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TESTO Il modo di agire alternativo di Dio

don Maurizio Prandi

I Domenica di Quaresima (Anno A) (10/02/2008)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Abbiamo da poco cominciato il cammino in preparazione alla Pasqua del Signore, cammino che vogliamo vivere con una intenzione particolare come accennavo la sera del Mercoledì delle ceneri: la Quaresima è il tempo del ritrovamento della propria verità ed autenticità ancor prima che tempo di penitenza: non è un tempo in cui fare qualche particolare opera di carità o di mortificazione, ma è un tempo per ritrovare la verità del proprio essere (E. Bianchi). E' nella consapevolezza di se' e del proprio essere cristiano che possiamo vivere la preghiera, il digiuno, l'elemosina. Mi pare bello allora, nei passaggi che la liturgia domenicale ci ha fatto fare, cogliere alcuni elementi di faticosa verità per l'uomo. Lo facciamo insieme a don Luigi Pozzoli del quale riprendo un testo che credo ci possa aiutare ad impostare il nostro itinerario quaresimale. Il Vangelo che abbiamo ascoltato nelle ultime due domenica scorsa: Le beatitudini e oggi le tentazioni nel deserto... anche satana ha le sue beatitudini da proporre e da proporci. Avete ascoltato: Gesù sul monte celebra i poveri, Satana nel deserto esalta quelli che possiedono. Gesù fa l'elogio degli umili, di quelli dal cuore mite e misericordioso, Satana invece invita ad ammirare quelli che hanno il potere e l'orgoglio di fare cose straordinarie. Gesù chiama beati i perseguitati per causa della giustizia, Satana invece considera beati quelli che ottengono l'applauso ed il consenso. Che diversità nelle due proposte, e quale volto di Dio emerge nelle due proposte! Vorrei soffermarmi sull'idea di tentazione e sulla simbologia del deserto oltre che sulle tre tentazioni cui è sottoposto Gesù.

La tentazione è dubitare della fedeltà e dell'amore di Dio, volere continuamente da Lui prove e segni della sua vicinanza e del suo amore; la fede, nella tentazione, viene messa alla prova, e satana mette in dubbio la figliolanza divina di Gesù: Se sei figlio di Dio... e allora, visto che siamo immediatamente dopo l'episodio di Gesù al Giordano, ciò che il Diavolo mette in questione, è proprio la parola divina nei confronti di Gesù: vuole spingerlo a non fidarsi della Voce Celeste che ha detto: questi è mio Figlio! La verità di se' dovrebbe passare attraverso segni o gesti che la dovrebbero confermare... in altre parole: il Diavolo vuole indurre Gesù a fare una verifica di quanto gli è stato promesso, facendolo così dubitare della sua identità di Messia e di Figlio di Dio.

Il deserto è il luogo tipico della tentazione, basta pensare al cammino del popolo di Israele nel deserto oltre che al brano di vangelo che la Chiesa oggi ci propone. Ma il fatto che noi ad esempio non abbiamo un deserto fisico da frequentare, non ci garantisce dall'essere risparmiati dall'incontro con il tentatore. C'è un deserto che è dentro di noi, che ci abita e in cui abitiamo, che ci avvolge e ci compenetra; capita di scoprire che il fondo del nostro essere, in alcune stagioni della vita, è come uno spazio vuoto e in questo vuoto regnano la solitudine e l'angoscia generati da un fallimento, da un dolore, da una inadeguatezza... lì si rende presente il tentatore, che ha un obiettivo fondamentale: staccarci da Dio, allontanarci da Lui!

Lo fa nel Paradiso terrestre, falsando il volto di Dio, raccontando un Dio geloso di se' stesso e incapace di comunicarSi ai suoi figli: Guardate che vi ha detto così perché ha paura che diventiate come Lui... L'uomo e la donna lasciano che il Diavolo stravolga il senso del comandamento di Dio, lasciano che il Diavolo stravolga il senso della sua Parola, lasciano che il Diavolo insinui in loro il dubbio sulla bontà delle intenzioni del Creatore verso le sue creature. Dio non è più il Dio ama ma diventa colui che punisce. Dio camminava con l'uomo nel Giardino dell'Eden... non è più Colui che ti è vicino, che cammina al tuo fianco: il tentatore fa diventare Dio un concorrente dell'uomo, uno geloso delle sue prerogative. Si mette la maschera da Dio, e come Dio, promette: ad Adamo ed Eva promette che diventeranno come Dio, a Gesù promette una strada spianata ed in discesa, gli promette che sarà un Messia accolto e osannato da tutti.

Gesù capisce la vera grande tentazione che si nasconde dietro le piccole tentazioni quotidiane riguardanti il possesso dei beni, l'esercizio del potere, la ricerca del successo, il ricorso ad una religiosità di comodo... Gesù avverte il pericolo del distacco da Dio, avverte che è in gioco la fedeltà al Padre, alla sua Parola e alle sue promesse, perché queste tentazioni, nel loro complesso, descrivono in modo esemplare un modo di agire alternativo a Dio. Mettere al primo posto la materialità delle cose, il soldo, l'economia... usare tutto per se', consumare tutto, in tutto bisogna trovare un riscontro, un ritorno, ecco pensare così è pensare in modo alternativo rispetto a Dio. Mettere al primo posto i nostri capricci ricordando a Dio che deve essere a servizio dei nostri successi e delle nostre affermazioni, dei nostri desideri di visibilità, è pensare in modo alternativo rispetto a Dio. Appropriarsi di Dio, servirsi di Lui per accrescere la propria autostima, tutto ciò rivela la nostra poverta più radicale, la nostra incapacità di relazioni "normali" al di là dell'ambito del sacro, del religioso è pensare in modo alternativo a Dio... Mettere al primo posto la sete di potere, il desiderio di determinare persone e cose, di non dipendere da nessuno e di essere padroni di se stessi, è pensare in modo alternativo rispetto a Dio. Gesù vince la tentazione rinnovando al Padre tutta la propria fiducia e fondandosi sull'interpretazione esatta della Scrittura: Sta scritto! Cioè: la volontà del Padre non può essere discussa. Gesù si fida e si affida: il suo desiderio più profondo sarà sempre quello di avere il cuore del Padre per essere grande nell'amore. Il deserto diventa allora per Gesù il luogo nel quale si realizza una unione intensa con il Padre e con lo Spirito che lo ha condotto in questo luogo arido, ma che non lo ha abbandonato, non lo ha lasciato solo.

Signore Gesù, che sei veramente Figlio di Dio, ti benediciamo perché ti sei esposto alla prova e alla tentazione come ogni uomo. Ancora una volta ti sentiamo vicino perché non hai recitato per insegnarci come si supera la tentazione ma hai dovuto veramente lottare con Satana. Rendici uomini e donne capaci, come lo sei stato Tu grazie alla tua umanità pienamente libera, di aderire totalmente alla volontà del Padre e di far cadere tutto ciò che ci allontana da Lui.

 

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