TESTO Ecco colui che toglie il peccato

Lettura

Il vangelo presenta il Battista mentre offre la sua testimonianza su Gesù: egli è l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. In lui si compie la profezia di Isaia che presenta il servo del Signore chiamato a portare la salvezza fino ai confini della terra. Nella seconda lettura, san Paolo ci ricorda che, santificati da Cristo, siamo chiamati ad essere santi.

Meditazione

Nel quarto vangelo, il Battista è presentato come colui che rende testimonianza a Cristo. In questo modo, ci viene ricordata l'importanza della testimonianza nella vita della comunità cristiana: si giunge a Gesù, perché qualcuno testimonia di averlo incontrato nella sua vita, perché qualcuno ne rivela il volto. Il Battista definisce Gesù quale agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo. È questo il cuore della sua missione: togliere ciò che allontana dall'amore del Padre donando agli uomini la possibilità di godere nuovamente della comunione con Dio. In questo modo, Gesù porta a compimento la missione di cui, secondo la prima lettura, è stato investito il servo del Signore: ricondurre il popolo a Dio, farlo vivere in comunione con lui. Questa missione, però, non è rivolta solo a Israele, ma raggiunge tutti i confini della terra, perché la volontà salvifica di Dio non conosce limiti. Per poter godere di questa salvezza, però, è necessario riconoscere il proprio peccato, il nostro essere lontani da Dio: la conversione è ciò che permette di accogliere la testimonianza su Gesù e il dono che lui vuole offrirci. Riconoscere il proprio peccato significa, anche, riscoprire la propria identità più profonda, il nostro essere "stati santificati in Cristo Gesù". Non solo il peccato ci allontana dal Padre, ma anche dal nostro vero essere, dalla nostra chiamata. Così san Paolo, nella seconda lettura, ci ricorda che siamo «stati santificati in Cristo Gesù» e che, per questo, siamo «chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo». Vivere da santi per testimoniare nella vita concreta il nostro essere santificati da Cristo, vivere da uomini riconciliati per testimoniare che Cristo ci ha ridonato la comunione con il Padre: questo è ciò a cui ciascuno di noi è chiamato.

Preghiera:

«Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. [...] tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,1.4): facendo mie le parole di Isaia, chiedo al Signore la grazia di non dimenticare la mia vera identità, il mio appartenere solo a lui.

Agire:

Individuo una dimensione della mia vita in cui non riesco a testimoniare il mio essere stato santificato da Cristo e, se possibile, compio un gesto che riveli la mia vera identità.

Commento a cura di Marzia Blarasin

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