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TESTO "Ecco l'Agnello...": un annuncio carico di missione

padre Romeo Ballan  

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II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/01/2008)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Riflessioni

Continua l'epifania, la manifestazione di Gesù. Dopo la stella dei magi e il battesimo al Giordano, è ancora Giovanni Battista a segnalare con insistenza Gesù come l'Agnello di Dio (Vangelo). Giovanni è andato crescendo nella sua conoscenza di Gesù: dapprima non lo conosceva (v. 31.33), o lo conosceva probabilmente solo come suo parente. Ora lo proclama Agnello di Dio, (v. 29), ripieno di Spirito, anzi colui che battezza nello Spirito Santo(v. 33), Figlio di Dio (v. 34). Giovanni Battista lo dichiara presente: "Ecco l'agnello di Dio...", colui che carica su di sé e, in questo modo, toglie il peccato del mondo (v. 29). Non si tratta qui di meccanismi giuridici esteriori come il condono, la sanatoria, l'indulto o l'amnistia, ma dell'immissione nel cuore delle persone di un dinamismo nuovo, lo Spirito Santo (v. 33), la forza dell'amore, unica energia vincente su ogni male umano. Proprio perché solo l'amore trasforma e risana il cuore.

Il secondo canto del Servo di Iahvè (I lettura) contiene una prefigurazione tematica del Battesimo di Gesù. È Lui il vero 'talya' (termine aramaico usato da Giovanni Battista per indicare agnello e servo): è l'agnello pasquale, immolato, che toglie, caricandoli su di sé, i peccati del mondo intero; è il servo, chiamato fin dal seno materno (v. 5), che diventa luce delle nazioni, con una missione universale di salvezza che supera i confini nazionali per arrivare fino all'estremità della terra (cf v. 6; Lc 2,30-32; Atti 13,47). Il salmo responsoriale canta la disponibilità di Gesù – e della Chiesa evangelizzatrice - ad assumere questa missione senza confini: "Ecco, io vengo...!"

L'espressione "Agnello di Dio", usata dal Battista, è pregna di evocazioni bibliche e di applicazioni missionarie. Evoca, anzitutto, l'agnello pasquale, il cui sangue fu segno di salvezza dallo sterminio nella notte dell'esodo dall'Egitto (Es 12,23); evoca, inoltre, l'immagine del Servo sofferente e silenzioso, che portava il peccato della moltitudine (cf Is 53,12); infine, l'espressione del Battista rimanda al sacrificio di Abramo, nel quale Isacco fu risparmiato e Dio stesso provvide all'agnello per il sacrificio (Gn 22,7-8): non l'unigenito figlio di Abramo, ma l'unigenito Figlio di Dio stesso. È possibile che Giovanni Battista, educato forse alla scuola degli Esseni di Qumran, avesse questa ampia comprensione della espressione 'agnello di Dio". La avevano anche, sia pure in diversa misura, tanti pii israeliti, fra i quali, certamente, Maria, Giovanni evangelista...

La progressiva scoperta e identificazione con Gesù fanno di Giovanni Battista un modello per la Chiesa missionaria e, in essa, per ogni evangelizzatore ed evangelizzatrice: Giovanni crede in Gesù, lo riverisce, lo annuncia presente, ne dà testimonianza fino al sangue. La Chiesa continua a additare Gesù con le parole di Giovanni; lo fa nell'Eucaristia-comunione: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati...", e nell'annuncio e servizio propri della missione. Il messaggio missionario della Chiesa sarà tanto più efficace e credibile quanto più sarà –come nel Battista- frutto di libertà, austerità, coraggio, profezia, espressione di una Chiesa serva del Regno. Solo così, come per Giovanni Battista, la parola del missionario sarà all'origine di nuovi discepoli di Gesù (cf Gv 1,35-37).

Tale è stata anche la vocazione missionaria di Paolo, apostolo innamorato di Gesù Cristo: lo nomina ben 4 volte nei 3 versetti della II lettura. Il suo ampio saluto a tutti i santificati (battezzati) corrisponde bene alla Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani (18-25 gennaio), che quest'anno ha come tema: "Pregate continuamente" (1Ts 5,17). L'Ecumenismo e la Missione costituiscono un binomio vitale e irrinunciabile per la Chiesa di Gesù. (*) Anche il tempo liturgico detto ordinario, nel quale siamo entrati, è sempre un tempo forte e specifico per la missione, perché questa è la natura stessa della Chiesa: la missione non è riservata ad alcune circostanze, feste o raccolte di fondi, ma è coestensiva della vita della Chiesa e ne fermenta tutte le attività. (**)


Parola del Papa

(*) "La divisione dei cristiani porta grave danno alla santa causa della predicazione del Vangelo a tutti gli uomini e chiude a molti l'accesso alla fede... Tutti i battezzati sono chiamati a radunarsi in un solo gregge e a rendere, così uniti, testimonianza a Cristo, loro Signore, di fronte alle genti".

Decreto conciliare Ad Gentes, 6

(**) "Le Chiese locali inseriscano l'animazione missionaria come elemento-cardine della loro pastorale ordinaria nelle parrocchie, nelle associazioni e nei gruppi, specie giovanili".
Giovanni Paolo II
Enciclica Redemptoris Missio (1990) n. 83


Sui passi dei Missionari

- 18-25/1: Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. L'unità della Chiesa è finalizzata alla missione: "siano una cosa sola, perché il mondo creda" (Gv 17,21). – Tema per il 2008: "Pregate continuamente" (1Ts 5,17).

- 20/1: B. Cipriano Michele Iwene Tansi (1903-1964), sacerdote Diocesano di Onitsha (Nigeria) e poi monaco trappista, iniziatore di tale vita contemplativa per l'Africa.

- 20/1: Ricordo di P. Alessandro Valignano (1539-1606), missionario in Asia e superiore provinciale dei Gesuiti in Estremo Oriente (India, Cina, Giappone...), morto a Macao.

- 22/1: S. Vincenzo Pallotti (1795-1850), fondatore dei Pallottini/e, promotore delle missioni e dell'apostolato dei laici, chiamato da Pio XI "Precursore dell'Azione Cattolica".

- 22/1: B. Laura Vicuña, nata in Cile e morta in Argentina all'età di 13 anni (+1904). Offrí la sua vita per la conversione della mamma.

- 23/1: S. Ildefonso, vescovo di Toledo (607-667), scrittore sacro; con l'impulso alla liturgia e alla devozione mariana, diede solidità alla Chiesa in Spagna.

- 23/1: B. Marianne Cope (1838-1918), religiosa francescana tedesca, emigrò in USA e fu missionaria per decine d'anni fra i lebbrosi delle isole Hawai e a Molokai.

- 24/1: S. Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa, vero pastore di anime, scrittore, grande evangelizzatore e fondatore. È il patrono dei giornalisti.

- 25/1: Conversione di S. Paolo, apostolo dei gentili. Sulla strada di Damasco è nato non solo un cristiano ma il più grande missionario della storia.

- 26/1: SS. Timoteo e Tito, collaboratori di S. Paolo, vescovi, rispettivamente, di Efeso e di Creta.

 

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