PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Un tempo promettente

don Maurizio Prandi

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/01/2008)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Quanto domenica scorsa abbiamo celebrato, la festa del Battesimo del Signore, ci ha introdotto nel Tempo Ordinario che abbiamo cominciato lunedì scorso. La prima riflessione che vi propongo allora riguarda proprio il tempo... tempo ordinario quindi, con la solita tentazione, almeno da parte mia, di dire: è un tempo minore, di secondo piano. Forse è sempre la stessa cosa che ripeto, ma all'inizio di un tempo così lungo e intenso è bene ricordarsi che non ci sono tempi privilegiati per l'ascolto della Parola di Dio o per rinvigorire la relazione con Lui... di più: non ci sono tempi nei quali possiamo permetterci di abbassare la guardia, come dire: ecco, è arrivato il tempo ordinario, finalmente posso "mollare un po'...".

Non possiamo e non dobbiamo fare della nostra vita cristiana un tempo a compartimenti stagni. Il tempo della vita cristiana, tutto il tempo della vita cristiana dovrebbe essere qualificato come straordinario: è un tempo di grazia, di abbondanza, e non di scarsità perché è un tempo pieno, non vuoto... tempo riempito da una Presenza, dalla presenza abituale e familiare del verbo di Dio fattosi carne in mezzo a noi. La parola che professa la fede annuncia una presenza che può essere indicata con il dito: Giovanni infatti vede Gesù che gli viene incontro e annuncia: ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! (mons. G. Angelini). Ricordo sempre con piacere quanto W. Kasper scrive nel suo libro Introduzione alla fede marcando la differenza che c'è in greco per indicare il tempo, che può essere kronos, ovvero il tempo che scorre, che passa, i secondi che si succedono... oppure kairos, cioè un tempo favorevole, un tempo abitato, un tempo che contiene una promessa per la vita di ognuno.

C'è una seconda cosa che mi colpisce, ed è la figura di Giovanni il battista... mi colpisce come lui sia uno che grida nel deserto, inviti a preparare la strada, predichi un battesimo di penitenza per la conversione, urli agli scribi e ai farisei: Razza di vipere! Certamente lo si può avvertire anche come un "bacchettone", ma indubbiamente è un uomo che esiste in riferimento a Gesù e da Gesù riceve la sua missione e la sua identità. Vive il carcere, vive la testimonianza fino al dono della vita... è capace, come nel caso odierno, di annunciare una presenza viva, concreta, tanto concreta da poter essere indicata con un dito. Per fare questo, mi pare sia necessario rispondere ad almeno due condizioni per quello che riguarda la vita interiore. La prima è la consapevolezza della propria piccolezza: mi piace che Giovanni Battista quando si presenta faccia un po' il vuoto e dica: guardate che io tutto sommato non sono proprio nessuno... sono soltanto una voce: Non sono il Messia, non sono Elia, non sono il profeta ha appena detto proprio nel vangelo di Giovanni a sacerdoti e leviti. Mi pare che qui ci sia anche un invito forte a togliersi di dosso tante precomprensioni su Dio che poi di fatto ci impediscono di riconoscerlo nella semplicità in cui si rivela a noi: se i criteri per riconoscere il Messia sono quelli della grandezza, della forza, delle parole gridate... ecco che per noi sarà ben difficile ricono scerlo. Mi pare bello anche questo: Giovanni non usa le attese delle persone a suo tornaconto... non usa a suo tornaconto neppure un indubbio fascino che esercita sugli altri... sarebbe stato certamente facile per lui dire: si sono io! Lo avrebbero portato in trionfo! Ebbene per Giovanni ciò che conta è Gesù e la sua persona, ciò che conta è che ogni uomo e ogni donna possa guardare a lui. Il bene, l'unico bene della nostra vita è Gesù, per questo a lui siamo indirizzati e a lui dobbiamo indirizzare i nostri fratelli e le nostre sorelle. E' sostanzialmente questa la differenza tra Giovanni il battista e un "battitore libero"... quella di Giovanni è una vita vissuta in riferimento a Qualcuno; il battitore libero (passatemi questa espressione) vive in riferimento a se stesso, conta soltanto lui, contano soltanto le sue idee, contano soltanto le sue intuizioni e ciò che ruota intorno a lui poi non è certamente una comunità quanto un "piccolo principato di Seborga". Lo dice Giovanni: Colui che mi ha inviato a battezzare mi disse... è un uomo in ascolto il battista, in ascolto di altro da se, in ascolto della Parola di Dio, parola che lo rende capace di vedere (lo spirito scendere su Gesù) e di testimoniare.

A conferma di quanto detto riporto quanto don Daniele Simonazzi scrive sul verbo testimoniare: "Testimonianza, testimoniare" sono i termini che definiscono la missione di Giovanni il Battista: egli non è la luce, ma solo un testimone della luce; non è in lui che si deve credere, ma attraverso di lui; non è il Cristo, ma solo una voce che invita a preparargli la strada; battezza, ma solo perché attraverso il suo Battesimo sia rivelato colui che sta in mezzo a Israele come non conosciuto. Si può dire che inizia qui quel grande processo che attraversa tutto il Vangelo di Giovanni e che deve stabilire l'identità di Gesù; verranno addotti numerosi testimoni a suo favore: il Padre, Mosè e le Scritture, le opere dì Gesù stesso. Di questi testimoni Giovanni è il primo. Non solo... anche la nostra chiesa di Chiavari ci invita a fare nostro l'atteggiamento di Giovanni... al termine di due anni di lavoro sulla parrocchia, di questa ne vengono tracciati i tratti principali; una comunità profondamente rivolta e unita alla vita di Gesù Cristo... che pone al centro l'ascolto della Parola di Dio e l'Eucaristia celebrata nel giorno del Signore, che testimonia con passione missionaria la presenz a del Risorto nel mondo e in particolare negli ambienti di vita dell'uomo di oggi... (Quale volto per la parrocchia nella nostra Diocesi? Documento conclusivo del convegno Diocesano).

Che il Signore ci renda capaci di ascoltare e dall'ascolto nasca anche la possibilità di riconoscere come lo Spirito si posa su di noi, sulla nostra vita, perché questa trovi la sua pace, una dimora stabile dove abitare.

 

Ricerca avanzata  (54025 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: