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TESTO Li sgridava severamente

Messa Meditazione  

Giovedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (24/01/2008)

Vangelo: Mc 3,7-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 3,7-12

7Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Lettura

Nella prima lettura, Gionata, figlio di Saul, intercede presso il padre in favore dell'amico Davide, che Saul stesso voleva uccidere. Nel vangelo, Gesù è circondato dalla folla che lo cerca per essere guarita.

Meditazione

Il vangelo di oggi va compreso alla luce dei testi che lo precedono: Gesù si è confrontato con le autorità religiose del suo tempo che hanno ordito disegni di morte nei suoi confronti. A questo punto, si allontana da loro e viene raggiunto dalla folla: la varia provenienza delle persone che seguono il Signore dimostra come l'eco delle sue gesta si sia ormai diffuso, testimoniando che colui sul quale è stata pronunciata una parola di morte è cercato, invece, come datore di vita. Attorno al Maestro si stringe una folla così numerosa da costringerlo a salire su una barca perché, avendo compiuto numerose guarigioni, la gente preme verso di lui per poterlo toccare, con il rischio, però, di schiacciarlo. Insieme alla reazione degli ammalati, Marco narra anche quella degli spiriti immondi che si gettano ai piedi di Gesù e riconoscono il suo essere Figlio di Dio. I peggiori nemici del Signore proclamano la sua vera identità, eppure Gesù impone loro il silenzio: perché? Tutto, in questo sommario, pone l'accento sul successo della missione del Signore e l'apice è raggiunto nella confessione dei demoni che riconoscono in quell'uomo il Figlio di Dio. Eppure, costringendoli al silenzio, Gesù sembra prendere le distanze da tutto questo successo, da tutto il clamore. Questo perché, per il Signore, c'è una sola realtà che permette di comprendere la sua identità: la croce. Il luogo che maggiormente esprime il fallimento della sua missione, diventa il luogo in cui Gesù può essere riconosciuto Figlio di Dio senza più alcun timore. Ormai non c'è più il rischio che le folle lo cerchino perché fa miracoli, perché sfama la gente o per farlo re: d'ora in poi chi si metterà alla sua sequela lo farà perché ha scoperto che in quel Crocifisso si è rivelata la potenza e la sapienza di Dio, che in lui si è manifestato l'amore del Padre per noi, che quel Crocifisso è davvero la via per giungere alla verità che dona la pienezza della vita.

Preghiera

«Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui» (1Gv 4,9): facendo memoria di ciò che Dio ha fatto per noi, innalzo a lui il mio rendimento di grazie.

Agire

Proverò a chiedermi cosa mi spinge ad andare dietro a Gesù, cosa cerco da lui.

Commento a cura di Marzia Blarasin

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