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TESTO Omelia per il 15 agosto 2001 - Assunzione della Beata Vergine Maria

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Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa del Giorno) (15/08/2001)

Vangelo: Lc 1,39-56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

NESSO TRA LE LETTURE

Il concetto di "relazione" può servirci per stabilire un legame di unione tra i testi della festa dell'Assunzione. La relazione di Maria con Dio Padre la troviamo nel testo evangelico: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Nella prima lettera ai corinzi (prima lettura), possiamo intravedere la relazione di Maria con suo figlio, Gesù Cristo risorto, "primizia di coloro che sono morti". La prima lettura ci permette di stabilire una relazione di Maria con la Chiesa, "donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo" .

MESSAGGIO DOTTRINALE

1. Maria e il Padre. Maria nel Magnificat riconosce che l'Onnipotente ha fatto opere grandi in lei. Quali sono tali grandi opere? Innanzitutto, la pienezza di grazia con cui è stata concepita e che l'ha accompagnata nel corso della sua esistenza terrena. Poi, il mistero della maternità divina, meraviglioso gesto di amore del Padre verso Maria e verso tutta l'umanità. Infine, Dio ha fatto di Maria l'arca della nuova alleanza che, con Dio nel suo seno, è causa di benedizione per Giovanni Battista e i suoi padri (cf parallelismo con 2Sam c.6). Le cose grandi di Dio in Maria non terminano con la nascita di Gesù; Dio continua ad agire con la sua grandezza nell'anima e nella vita di Maria, e l'ultima di codeste opere grandi di Dio in lei sarà proprio l'assunzione in corpo ed anima alla gloria celeste. Maria è la posseduta dalla grazia nel corpo e nell'anima, l'immacolata, in cui non c'è nulla di corruttibile, perché tutto nella sua persona è grazia, puro dono di Dio. Potrebbe Dio Padre lasciare incompleta l'opera meravigliosa di grazia, attuata in Maria, durante la sua vita terrena?

2. Maria e suo Figlio, Gesù Cristo. Il mistero della resurrezione di Gesù Cristo e della sua conseguente glorificazione è impensabile senza la realtà di un corpo, come il nostro, che è stato amorosamente formato nel seno di Maria. Il Verbo si fece carne di Maria e in Maria. La santissima Vergine può dire di Gesù: "E' la carne della mia carne". Se tale carne santissima è stata glorificata per mezzo della resurrezione di Gesù Cristo, dubiterà il Figlio di glorificare anche la carne di sua Madre, codesta carne benedetta che fu allo stesso tempo arca ed alimento? Cristo risorto è la primizia di tra i morti; nel tempio di Gerusalemme, la festa delle primizie preannunciava l'abbondante raccolto; adesso, Cristo glorioso preannuncia la glorificazione di tutti i credenti. Una glorificazione che avrà luogo "nella sua seconda venuta" alla fine dei tempi. La Pasqua definitiva del cristiano non è possesso, ma speranza certa e sicura. Maria è l'unica donna che già vive nella Pasqua definitiva, perché nella sua carne benedetta suo Figlio Gesù Cristo ha realizzato in pienezza l'opera della redenzione. In certo modo, possiamo affermare che Maria è anche, insieme con Gesù e per opera sua, primizia di tra i morti. Per questo, possiamo elevare il nostro sguardo alla Vergine Assunta con amore e speranza.

3. Maria e la Chiesa. La donna dell'Apocalisse (prima lettura) simboleggia Eva, Israele e la Chiesa. Il dragone è il "serpente antico", che tentò Eva e fece si che fosse cacciata dal paradiso (Gen 3). Ma già nel v. 15 si apre una finestra alla speranza, con la donna che vince il serpente calpestandone la testa. Codesta donna è la nuova Eva, Maria, quella sulla quale il serpente non ha avuto alcun potere, e che per questo può con totale libertà ottenere la vittoria su di lui. La donna rappresenta il popolo di Israele, codesta donna-sposa con cui Jahvé contrasse un'alleanza sponsale, codesta donna bella come il sole, potente come una grande regina, gravida in attesa di un figlio. In Maria si realizza in modo perfetto la vocazione e la speranza di Israele. Ella è bella con lo splendore di Dio, potente per la sua umiltà, gravida per il fatto di portare nel suo seno lo stesso Figlio dell'Altissimo. La donna simboleggia allo stesso modo la Chiesa. La Chiesa nello splendore della sua santità, nella maternità feconda, nella situazione di persecuzione per opera del demonio, nella fuga al deserto per recuperare forze e preparare la battaglia della vittoria. Maria, come figlia della Chiesa, ha portato fino allo stesso Dio la sua santità, la sua fecondità, la sua vittoria; come Madre della Chiesa, dal cielo l'assiste nelle sue prove e la consola nel dolore.

SUGGERIMENTI PASTORALI

1. Una donna della nostra razza. Maria, con tutta la sua grandezza, non è una donna diversa dalle altre donne della terra. Ella è interamente donna, non un essere superiore venuto da un altro pianeta, né una creatura soprannaturale scesa dal cielo. Essa si presenta nel vangelo con tutte le caratteristiche della sua femminilità e della sua maternità in alcune circostanze storiche concrete, a volte tinte dal dolore, a volte coronate dalla gioia. Sente come donna, reagisce come donna, soffre come donna, ama come donna. La sua grandezza non procede da lei, ma dall'opera meravigliosa di Dio, questo sì, accolta ed assecondata fedelmente da Maria. La sua assunzione in corpo ed anima al cielo, non la allontana da noi, e la rende più potente per guardare gli uomini, suoi fratelli, con occhi di amore e di pietà. La sua presenza gloriosa nel cielo ci parla non solo di un privilegio di Maria, ma di una chiamata che Dio fa a tutti per partecipare di codesta stessa vita nella pienezza del nostro corpo e della nostra anima. Come donna della nostra razza, ella è la figura più eccelsa di umana creatura, e, allo tempo, la più tenera e materna. Gesù Cristo, e Maria, sua Madre, hanno già passato la porta del cielo con la pienezza del loro essere. Noi siamo ancora sulla soglia, vivendo in attesa e speranza, ma con la sicurezza che giungerà il momento in cui la porta si aprirà per tutti e cominceremo a vivere in un mondo nuovo. Non è sogno, non è semplice promessa. È realtà che speriamo con assoluta fiducia nel potere di Dio. L'assunzione di Maria è garanzia della nostra speranza. Non è qualcosa di magnifico che il destino glorioso di Maria sia anche il nostro ultimo e definitivo destino?

2. Salmo all'assunzione di Maria.

Benedici, anima mia, il Dio altissimo,
perché si è degnato di innalzare in corpo ed anima al cielo
l'umile fanciulla di Nazaret.

Benedicano tutte le creature il Padre
perché ha scelto una donna della nostra razza,

per manifestare in lei la vittoria sulla morte e sulla corruzione,
come primizia, insieme con Cristo, del nostro destino.

Benedicano tutti i redenti nostro Signore Gesù Cristo,
perché in Maria, sua Madre, assunta al cielo,

fa brillare nel suo splendore tutti gli effetti della redenzione.

Benediciamo lo Spirito Santo,
che ha fatto fiammeggiare nell'essere di Maria di Nazaret
il fuoco che non si consuma
e la luce che non si spegne.

Tutte le creature, insieme con Maria, lodino Dio.

 

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