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TESTO Convertitevi, perchè il Regno di Dio è vicino

padre Antonio Rungi

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/01/2008)

Vangelo: Mt 4,12-23 (forma breve: 4,12-17) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,12-23

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

Forma breve (Mt 4,12-17)

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Oggi celebriamo la terza domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico e nel commento della Parola di Dio seguiamo il nuovo lezionario approvato dalla Cei ed in uso già dalla prima domenica di Avvento. Partendo dal testo del Vangelo nella sua forma completa, oggetto di meditazione in questa domenica troviamo un forte appello da parte di Gesù Cristo stesso alla conversione. E' l'inizio del suo ministero pubblico e primo fondamentale atto che Gesù compie è quello di far prendere coscienza alla gente che lo segue della sua condizione di sofferenza spirituale ed interiore. Cafarnao è il villaggio scelto da Gesù per iniziare la sua opera di evangelizzazione e di coscientizzazione della dignità, ma anche della debolezza e fragilità umana. Il vangelo fa una descrizione circostanziata di questo luogo, non tanto per mettere in risalto il luogo, bensì l'inizio di un itinerario evangelico che ha il punto di partenza in Cafarnao ed il punto di arrivo in Gerusalemme.

I primi effetti di questa azione missionaria è la chiamata degli apostoli e dei primi suoi discepoli, ma anche la guarigione di quanti soffrivano nel corpo. I primi discepoli a seguire Gesù lasciando la loro attività di pescatori furono Simone, chiamato Pietro e suo fratello Andrea, ai quali si aggiungeranno subito dopo Giovanni e suo fratello, che si posero alla sequela di Cristo Maestro. Inizia a formarsi il gruppo di quanti saranno i più stretti collaboratori di Gesù nell'opera di evangelizzazione della Palestina. Gesù ci dice che predicava dovunque il Vangelo, anche nelle sinagoghe dei Giudei, e che parimenti operava segni prodigiosi, guarendo ogni sorta di malattia ed infermità. E' l'azione sanatrice del Figlio di Dio che si manifesta nelle circostanze più dolorose della vita di quanti egli incontra sul suo cammino di missionario dell'amore di Dio, ovvero lui stesso Amore del Padre e Amore e Misericordia da donare.

Il testo del Vangelo cita testualmente ed integralmente il brano della prima lettura di oggi, che è tratto dal profeta Isaia. Gesù è la luce che viene a diradare le tenebre del male e dell'errore e porta speranza nel cuore dell'uomo e della storia di ogni uomo e di tutta l'umanità, a partire da quella terra fisica che Lui stesso ha scelto per nascervi, svolgere la missione e portare a termine con la passione, morte, risurrezione ed ascensione.

Testi di apertura alla speranza e alla gioia che ci immettono nel grande mistero della missione di Cristo in questo mondo. Gesù è venuto a portare la vera gioia all'umanità, immersa nel dolore e nella sofferenza senza sbocchi e prospettive di redenzione. Questa gioia nasce dall'amicizia con Dio e con i fratelli, da una vita in comunione con gli altri e non in contrapposizione. Gesù Cristo, infatti, è venuto a portare la pace e l'unità tra tutto il genere umano, a partire proprio da coloro che si professano suoi discepoli ed accettano la sua dottrina ed il suo insegnamento. Da qui la giusta collocazione del testo della prima lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi in questa domenica che celebriamo all'indomani della conclusione dell'ottavario di preghiera per l'unità di tutti i cristiani e a pochi giorni dalla festa della Conversione dell'Apostolo delle Genti. Colui che ha detto chiaramente, dopo la sua sincera conversione a Dio, come stavano effettivamente le cose nelle comunità da lui stesse evangelizzate, come quella di Corinto.

In tema di conversione, come ci richiama il vangelo di oggi, va sottolineato, il primo grande e convinto convertito a Cristo è stato proprio l'Apostolo Paolo. Una conversione la sua che ha toccato in profondità il suo essere ed il suo agire. Le conseguenze di questa radicale trasformazione le conosciamo tutti. Egli fu il grande testimone dell'amore di Dio nella Roma imperiale fino a versare il sangue per Gesù morendo decapitato nel 67 d.C. Ecco, l'Apostolo Paolo è un grande esempio per tutti noi su come intendere la nostra personale conversione e cosa fare perché una volta che abbiamo accettato liberamente di seguire Cristo e di essere suoi discepoli lo diventiamo ogni giorno nella fedeltà totale alla sua parola, fino al punto estremo, se ce ne fosse bisogno, di testimoniare Cristo con il martirio. Non più divisioni, né attribuzioni di appartenenza a questo o a quello, ma solo a Cristo. Nel rivivere il nostro battesimo, riviviamo l'esperienza di appartenere a Cristo e solo a Lui. Egli infatti è morto sulla croce per noi, per riconciliarci con il Padre e fare dell'intera umanità una sola grande ed unita famiglia intorno a Cristo. Di questo messaggio di salvezza dobbiamo diventare apostoli ovunque il Signore ci chiamare a rendete testimonianza a Lui.

Chiediamo al Signore che ci dia la forza spirituale ed interiore necessaria per rispondere sempre meglio alla chiamata alla santità che parte da una vera e continua conversione del cuore e della mente di ciascuno di noi.

 

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