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TESTO Confidate nel nome del Signore

don Marco Pratesi  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/02/2008)

Brano biblico: Sof 2,3; 3,12-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Due diversi testi del breve libro di Sofonia sono accostati nella prima lettura. Il primo fa parte della sezione che parla del "giorno del Signore" su Giuda, ed è una esortazione ai poveri (2,3). Il secondo è nell'ultima parte del libro, che si conclude con promesse di salvezza dopo la prova purificatrice (3,12-13).

Il tema unificante è la povertà fedele: dalla promessa del Signore di lasciare in Giuda un resto umile e povero, autenticamente giusto, scaturisce l'invito a coltivare la giustizia e l'umiltà, che sole consentiranno di superare la temibile prova rappresentata dal giudizio purificatore di Dio.

Colpisce in questo testo, che sentiamo affine alle beatitudini di Gesù, l'accostamento tra giustizia e povertà, che viene ad assumere qui chiari connotati spirituali (Matteo dirà "Beati i poveri in spirito"): i "poveri della terra" sono quelli che mettono in pratica le leggi di Dio. Tale resto "confiderà unicamente nel nome del Signore", che è pressoché l'esegesi di quello che significa "poveri in spirito".

Sofonia domanda un forte e preciso impegno in questa direzione, perché ogni altra speranza si rivelerà deludente e ogni altro appoggio ingannevole. L'unica vera risorsa del povero è il nome del Signore, il Signore stesso e nient'altro, senza altre sicurezze, nemmeno "religiose". È questo "ricercare il Signore", che si traduce nella ricerca dei suoi giudizi, della sua volontà. Perché grado massimo della povertà è la rinunzia ai propri voleri, alle proprie visuali, alla gestione autonoma di sé, per abbracciare cordialmente e lietamente la visione e la volontà di Dio.

Si noti infine: "forse potrete trovarvi al riparo nel giorno dell'ira del Signore". "Forse". Non si dà nuovamente una scappatoia per autodispensarsi dalla fiducia, non si dà una nuova garanzia, sia pure religiosa. Non si dà altro riparo che l'affidamento fiducioso al Signore, proprio a lui, al suo Nome; poiché "egli è scudo per chi in lui si rifugia" (Sal 18,31). Questa è l'umiltà, questa la povertà che salva.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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