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TESTO Vittoriosi come Cristo nelle tentazioni

padre Antonio Rungi

I Domenica di Quaresima (Anno A) (10/02/2008)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Celebriamo oggi la prima domenica di Quaresima, di questo lungo tempo liturgico che ci porterà alla Pasqua 2008. Come si sa la Quaresima è tempo di preghiera, penitenza ed elemosina, come ci ha ricordato il Santo Padre, Benedetto XVI, nel suo recente messaggio alla comunità del credenti di tutto il mondo che vorranno vivere questa Quaresima nel segno della solidarietà e della condivisione.

Oggi la Parola di Dio ci presenta Gesù Cristo che si ritira nel deserto a pregare e lì rimane quaranta giorni tentato in vario modo. Il vangelo, infatti, ci suggerisce che esiste una possibilità di fronteggiare le forze del male con le armi della preghiera, del digiuno e della carità vissuta e testimoniata. Chi nella cultura odierna, tra il serio ed il faceto, sostiene che per superare le tentazioni l'unico modo è quello di soddisfarle ed acconsentire ad esse, costui fa opera distruttiva della forza spirituale che si annida nella vita di ogni persona, seriamente intenzionata a crescere in bontà, rettitudine e amore verso tutto e tutti. Il testo dell'evangelista Matteo che oggi ascoltiamo ci descrive dettagliatamente ciò che Gesù ha fatto prima di iniziare il suo ministero pubblico. Ciò che egli ha fatto è di esempio e trascinamento per ogni buon cristiano.

La triplice tentazione, tutte e tre di un certa consistenza e difficoltà, anche per lui che era Figlio di Dio, ci dice come è difficile superare le tante tentazioni della nostra vita, che si annidano nel cuore e nella mente. Il modo più onesto per superarle è quello di fortificarsi mediante uno stile di vita sacrificato, coraggioso e speranzoso. La lezione che ci viene dal nostro unico maestro è proprio qui: l'uomo nonostante le sue difficoltà, se confida in Dio e si abbandona a lui, può farcela in tutte le situazioni, anzi ce la deve fare, perché gli onori, i piaceri, il possesso, il potere di ogni genere, le affermazioni di se stesso durano poco o niente e danno la vera gioia del cuore e della vita.

Su questa linea interpretativa si colloca il brano della prima lettura di oggi, tratto dal libro della Genesi, ove viene presentato il testo del peccato originale e soprattutto la figura di Adamo. Uomo debole e fragile come la sua compagna, Eva, che spinge l'uomo a ribellarsi a Dio e a fare una scelta di vita al di fuori di Lui e senza riferimenti a Lui. Le conseguenze di questa scelta sono note: la sofferenza, la morte, il dolore e tutto ciò che è male nel mondo ha avuto origine da questo primo peccato, chiamato appunto originale. Gesù si presenta come il nuovo Adamo che risolleva nella sua morte in croce e la sua risurrezione l'umanità intera dal suo peccato di solitudine e di chiusura a Dio.

Dopo il peccato originale, preso coscienza del grave errore, il testo della Genesi ci ricorda che Adamo ed Eva aprirono gli occhi e si accorsero di essere nudi. Questa nudità esprime la condizione di peccato e di disagio dell'uomo che fa a meno di Dio, sostenuto da quella superbia della vita e dall'orgoglio che bloccano di fatto ogni accesso alla bontà, misericordia e tenerezza di Dio. Il vero peccato dell'uomo sta nella superbia come ci ricorda il brano odierno.

San Paolo Apostolo parla apertamente di questo e lo sottolinea a chiare lettere nel brano della seconda lettura di oggi che è tratto dalla lettera ai Romani.

E' evidente in questo testo il discorso della speranza cristiana che fa aprire la mente ed il cuore della gente ad incontrare Cristo e a riporre in lui tutta la fiducia. Cristo è l'unico salvatore dell'uomo, sul quale si possono investire le migliori energie della vita e la stessa vita, senza rimanere delusi, in quanto Cristo che è salito sulla Croce ha ridato all'uomo la dignità di figlio di Dio, perduta a causa del primo peccato. Con l'obbedienza di Cristo sulla Croce, con la sua accettazione del calice amaro della Passione, Gesù ci ha reso liberi e noi siamo davvero liberi. Ciò che nuovamente può renderci schiavi sono le passioni e le tentazioni, sono i peccati di cui non prendiamo coscienza o non vogliamo prendere coscienza. Con l'aiuto della grazia di Dio, noi possiamo fare un cammino di vera liberazione da ogni male e soprattutto da quel vizio che è la superbia, causa di tutti gli altri mali della singola persona e della comunità.

Vogliamo pregare in questo giorno con il Salmo 50 nel quale ci riconosciamo per quel che siamo e chiediamo ciò di cui abbiamo davvero bisogno: "Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;

nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito". Amen.

Buon cammino quaresimale nel segno della penitenza, della preghiera e della carità vissuta.

 

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