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TESTO Commento Gv 4,5-42 - 2a domenica di Quaresima anno A - RITO AMBROSIANO

don Stefano Varnavà

II Domenica di Quaresima (Anno A) (17/02/2008)

Vangelo: Gv 4,5-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 17,1-9

In quel tempo, 1Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Non dimentichiamo che i Vangeli delle domeniche di Quaresima erano il tema sul quale si sviluppava la preparazione al Battesimo e la catechesi: tutto quello che abbiamo letto diventava oggetto di riflessione e spiegazione per una settimana, a differenza di questa sera, che essendo già le ore 18,50 e, per non scandalizzare le persone precise che girano con l'orologio alla mano, si deve cercare di riuscire a spiegare il tutto entro le ore 19.....

Quindi, ognuno di noi, durante la settimana, cerchi di riflettere e approfondire il significato di questo Vangelo, proprio come colui che deve studiare e riflettere per poter preparare la predica: il lavoro che fa il sacerdote prima, dovrebbe poi essere svolto dai singoli fedeli.

Giovanni ai tempi di questo Vangelo era adolescente, e Don Bosco diceva che nei giovani le prime impressioni sono quelle che contano.

In Giovanni, proprio perché adolescente, sono rimasti impressi dei fatti; primo, quello di vedere Gesù che parla con una donna. Il vedere Gesù parlare con una donna lo ha sconcertato perché la mentalità comune di allora era che il ragionare (ragionare non parlare) con una donna FOSSE inutile. Lo stesso S.Paolo ha detto: "Le donne quando si trovano in un'assemblea stiano zitte....".

Giovanni era andato, con gli altri apostoli, in paese a prendere da mangiare, e al loro ritorno, da lontano, videro Gesù, vicino al pozzo parlare con la Samaritana, e si meravigliarono.... Il Vangelo dice proprio: "Giunsero i Suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna, nessuno tuttavia Gli disse: che desideri? o: perché parli con lei?".

Gli Apostoli erano molto cauti nel porre le loro domande (a differenza delle persone "pettegole" che vogliono sapere i fatti altrui...) perché sapevano che Gesù, all'occasione, rispondeva a tono.

Infatti, bisogna stare molto attenti nel fare domande su domande, perché ci si può trovare di fronte a delle risposte non gradite!

Quindi nessuno chiede a Gesù: perché parli con lei?".

La donna era venuta al pozzo per prender dell'acqua, ma nella fretta di andare in paese a raccontare, a parlare, a comunicare, lascia la brocca, senza neanche aver dato da bere a Gesù. Per la Samaritana, in quel momento, la cosa più importante era poter raccontare e "non" Gesù che aveva sete.

La donna andò in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto". La Samaritana tratta Gesù alla stregua di un indovino, anche se però ha un dubbio: "Che sia forse il Messia?".

In questo racconto si notano una forma simbolica e una forma reale.

Primo simbolo il pozzo. Il pozzo è un tema tipicamente biblico: tutti gli avvenimenti più importanti del Vecchio Testamento avvengono sempre presso un pozzo. Facendo passare la Bibbia ci si accorge che il pozzo era il punto di riferimento della gente, perché tutti avevano bisogno dell'acqua.

Per l'orientale il pozzo significa la vita perché quando trova l'acqua, trova la vita: la vita per le piante, la vita per gli animali e la vita per l'uomo.

Non solo, il pozzo significa anche la Vita più importante e significante: Dio, l'incontro con Dio. Ecco il motivo per il quale il discorso di Gesù si allarga in tutta tranquillità sul discorso dell'acqua: "Signore Tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?".

Il pozzo significa anche incontro con Dio, ed è per questo che Gesù parla su questo tono, convinto che l'interlocutore avrebbe compreso il significato del pozzo e dell'acqua; significato che a noi oggi, non abituati ad attingere acqua al pozzo, potrebbe sfuggire.

Gesù parla dell'acqua viva, cioè parla dell'incontro con Dio e dice: "Chi beve di quest'acqua (di questo pozzo) avrà ancora sete, ma chi beve dell'acqua che Io gli darò non avrà mai più sete; anzi l'acqua che Io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". Il pozzo è segno di Vita divina.

Altro simbolo: i cinque mariti.

I Samaritani derivavano da cinque popoli pagani immigrati nel territorio Palestinese. Dopo l'immigrazione avevano conservato il culto pagano ai loro cinque dei.

Gesù raffronta i cinque mariti con i cinque dei: "Voi vi siete rivolti a cinque dei ma non avete ancora trovato il Dio giusto; tu ti sei rivolta a cinque mariti, ma non hai ancora trovato il marito giusto, e quello che hai ora non è tuo marito: in questo hai detto il vero".

Perché questa simbologia?

I discorsi, le azioni di Dio, apparentemente sono circoscritti, ma in realtà investono tutto un esistere, tutto un essere molto più ampio. Ciò che vede l'uomo è il singolo fatto del momento, ma quello che Dio vede nelle cose o in ciò che avviene è molto più grande e abbraccia tutta una realtà che può essere rappresentata in forma simbolica o analogica, ma che certamente è immensa.

Lo sforzo che fa Gesù nei riguardi della Samaritana è quello di farle capire che Dio non è il Dio del Tempio, ma è il Dio della Vita, e per farle comprendere questo utilizza l'espressione tipica di S.Giovanni: Dio è Spirito.

Per comprendere questo discorso dobbiamo tornare a uno precedente: l'uomo è fatto di anima, di spirito e di corpo; Dio è fatto di sostanza, di Spirito e di manifestazione esterna che può essere Gesù Cristo che è Dio incarnato e fatto Uomo.

Gesù non è solo l'Uomo che prega il Suo Dio, come in una certa trasmissione di Costanzo ha detto Gervaso, ma è Dio che si è fatto Uomo:

In Dio c'è l'Essenza e la Vita. Dio agisce, si muove, è Spirito: Spirito e Vita.

Nel Vangelo di Giovanni, quindi, la parola spirito va intesa non tanto come l'opposto (come potremmo pensare noi) di materia, ma come vita, movimento, dinamica: la realtà dinamica di Dio.

Dio chiede una religione che tenga presente la Sua Vitalità, e questo si contrappone ad un altro concetto, che c'era un tempo: quello di un Dio immobile che non si interessava delle cose umane: Dio aveva creato le cose ma poi le aveva abbandonate.

Gesù vuole mettere in risalto: Dio, Spirito, Vita.

L'uomo ha bisogno di legare il concetto di Dio a qualche cosa di visibile, e ciò è giusto e comprensibile.

L'uomo ha bisogno di rendere concreta la Verità, la realtà spirituale di Dio: ha bisogno e quindi vuole dei segni, costruisce un Tempio, fa dei riti...., ma l'errore non è nel fare riti, segni, Templi, l'errore non è nel cercare Dio nel Tempio ma è nel pensare che Dio sia racchiuso e concluso nel Tempio.

Certamente il Tempio è un luogo di incontro con Dio, ma il vero incontro con Dio è vasto quanto è vasta tutta la vita umana.

Molte volte noi diciamo che Gesù Eucarestia è prigioniero nel Tabernacolo..., questa è una frase che fa sorridere perché Gesù non è nel Tabernacolo come un cadavere nella tomba. E' vero, noi usiamo il segno del Tabernacolo, come sotto Pasqua useremo il segno della visita ai Sepolcri per ricordare che il Corpo di Gesù è stato veramente tre giorni nel sepolcro, ma, dopo la Resurrezione, nessun limite circoscrive il Corpo di Gesù, nessuna legge di gravità lo investe più: le pareti più "spesse", le porte meglio blindate, i rifugi nucleari più sofisticati non possono opporre alcuna resistenza al Suo Corpo. Dopo la Sua Resurrezione Gesù passa attraverso porte e muri.

La presenza di Gesù nel Tabernacolo non è una presenza statica, ma è il punto d'impatto, il punto di comunicazione tra il nostro mondo e il Suo mondo.

Dio è presente nel Tempio (nel nostro Tempio, dopo che se ne è andato da quello ebraico perché: "Il velo del tempio si ruppe e la presenza di Dio se ne andò" ) con l'Eucarestia come se Lui fosse in una clessidra che "serve" da trasmissione da questo mondo all'altro mondo, un luogo dove il mondo dello spirito fa irruzione nel nostro mondo, però.... il Tempio non è l'unico luogo d'incontro.

Dio non Lo si trova solo nel Tempio, Lo si trova ovunque si riesca a stabilire un contatto diretto con Lui.

Gesù vuol far capire alla Samaritana che la nostra vita è sviluppo, è movimento, ma... che anche Dio è movimento, è sviluppo, è Spirito: un Dio che non si può chiudere.

Si ha bisogno di Dogmi, di Verità, di Azioni di Dio, ma non si può "chiudere dentro" Dio. Le "chiusure" sono piccole cose che noi uomini abbiamo cercato di stabilire come punti fissi per noi, ma.... bisogna saper andare molto più avanti.

Dio è sempre Dio, noi, invece, facciamo un'operazione di assorbimento di Dio progressiva, quindi per noi tutto diventa progressivo; anche la presenza di Dio in mezzo a noi diventa progressiva nella misura in cui noi Lo riceviamo.

Qualsiasi liquido viene recepito in base alla capienza del recipiente (del ricevente): più noi ci allarghiamo e più diventiamo capaci di ricevere Dio; in noi avviene un movimento, un approfondimento che non ci permette di fermarci alle poche parole che sono servite per definire i Dogmi.

I Dogmi sono punti fissi, sicuri, veri, ma... sono Verità che vanno progressivamente approfondite, invece, certa gente ha messo il "tappo" in bocca allo Spirito Santo, il Quale non può più parlare, non può più allargare le nostre cognizioni, perché, queste persone, dicono che le rivelazioni sono state fatte allora e poi non più.

Papa Giovanni diceva: "Non è il Vangelo che cambia, ma siamo noi che riusciamo a capire meglio". E' questo quello che Gesù vuol dire alla Samaritana.

Ciascuno di noi deve cercare di essere una persona disponibile: con Dio non c'è mai un discorso chiuso, con Dio non si può dire: io so già tutto!

Certa gente dice: "Io del cristianesimo so già tutto!, io della religione so tutto!"... Questo è un discorso che hanno fatto tanti Giudei al tempo di Gesù: "Noi sappiamo già tutto, cosa viene a dirci questo Maestro? Quello che dice non ci serve!". Questo è stato l'errore con conseguente pasticcio che ha portato all'uccisione di Gesù! Stiamo attenti a non uccidere Gesù anche noi (spiritualmente parlando)!

Bisogna essere persone disponibili perché Dio è imprevedibile e non segue le nostre regole. Dio è Colui che prende Abramo e gli dice: "Pianta tutte le tue cose e vattene....; mi devi sacrificare tuo figlio...".

Dio dice e fa cose che non rientrano nelle nostre organizzazioni, quindi non si può dire: "Sono già venuto in Chiesa...; ho toccato Dio perché ho fatto la Comunione e ho assistito alla Messa...": questi sono momenti privilegiati di incontro con Dio, ma non devono far dimenticare che Dio aspetta fuori ognuno di noi, e che soprattutto ci sono altre situazioni che bisogna affrontare con tanta umiltà.

Dio "riempie" la nostra persona anche fuori dalla Chiesa, e guai pensare di averlo 'incapsulato" nella Comunione fatta o nella Messa assistita.

Chiudo (sforando gli 11 minuti) con il testo di una canzone.

Domanda: "Pietro Simone è in casa il Maestro?" Risposta "A quest'ora il Signore nel Tempio non c'è; Egli è andato là dove il contadino affonda l'aratro nella terra. Egli è andato insieme a lui nel sole, fra i rovi, nel fango, sotto l'acqua; poi arriverà la sera e come all'aurora il Signore sarà nel Tempio ad aspettare il saluto dei figli Suoi: figli dell'aurora, figli della sera".

Altra domanda: "Pietro Simone è in casa il Maestro?". Risposta: "A quest'ora il Signore nel Tempio non c'è: Egli è andato là dove il muratore innalza mattone su mattone; Egli è andato insieme a lui nel sole, su in alto, coi piedi sopra ai tetti; poi arriverà la sera e come all'aurora il Signore sarà nel Tempio".

E ancora la stessa domanda e la stessa risposta: "Il Signore è andato là dove l'operaio martella sul ferro e sull'acciaio; Egli è andato insieme a lui nel caldo dei forni che vomitano fuoco; poi arriverà la sera e come all'aurora il Signore sarà nel Tempio ad aspettare il saluto dei figli Suoi: figli dell'aurora, figli della sera".

 

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