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TESTO Commento su Ger 17,10

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della II settimana di Quaresima (21/02/2008)

Brano biblico: Ger 17,10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Dalla Parola del giorno

Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per rendere a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni.

Come vivere questa Parola?

La parola 'cuore', nella Bibbia, in ebraico, si dice 'leb' . Così si definisce la sede dei sentimenti, è il luogo dove si prendono le decisioni di vita, contiene dolori e gioie, agitazioni e speranze. Il cuore non è solo la fonte della vita biologica, ma anche di quella spirituale, dell'interiorità e dell'affettività dell'uomo. Il cuore è la sede anche della conoscenza; è dal cuore che proviene la vera volontà, insieme con le tensioni contrarie, le passioni inconfessabili.

A questo proposito, il Manzoni, nel suo romanzo 'I promessi sposi', trovandosi di fronte alle ambiguità dei suoi personaggi, scrive "quel guazzabuglio del cuore umano". Veramente non è facile per nessuno decifrare i moti dell'anima. Neppure noi conosciamo ciò che sta nel nostro cuore fino in fondo. Solitamente ci giudichiamo e guardiamo agli altri dal di fuori, li classifichiamo partendo da alcuni atteggiamenti esterni, che spesso non rivelano il loro più intimo sentire. Solo Dio può scrutarlo.

Il cuore è difficilmente guaribile, ha sempre in sé degli strati che neppure lo psicologo più esperto può far venir fuori... Solo Dio che è medico può guarirlo. Solo Dio "scruta la mente e i cuori" per conoscere in profondità le motivazioni di ciascuno e valutare le persone nella loro autenticità. Questa notizia consolante che ci dà Geremia e che sarà resa ancora più esaltante dalla vita di Gesù e dagli scritti degli evangelisti, ci rivela la sapienza e la misericordia di Dio.

Giovanni, l'apostolo amato, che ha posato il capo sul petto del Maestro, in una delle sue lettere, ci consola con questa affermazione che supera ogni aspettativa, ci dice di non avere timore se abbiamo peccato, nessuna colpa può esaurire la volontà di perdono del Signore, perché: "Dio è più grande del nostro cuore".

Oggi, durante la preghiera personale ripeterò spesso la frase di Giovanni e chiederò al Signore di donare speranza a tutti coloro che riconoscono il loro peccato. Io stesso mi abbandonerò con fiducia al perdono di Dio.

Parole di Esichio di Batos

Colui che si volge al sole ne è illuminato, così colui che si volge a Dio nel profondo del cuore, apre gli occhi e la luce lo illuminerà.

 

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