esodale che portò Israele alla liberazione dalla schiavitù dell'Egitto verso la terra promessa.

Anche in questa circostanza Dio non fa mancare il suo sostegno e il suo aiuto al popolo pellegrino e incerto nel suo cammino verso la libertà. L'acqua sgorga dalla roccia e il popolo può dissetarsi e riprendere il lungo viaggio della libertà. Anche qui vediamo prefigurato il tema della grazia sacramentale, in particolare quella battesimale. Il rito del battesimo infatti è tutto incentrato sull'acqua, quel segno di purificazione e rinvigorimento.

Nel testo della lettera di san Paolo apostolo ai Romani che ascoltiamo oggi, cogliamo il senso della missione di Cristo tra gli uomini, che è quella della redenzione del genere umano mediante la croce e la sofferenza.

La Pasqua alla quale ci stiamo preparando con tanti momenti di preghiera personale e comunitaria in fondo è un riproporci un cammino di fede più adulta e matura avendo come punto di riferimento essenziale, il Cristo Crocifisso, che è morto per noi sulla croce, testimoniando un immenso amore di Dio per l'umanità.

 

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