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TESTO L'anima mia magnifica il Signore

Messa Meditazione  

22 Dicembre (22/12/2007)

Vangelo: Lc 1,46-55 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Nella liturgia di questo giorno l'offerta di Anna, che presenta il figlio Samuele consegnando al tempio un giovenco, un pugno di farina e un otre di vino, è accostata al cantico di esultanza di Maria. Il ringraziamento e la lode del Magnificat esprimono la giusta posizione della persona che sta davanti a Dio e ai suoi doni. Il cantico di Maria è diventato nella preghiera del Vespero.

l'espressione quotidiana di ringraziamento e lode dei cristiani a conclusione della giornata.

Molto spesso, dentro le nostre giornate, tutto ci sembra così dovuto, così scontato, che non ci viene neanche in mente di ringraziare. Di che cosa ringraziare? Prima di tutto, del dono della vita, propria e di quella di un figlio. Nell'esperienza di Anna, la gratitudine è così evidente, che il figlio a lei donato viene a sua volta riconsegnato e consacrato al Signore. Al di là delle modalità specifiche nelle quali questa consacrazione si è attuata nella vita di Samuele, l'offerta al Signore esprime l'atteggiamento più corretto di un genitore nei riguardi di un figlio. Il figlio non ci appartiene; la sua vita si realizzerà secondo il piano del Signore, e non secondo la piega della nostra volontà o imposizione. Nella lode di Maria, l'orizzonte si allarga dal piano personale fino all'intero popolo di Dio e alla storia che precede e che segue. Il figlio Gesù che nascerà non è soltanto il bambino che riempie le braccia e il cuore della madre. E' il compimento massimo di tutta la storia di Dio con il suo popolo, è l'espressione piena della sua misericordia che si china a salvare, è la sua vittoria sul male. Il Magnificat di Maria non esprime solo la gratitudine della madre, ma quella di un popolo intero; esprime tutta la gratitudine del popolo cristiano. Quel Bambino è per noi; la sua vocazione personale si carica di responsabilità verso l'intero mondo.

Da quel Bambino impariamo che la gratitudine per la vita ricevuta si esprime anche in una rinnovata coscienza della propria vocazione, che si realizza non soltanto come adempimento del proprio dovere personale, ma come una responsabilità di fronte al mondo, per cui ogni istante, ogni parola e ogni azione diventano un consapevole servizio al Regno.

"L'anima mia magnifica il Signore". Non trovo niente di meglio se non unirmi alle parole di Maria, fatte proprie dalla Chiesa: Magnificat anima mea Dominum.

Invece della lamentela, la lode; invece della recriminazione, l'offerta del mio lavoro e del mio impegno. E' questo atteggiamento che voglio richiamarmi in modo particolare oggi, considerando la grande grazia che ho ricevuto e il compito che mi è stato affidato.

Commento a cura di don Angelo Busetto

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