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TESTO Omelia per il 10 giugno 2001 - Santissima Trinità Anno C

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Santissima Trinità (Anno C) (10/06/2001)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 16,12-15

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

NESSO TRA LE LETTURE

Se mi è permesso parlare così, direi che i testi liturgici ci indirizzano verso la Operazione Trinità. Una operazione top secret nel cuore di Dio e che si va rivelando poco a poco, per esempio, sotto la personificazione della Sapienza (prima lettura). Gesù Cristo nel vangelo ci fa addentrare nell'Operazione Trinità rivelandoci l'interazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Infine, il testo della lettera ai Romani mostra le conseguenze dell'Operazione Trinità nella vita dei cristiani, per opera soprattutto dello Spirito.

MESSAGGIO DOTTRINALE

1. Dio SI rivela a noi. Nessuna intelligenza umana, perfino la più elevata e perfetta, può conoscere da sola il mistero della vita trinitaria. Nessuna filosofia può svelare per via speculativa che Dio è simultaneamente uno e trino. Nessuna religione può scorrere il velo del santuario in cui dimora la realtà stessa di Dio, Verità, Amore e Vita. Ciò che sappiamo del Dio vivo e vero ci viene per autorivelazione: "Piacque a Dio, con la sua bontà e sapienza, rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà" (Dei Verbum 2). Nella storia della salvezza, Dio si è rivelato innanzitutto come creatore e come provvidenza su tutte le sue creature (prima lettura). Il testo evangelico ci insegna che Gesù Cristo, in quanto Figlio di Dio, ci ha rivelato soprattutto la paternità divina. Lo Spirito Santo, da parte sua, ci porterà alla verità completa, cioè, ci farà comprendere e sperimentare meglio e in maggior profondità la realtà della vita trinitaria e le conseguenze di codesta realtà per la nostra vita in questo mondo: la pace con Dio Padre, lo stato di figli di Dio in cui ci troviamo per mezzo del battesimo, il possesso dell'amore di Dio, con il quale superare qualsiasi tribolazione e vivere nella speranza che non inganna. Dio non ci si rivela come un anziano solitario e giustiziere, ma come un Padre con una intensa vita familiare, suggellata tutta dalla Verità e dall'Amore.

2. Dio CI rivela e CI interpella. Rivelando se stesso nella sua vita più intima, Dio rivela all'uomo la sua più profonda identità e la sua occupazione più importante nell'esistenza storica. Per questo il mistero della Trinità non è, né può essere, indifferente al cristiano. Come ci dice il catechismo, il mistero trinitario è la luce che ci illumina (CCC 234). Illumina la nostra intelligenza della creazione, poiché il Padre ha creato l'universo e l'uomo con le sagge mani del Figlio e dello Spirito (prima lettura), e così ci rivela non soltanto la nostra condizione di creature, ma anche la nostra condizione contemplativa e quasi mistica. Illumina la nostra comprensione delle relazioni entro la famiglia divina (vangelo), e mediante esse ci rivela la nostra partecipazione in codesta vita divina e la nostra vocazione di riflesso della stessa. Ci rivela soprattutto la nostra condizione di uditori dello Spirito, ai quali lo Spirito della Verità comunica tutto ciò che ha udito nel seno del Padre e tutto ciò che ha ricevuto dal Verbo, fattosi carne. Ci rivela, per azione dello Spirito, la nostra condizione di uomini della speranza, di fronte agli uomini senza speranza, che sono i non credenti; una speranza solida, che non inganna (seconda lettura). Questa rivelazione che il Dio vivo e trinitario ci fa della nostra identità, ci interpella allo stesso tempo affinché la vita divina acquisisca formulazione ed espressione storica in ciascuno dei cristiani: l'unità della fede, l'amore come essenza del cristianesimo, la docilità alla presenza e all'azione dello Spirito Santo nelle nostre anime, il ruolo magisteriale dello Spirito della Verità divina, la molteplicità di espressioni culturali della stessa ed unica fede.

SUGGERIMENTI PASTORALI

1. Mistero di fede e di amore. Cioè, un mistero in cui non soltanto dobbiamo credere, ma che dobbiamo anche amare. Credo, crediamo in un unico Dio che ci dà la vita come Padre, che come Figlio ci chiama a vivere a fondo l'esperienza filiale di cui Egli ci rende partecipi, e che, in quanto Spirito, si definisce come scambio di amore tra il Padre e il Figlio, e ci insegna che nell'amore si trova l'essenza di Dio e di ogni creatura. Mi fido di questo Dio Vita, Comunione, Verità, Amore. Credo ed ho fiducia che nella appropriazione di questi grandi valori "divini" trovo la mia piena realizzazione umana e cristiana. Come cristiano, esprimo la mia fede amando la grandezza e la bellezza del Dio uno e trino. Con il mio amore a ciascuna delle persone divine, pretendo di sottolineare che il Dio trinitario non è un'astrazione, non è un mondo mentale bello e ben costruito, non è un gioco di concetti con i quali intrattenere la riflessione dei teologi, ma un Dio tripersonale, che amo come figlio, a cui obbedisco come creatura, che adoro perché è il mio Dio e Signore. Considero qualcosa di sommamente positivo e necessario che, fin dalla prima catechesi, si introducano i bambini in una relazione personale e adorante con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito. Per questa catechesi trinitaria può aiutarci una spiegazione elementare della Santa Messa, che comincia e termina nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. In essa, Gesù Cristo, Figlio di Dio, parla a noi uomini (ai bambini, e agli adulti) a partire dal Vangelo. In essa, tutte le orazioni e le suppliche nostre si rivolgono a Dio Padre, fonte di ogni dono e grazia. In essa è presente ed attivo lo Spirito Santo, in modo molto speciale nel momento della consacrazione, per far sì che il pane e il vino si trasformino nel corpo e nel sangue di Cristo, e per trasformare la nostra povera esistenza mediante il corpo di Cristo, che nella messa riceviamo. Se Dio è un mistero di amore, non sarà l'amore la migliore maniera di entrare per la porta del mistero?

2. La gloria della Trinità. La gloria della Trinità è che l'uomo viva, e, per mezzo di lui, tutta la creazione acquisisca senso e compia la sua finalità. Che vuol dire che l'uomo viva? Che sia ciò che deve essere. Che sia pienamente uomo, e, se è stato chiamato alla vocazione cristiana, che sia pienamente cristiano. Qui è il dramma della Trinità, che è, allo stesso modo, il dramma dell'uomo: Non poche volte la gloria della Trinità è resa opaca, ottenebrata dall'uomo. L'uomo non è ciò che è, quando si crede un demiurgo autonomo in luogo di una creatura dipendente, e manipola la vita e la creazione a suo piacimento. L'uomo non è ciò che è, quando dimentica di essere stato creato a immagine di Dio e pensa che la sua immagine più perfetta si trovi nel regno animale. L'uomo non è ciò che è, quando pensa che non è stato creato per amore e per amare, ma piuttosto che la sua realizzazione personale sia proporzionata alla misura del suo potere e del suo dominio sugli altri. L'uomo non è ciò che è, quando si crede padrone della vita, tanto da poterne fare ciò che vuole, invece di essere un recettore grato, che la amministra saggiamente per averla ricevuta da Dio stesso.

 

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