TESTO Una storia di luce
don Marco Pratesi Il grano e la zizzania
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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/01/2008)
Brano biblico: Is 8,23b-9,3

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
16Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Forma breve (Mt 4,12-17)
12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
16Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Il tema natalizio della luce continua a riecheggiare nella prima lettura oramai da tre domeniche. In effetti "la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno" (Epifania, annunzio del giorno della pasqua). L'anno liturgico disegna la "corsa del sole che percorre la via" (Sal 19,7) della nostra via e del nostro tempo, in modo che nulla si sottragga alla luce e al calore del Signore.
Isaia parla degli ebrei del nord, oppressi e deportati dal re di Assiria nella seconda metà dell'VIII secolo. Il paese di Zabulon e di Neftali, la Galilea, che in quel momento si trova in tenebra fitta, in situazione di asservimento, verrà illuminato da una luce grande.
Per annunziare la salvezza il profeta richiama un fatto della storia di Israele che aveva riguardato ancora quella zona: la vittoria di Gedeone sui Madianiti, avvenuta circa 400 anni prima, raccontata nel Libro dei Giudici (cap. 7).
Il Vangelo di Matteo racconta il momento in cui Gesù, dopo il battesimo al Giordano e la tentazione nel deserto, comincia il suo ministero pubblico. Egli si trasferisce da Nazaret a Cafarnao, cittadina posta sulle rive del Mare di Galilea, nella zona settentrionale di Israele. Citando Isaia, Matteo afferma che con la presenza di Gesù a Cafarnao, nella zona di Zabulon e Neftali, si realizza la profezia antica. La promessa di Dio cammina nel tempo, si realizza in forme diverse, trova la sua compiutezza in Cristo.
Il suo cammino non è concluso, manca un anello alla catena: l'oggi, il nostro presente, il momento in cui ascoltiamo questa Parola. Perché essa, dopo essersi realizzata ai tempi di Gedeone, di Isaia e di Gesù, e lungo tutta la storia della salvezza, attende di trovare nuova attuazione nella nostra vita. La salvezza, preparata e prefigurata prima di Gesù, dopo di lui richiamata e rivissuta, assume forme sempre nuove, al tempo stesso quelle di sempre.
La nostra vita non è isolata, sbattuta a caso qua e là nei meandri della storia. Essa è inserita in un cammino di salvezza. Ha un prima e un dopo, un passato e un futuro, un'origine e una meta, che superano i ristretti limiti della nostra esistenza temporale.
Con infinita creatività e incrollabile fedeltà a se stessa, la Parola creduta realizza la salvezza di Dio nell'oggi di ogni uomo. Ce lo ricorda, alla sera di ogni giorno, il cantico di Maria: "di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono" (Lc 1,50).
I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.