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TESTO Commento su Luca 15,1-3.11-32

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della II settimana di Quaresima (23/02/2008)

Vangelo: Lc 15,1-3.11-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Quando era ancora lontano, il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.

Come vivere questa Parola?

La scena del padre che "quando era ancora lontano, lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò", è una luce accecante che abbaglia, tanta è la sua forza d'amore. E tanto contraddice le immagini di Dio, predicate spesso nel passato: Dio castiga, Dio giudica con severità, Dio ci manderà all'inferno. Ma quale padre farebbe cose del genere? O quale madre si separerebbe per sempre dal proprio figlio? Noi siamo suoi e gli apparteniamo, neanche la morte ci separa da lui.

Ma c'è un altro figlio nella parabola di Gesù. Un figlio che non si è mai allontanato da casa e che dice: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando..." Ma lui non ha capito che Dio è da amare come un Padre, non da servire. È da chiamare 'Padre', come Gesù ci ha insegnato; ed è importante 'stare con lui'. Questa è la risorsa fondamentale: stare con Dio come con un Padre, trattarlo da figli, riconoscere che senza il suo amore non siamo niente.

Il catechismo degli adulti ci ricorda che: "Il regno di Dio, che in Gesù si manifesta, è la vicinanza misericordiosa e la paternità di Dio nei confronti di tutti gli uomini. Gli uomini devono convincersi che sono amati dall'eternità e chiamati per nome; che non sono nati per caso e non sono mai soli nella vita e nella morte. Possono non amare Dio, ma non possono impedire a lui di amarli per primo. Il figlio prodigo, nel suo folle capriccio, può volgere le spalle e fuggire di casa, per andare a sperperare i beni ricevuti; ma il Padre misericordioso aspetta con ansia il suo ritorno; gli corre incontro, lo abbraccia commosso e fa grande festa" (n. 169).

Nella preghiera di oggi, mi rivolgerò a Dio così:

Signore, io tendo ad identificarmi col figlio che non ha fatto sciocchezze ed è stato fedele al proprio dovere. Fammi scoprire che di fronte al tuo amore infinito sono l' eterno figlio Prodigo che sperpera le tue meraviglie. Prendendo coscienza del mio peccato, potrò partecipare al banchetto che ci hai preparato per l'eternità per i secoli dei secoli.

Parole di una grande mistica di oggi

Quando manchiamo di misericordia, separiamo violentemente una creatura da Dio.
S. Weil

 

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