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TESTO Ti sono rimessi i tuoi peccati

Messa Meditazione  

Venerdì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (18/01/2008)

Vangelo: Mc 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 2,1-12

Dopo alcuni giorni Gesù 1entrò di nuovo a Cafàrnao. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.

3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».

6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Lettura

Nella prima lettura, gli anziani del popolo vanno da Samuele e gli chiedono di stabilire per loro un re, per essere come gli altri popoli. In questo modo, però, rinunciano al loro unico re, il Signore. Nel vangelo, Gesù si attribuisce l'autorità divina di perdonare i peccati scatenando la reazione degli scribi.

Meditazione

La descrizione che Marco fa ci permette di immaginare la scena. La casa, probabilmente quella di Pietro, la gente che si affolla e Gesù che annunzia la Parola. L'arrivo dei quattro uomini che portano una barella con un paralitico. Basta uno sguardo e subito capiscono che c'è solo una possibilità: salgono sul tetto, vi fanno un'apertura e calano la barella in modo che il paralitico giunga davanti a Gesù. Ed ecco la reazione del Signore: vede la fede di queste quattro persone, fede in Dio, ma in quanto presente e attivo nella sua persona, e dice: «Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati». Il Signore sa che quel malato, come ogni uomo, vive in una situazione di peccato, eppure non lo rimprovera, ma lo chiama "figlio": quel peccato da lui svelato è già perdonato. Se l'evangelista non si preoccupa di riportare la reazione del paralitico e dei suoi amici, si sofferma, invece, su quella degli scribi. Anche questa volta, Gesù rivela di poter leggere nel profondo del cuore umano: è lui a svelare i loro pensieri. Essi sanno che solo Dio può perdonare i peccati e accusano Gesù di bestemmia, perché si è attribuito una prerogativa divina. Ed è in questo contesto di controversia con gli scribi che il Signore compie il miracolo. La guarigione ha lo scopo di rivelare che Gesù è veramente il Figlio dell'uomo che ha il potere di rimettere i peccati, di ricondurre gli uomini alla piena comunione con Dio. La guarigione diventa il segno visibile del perdono donato a quell'uomo e dell'autorità di Gesù. Ancora una volta, il vangelo ci invita a riscoprire la "passione" che spinge il Signore ad agire: ricondurre gli uomini al Padre, ridonare loro una vita piena ed abbondante riconciliandoli con Dio, datore di vita.

Preghiera

«Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati» (Mc 2,5): ripeto queste parole del Signore in modo che penetrino nel mio cuore e chiedo la grazia di credere che veramente, in Cristo, ogni mio peccato è perdonato, mi è donata una vita nuova.

Agire

In questi giorni, cercherò di celebrare il sacramento della riconciliazione.

Commento a cura di Marzia Blarasin

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