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TESTO Gesù vince le tentazioni del maligno con la Parola di Dio

don Roberto Rossi  

I Domenica di Quaresima (Anno A) (10/02/2008)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

L'episodio evangelico delle tentazioni di Cristo ha qualcosa di speciale poiché l'unico modo in cui gli evangelisti avrebbero potuto conoscerlo è che lo avesse raccontato loro Gesù stesso. Nessun altro era presente. Il Signore deve aver aperto loro il Suo cuore riguardo questo momento fondamentale della sua vita. Lo Spirito Santo Lo condusse nell'immenso deserto fra la montagna di Gerusalemme e il Mar Morto cosicché Egli potesse pregare il Padre sul ministero pubblico che stava per iniziare.

Egli pregò e digiunò per ben 40 giorni che, ovviamente, lo lasciarono affamato e indebolito fisicamente. Fu in quel momento che il diavolo si avvicinò per tentarlo. Nelle tentazioni che Gesù soffrì e che in seguito descrisse ai suoi discepoli, il diavolo produsse allo stato puro i tipi di tentazione che Cristo avrebbe sopportato nel Suo ministero pubblico e che tutti noi sopportiamo nella nostra vita. Osservando come Gesù reagì, anche noi possiamo imparare come affrontare le varie tentazioni che incontriamo.

La prima tentazione era rivolta proprio alla tremenda fame di Gesù: "Se sei il Figlio di Dio, comanda a questa pietra che diventi un pane." Satana ha cercato di allontanare Gesù dalla Sua missione. Gesù era venuto per salvare il popolo, per sfamare la sua fame più grande - la fame di anime - e satana ha cercato di indurre il Signore a diventare un fornaio piuttosto che il Salvatore.

Dare da mangiare agli affamati sarebbe un modo grandioso per acquistare fama e popolarità. Gesù stesso si rese conto, dopo aver dato da mangiare ai 5000 con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, che immense folle Lo seguivano "non perché avevano visto dei segni, ma perché avevano mangiato di quei pani e si erano saziate" (Gv 6,26). La fame è una necessità umana basilare e satana ha tentato Cristo di indurre gli altri a seguirLo. Ma Gesù stesso viveva di un cibo più grande e preparava i discepoli a cercare lo stesso cibo celeste: "L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio." Lo stesso messaggio trasmise alle folle che lo seguivano dopo essersi saziate: "Non cercate il cibo che perisce, ma il cibo che dura per la vita eterna, che il Figlio dell'Uomo vi darà."

Noi tutti dobbiamo ricordare qual è il cibo più grande. C'è tanta gente che vive solo per il proprio stomaco. Anche i cristiani a volte fanno ogni tipo di sacrificio per soddisfare i loro bisogni materiali o quelli altrui, ma fanno molto poco per soddisfare le necessità spirituali più grandi. La Quaresima è il tempo in cui Cristo ci chiama a resistere a tale tentazione e a cercare prima di tutto questo cibo del cielo e a vivere di esso, confidando che, come Egli ha promesso, tutto il resto ci sarà dato in aggiunta. (Mt 6,33)

Nella seconda tentazione il diavolo mostrò a Gesù una visione di tutti i regni della terra e Gli disse: "Tutto questo io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Gesù stava per diventare il Re dei Re, il Signore del cielo e della terra, ma ciò si sarebbe realizzato attraverso l'umiltà e la Croce. Il diavolo proponeva una scorciatoia, un'altra via, una via più facile. Ma non ci riuscì con Gesù che gli disse: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".

Questa è la tentazione di compromettere la nostra relazione con Dio, con la verità, con i principi che sgorgano da Dio, per avere successo o quello che desideriamo. Spesso e volentieri il diavolo presenta queste tentazioni in termini di ricerca di potere, privilegio o prestigio. E' una tentazione perenne per conseguire qualcosa di mondano compromettendo la nostra relazione con Dio e con la Sua legge morale, per servire "la legge di questo mondo" piuttosto che l'unico, vero Dio. Gesù fece conoscere ai suoi discepoli questa seconda lotta. Egli ne uscì vittorioso affinché noi potessimo imparare da Lui che siamo chiamati ad adorare il Signore nostro Dio e a servire Lui solo, perché potessimo imparare che "chi vuol essere il più grande, deve farsi servo di tutti".

Nella terza tentazione il diavolo ha cercato di convincere Gesù a mettere alla prova Dio Padre. A questo scopo ha anche citato le Scritture: "Gettati giù dal pinnacolo del tempio poiché sta scritto 'Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede' " (sal 91). Gesù non si è fatto vincere dalla tentazione. Egli ha risposto:"Sta scritto, non tenterai il Signore Dio tuo".

Con questa tentazione il diavolo cerca di farci cambiare la nostra relazione con Dio plasmandola secondo i nostri pensieri e non secondo quelli di Dio; allora, quando Dio sembra non rispondere a quella situazione, il diavolo ne approfitta per dividerci perfino da Dio. Tutti noi possiamo ripetutamente avvicinarci ad occasioni di peccato e poi ci aspettiamo che Dio ci tolga dal pericolo nel quale ci siamo inoltrati. Più volte il diavolo cerca di tentarci a fare qualcosa di sconsiderato per poi pretendere che Dio ci salvi sempre. Gesù fece conoscere ai suoi discepoli la sua risposta a questa tentazione cosicché noi potessimo farla nostra: "Non tenterai il Signore tuo Dio". Invece di scavare una fossa e aspettarci che Dio ci tragga fuori, Gesù dice: non scavare la fossa. Invece di rischiare danni fisici o spirituali e pretendere che Dio prevenga il danno, non corriamo questi rischi sconsiderati.

L'evangelista conclude il racconto delle tentazioni di Cristo dicendo che il diavolo sottopose Gesù ad ogni specie di tentazione (Lc 4,13), ma Gesù ne uscì vittorioso. In uno dei passi più belli della Sacra Scrittura, la lettera agli Ebrei ci dice: "Noi non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato." (Eb 4,15). Il diavolo esiste e cerca di allontanarci in ogni modo da Dio, dalla nostra missione, dalla nostra vocazione e dignità. Gesù, tuttavia, sa quello cui andremo incontro e ci ha insegnato il modo per superare queste tentazioni imitando Lui e le sue risposte. La Quaresima è il tempo in cui siamo chiamati a vivere le risposte di Gesù.

Alcuni demoni, ci dice Gesù nel Vangelo di S. Marco, si possono cacciare "solo con la preghiera e con il digiuno" (Marco 9,29). Questo è il motivo per cui ogni Quaresima la Chiesa ci mette davanti alla necessità di pregare e digiunare. Poiché il diavolo cerca sempre di tentarci con l'egoismo affinché modifichiamo la nostra relazione con le cose (la prima tentazione, abusare delle cose materiali come il pane), con gli altri (la seconda tentazione, avere potere sugli altri) e con Dio (la terza tentazione, il peccato di presunzione), la Chiesa ci invita a fare elemosina con generosità per superare l'egoismo e usare i doni che Dio ci ha dato per amarlo e amare gli altri. Le pratiche della Quaresima sono un rimedio alle tentazioni del nemico.

S. Paolo nella sua Lettera agli Efesini scrive "Rivestitevi dell'armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo". La preghiera, il digiuno e l'elemosina ci aiutano a "rivestirci di Cristo" (Rm 13,14), Colui che ha pregato incessantemente, Colui che ha digiunato per 40 giorni, che ha dato se stesso fino all'ultima goccia di sangue. S. Pietro ci ha insegnato "Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede." (1Pt 5,8 La Quaresima è un campo di addestramento spirituale che la Chiesa ci dona annualmente per poterci allenare a diventare vittoriosi in quella che è la battaglia più importante che combatteremo: la lotta contro il male, l'impegno per il bene.

 

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