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TESTO Agnello di Dio, abbi pietà di noi!

don Roberto Rossi  

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/01/2008)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Giovanni il Battista, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" Sono le stesse parole che il Sacerdote ripete poco prima della comunione, elevando l'Eucaristia. Quale il significato di queste parole?.

Giovanni, l'evangelista, che riporta questa frase nel suo Vangelo, era tra coloro che simpatizzavano per il Battista e sicuramente si sarà trovato vicino a lui mentre pronunciava queste Parole. Saranno state difficili da comprendere anche per Giovanni l'evangelista? Lui, in realtà, aveva un po' di pratica con l'Antico Testamento che prefigurava il Messia proprio con il simbolo dell'Agnello:

* L'Agnello che veniva consumato nella Pasqua Ebraica, senza macchia, il cui sangue liberò il popolo dalla schiavitù dell'Egitto.

* L'Agnello condotto al macello, di cui parla il profeta Isaia e che avrebbe caricato su di sè tutti i peccati.

"L'agnello di Dio è uno dei simboli maggiori della presentazione di Cristo da parte dell'evangelista Giovanni. Ne parla anche nell'Apocalisse (cf. Ap 5,6, Ap 5,12 ecc.). Fonde in una sola realtà l'immagine del «servo» di Isaia 53, (di cui parla la prima lettura) che porta il peccato degli uomini e si offre come «agnello di espiazione» (Lv 14), e il rito dell'agnello pasquale (Es 12,1+; cf. Gv 19,36), simbolo della redenzione di Israele (cf. At 8,31-35, 1Cor 5,7, 1Pt 1,18-20). (cfr nota della Bibbia di Gerusalemme)

L'evangelista, mettendo quel grido all'inizio del suo Vangelo, anticipa e preannuncia il destino finale di Gesù; mette già tutti sotto la Croce. Il sangue di questo nuovo Agnello, Gesù Cristo, sarà versato in remissione di tutti i peccati, non più offrendo un sacrificio o un olocausto tutti gli anni, come avveniva nella Legge Antica, ma offrendo se stesso in sacrificio, una volta per sempre. Questo lo dice anche S. Paolo nella lettera agli Ebrei: "Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso." (Eb 9,24-26)

Perché allora se Gesù ha annullato il peccato una volta per tutte, mediante il sacrificio di sè stesso, esiste nel mondo ancora tanto male? Perché nel mondo esiste ancora tanto dolore innocente? Dice Origene, un Padre della Chiesa: "Egli non è né colui che lo toglierà, ma non lo ha tolto ancora, né colui che lo ha tolto e non lo toglie più, bensì colui che continua a toglierlo in ciascuno di coloro che sono nel mondo fino a che il peccato non sia soppresso dal mondo intero e il Salvatore rimetta al Padre suo un regno pronto (cf. 1Cor 15,24) per essere governato da lui, perché non vi si trova più il minimo peccato, ed a ricevere, in tutti i suoi elementi, tutti i doni di Dio, quando sarà compiuta questa parola: "Dio sarà in tutto in tutti" (1Cor 15,28).

Gesù non ha smesso il suo titolo e le sue sembianze di Agnello neppure con la sua morte. Egli era stato atteso, nell'Antico Testamento, come l'agnello immacolato che doveva venire; ora, dopo la sua risurrezione, egli attende l'umanità come «l'Agnello seduto sul trono». L'attende e l'accompagna dall'alto fino a che non siano riuniti intorno al suo trono tutti i redenti dal suo sangue. Così lo stesso Giovanni ci rappresenta il Signore nell'Apocalisse come l'Agnello «trafitto e in piedi», cioè morto e risorto, che attende la sposa per le nozze eterne: «Beati coloro che sono invitati alle nozze dell'Agnello», coloro, cioè, che andranno a ricongiungersi con il Signore nei cieli nuovi; beati, perché là sarà asciugata ogni lacrima, non ci sarà più morte, né dolore, né pianto (Apocalisse).

Il sacrificio che Gesù ha compiuto, il suo essere Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, vale per sempre e per tutti. Gesù ha veramente annullato il peccato del mondo, ma non poteva toglierci la libertà e noi ancora oggi abbiamo la libertà di negare l'amore: ecco le guerre, la fame, l'ingiustizia... Perché il sacrificio di Gesù sia veramente in tutti ciascuno deve dire il suo "Eccomi", dinanzi all'Agnello di Dio. Riconoscersi, cioè, peccatori, bisognosi del suo sacrificio.

La parola di Dio ci offre, oggi, una sintesi della nostra fede. Le promesse e le profezie antiche fedelmente realizzate in Gesù, vero Agnello di Dio, divengono garanzia che anche la parte non ancora compiuta delle sue promesse si compirà infallibilmente.

Ma è anche una dimostrazione di vita, qualcosa cioè che sollecita la nostra volontà e la nostra mentalità. Gesù è l'Agnello di Dio che toglie i peccati. Egli salva cioè i peccatori. Per essere salvati da lui bisogna, dunque, riconoscersi e sentirsi peccatori, come diciamo all'inizio della messa.

L'Eucaristia che ora celebriamo raccoglie in unità tutto quanto abbiamo meditato. Essa rende presente tra noi l'agnello liberatore dell'Esodo, l'agnello redentore di Isaia «trafitto per i nostri peccati», l'Agnello che un giorno Giovanni Battista additò alle folle, l'Agnello della Croce e l'Agnello sul trono che ci attende. Rende presente e vivo tutto ciò per noi. Ecco perché, al momento di ricevere l'Eucaristia, anche oggi diremo con fede e con adesione fiduciosa: «Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo», "Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, dona a noi la pace".

 

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