TESTO Le Beatitudini: cuore della Missione
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IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/02/2008)
Vangelo: Mt 5,1-12a

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Riflessioni
Nella sequenza di epifanie, o progressive manifestazioni di Gesù (vedi domeniche precedenti), le Beatitudini (Vangelo) sono il programma della sua missione, la magna charta, una specie di costituzione del Regno di Dio, valore da ricercare prima e al di sopra di tutto (Mt 6,33). Prima di essere un messaggio etico di comportamenti, le Beatitudini sono un'affermazione teologale del primato di Dio, dei suoi criteri e scelte, spesso contrastanti con le vie e i pensieri degli uomini. In realtà, le Beatitudini sono una riaffermazione del primo comandamento: "Io sono il Signore tuo Dio: non avrai altro Dio fuori di me". Avidità di ricchezze, di potere, forza, sopraffazione, oppressione... sono contrarie al programma scelto da Gesù. Egli ha deciso di far crescere il suo Regno con persone che optano per la povertà, la mitezza, la purezza di cuore, la ricerca della pace, la misericordia, la riconciliazione, la sopportazione del male e dell'ingiustizia... Le Beatitudini hanno un forte contenuto escatologico; ci ripropongono la priorità dell'annuncio del Dio vivente, l'invito essenziale a fidarsi di Dio. Perché "solo Dio basta" (S. Teresa d'Avila).
Gesù ha vissuto le Beatitudini e, solo dopo averle vissute, le ha proposte. Esse sono il suo autoritratto, tracciano il suo profilo interiore di vero Dio in carne umana. Prima di essere un programma predicato sul monte (v. 1), le Beatitudini sono la sua autobiografia, rivelano la sua identità intima, il suo stile, le sue scelte vitali. Vedendo la vita di Gesù povero, mite, puro, misericordioso, assetato di amore e di giustizia, operatore di pace, perseguitato e sofferente... è possibile ricostruire tutto il Discorso della Montagna, cominciando dalle Beatitudini.
L'autore della lettera agli Ebrei, nella sua riflessione biblica e teologica, spiega il senso di queste scelte di Gesù: "Egli, in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio" (Eb 12,2). Perciò il discepolo è invitato a correre, con perseveranza, senza stancarsi o perdersi d'animo, "tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede" (ivi). Anche Gesù cercava la sua felicità, come lo fa qualunque altro essere vivente. E l'ha trovata nella scelta delle Beatitudini. Questo è stato il suo cammino, e quindi deve essere anche il nostro. Nel programma delle Beatitudini, Gesù parla di sé, ma, al tempo stesso, parla anche di noi, descrive lo stile della nostra vita di discepoli. Parla di un cambio radicale. Le Beatitudini sono, in effetto, un capovolgimento totale dei criteri umani; uno sconcertante andare controcorrente! Prenderle sul serio e viverle -come ha fatto Gesù- provoca un salto di qualità nella vita del mondo: una autentica rivoluzione nell'amore!
L'esortazione del profeta Sofonia (I lettura) rivolta ai "poveri della terra" è a cercare il Signore, la giustizia e l'umiltà (v. 3), perché il Signore riserva un'attenzione speciale ai poveri e ai deboli (salmo). S. Paolo ce lo conferma, scrivendo ai Corinzi (II lettura) che Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto, debole, ignobile, disprezzato, nulla..., perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio (v. 27-29). Ne è un esempio la comunità di Corinto, formata non da molti sapienti, potenti e nobili secondo i criteri mondani (v. 26). La stessa situazione si ripete quasi ovunque nelle giovani Chiese missionarie, soprattutto nel sud del mondo, dove l'annuncio del Vangelo e la crescita delle comunità cristiane si realizzano con mezzi semplici e fragili, quasi sempre in situazioni di minoranza, incomprensione, ostilità. Proprio in tali situazioni di precarietà umana, così frequenti nel mondo missionario, si rivela meglio la forza del Vangelo e l'efficace gratuità delle Beatitudini. (*)
È nota l'ammirazione di Gandhi (del quale ricorre in questi giorni l'anniversario dell'assassinio: Delhi, 30.1.1948) e di altri leader spirituali non cristiani, per il messaggio delle Beatitudini predicate da Gesù. Il programma delle Beatitudini esige la conversione interiore degli evangelizzatori, senza la quale non sono possibili né la missione ad gentes, né l'attività pastorale, né il vero ecumenismo.
Parola del Papa
(*) "Il missionario è l'uomo delle Beatitudini. Gesù istruisce i Dodici prima di mandarli ad evangelizzare, indicando loro le vie della missione: povertà, mitezza, accettazione delle sofferenze e persecuzioni, desiderio di giustizia e di pace, carità, cioè proprio le Beatitudini, attuate nella vita apostolica (cf Mt 5,1-12). Vivendo le Beatitudini, il missionario sperimenta e dimostra concretamente che il Regno di Dio è già venuto ed egli lo ha accolto. La caratteristica di ogni vita missionaria autentica è la gioia interiore che viene dalla fede. In un mondo angosciato e oppresso da tanti problemi, che tende al pessimismo, l'annunciatore della buona novella deve essere una persona che ha trovato in Cristo la vera speranza".
Giovanni Paolo II
Enciclica Redemptoris Missio (1990), n. 91
Sui passi dei Missionari
- 3/2: Giornata per la Vita. Tema 2008 della CEI: "Servire la vita".
- 3/2: B. Maria Elena Stollenwerk (+1900), confondatrice a Steyl (assieme a S. Arnoldo Janssen) delle Missionarie Serve dello Spirito Santo.
- 4/2: S. Giovanni de Brito (1647-1693), missionario gesuita portoghese, operò molte conversioni e morì martire in India.
- 4/2: Nel 1794 ad Haiti fu approvata la prima legge che aboliva la schiavitù in America Latina/Caraibi.
- 6/2: Mercoledì delle Ceneri e inizio della quaresima. Da sempre la Chiesa invita a vivere le opere di digiuno, preghiera ed elemosina anche in dimensione missionaria.
- 6/2: S. Paolo Miki, sacerdote gesuita giapponese, e 25 compagni (gesuiti, francescani e laici), martirizzati-crocifissi a Nagasaki (Giappone) il 5.2.1597).
- 6/2: S. Matteo Correa Magallanes (1866-1927), sacerdote messicano, martirizzato perché si rifiutò di rivelare il segreto della confessione.
- 8/2: S. Giuseppina Bakhita, religiosa canossiana (Darfur-Sudan, 1869-1947 a Schio-Vicenza).
- 9/2: S. Michele Febres Cordero (1854-1910), ecuadoriano, dei Fratelli delle Scuole Cristiane.