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TESTO Commento su Matteo 1,18-24

don Daniele Muraro  

IV Domenica di Avvento (Anno A) (23/12/2007)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Quindici giorni fa', era l'Immacolata Concezione, il Vangelo della Messa riportava il colloquio fra un messaggero celeste e una vergine di nome Maria. A lei, sposa di un uomo discendente del Re Davide, l'angelo a nome di Dio portava l'annuncio che presto sarebbe diventata la Madre del Salvatore per opera di Spirito santo.

Nel Vangelo di questa quarta e ultima Domenica di Avvento san Matteo ci fa conoscere un'altra visita angelica, questa volta a san Giuseppe.

A differenza dell'Annunciazione di tre mesi prima, si tratta di un'apparizione in sogno, finché Giuseppe dorme. Aveva il sonno agitato Giuseppe in quei giorni, perché gli era capitata una cosa di cui non riusciva a capacitarsi. Di ritorno a Nazaret dopo i tre mesi passati ad Ebron in casa dei parenti Zaccaria ed Elisabetta, Maria era incinta. Si vedeva che aspettava un bambino e lui, Giuseppe, sicuramente non ne era il padre.

Maria aveva detto all'angelo che non conosceva uomo e quello era davvero il suo proposito fin dal momento del matrimonio. Giuseppe le aveva dato fiducia condividendo la sua rinuncia in vista del compimento delle promesse divine.

Già da bambina Maria aveva constatato con dolore nella società umana l'assenza dell'amicizia con Dio; superare questo stato di estraneità fra Dio e l'uomo era la sua preoccupazione principale. Per ciò che la riguardava lei era ben contenta di rinunciare alla maternità in vista dell'arrivo del promesso Salvatore. Ne aveva parlato con Giuseppe ed entrambi furono d'accordo: Dio avrebbe apprezzato il loro proposito.

Come si vede bene dalla sorpresa piena di timore all'annuncio dell'angelo Maria non si aspettava di essere lei la prescelta dall'eternità per generare al mondo il Messia, anche se poi di fronte alla rivelazione della volontà di Dio ella accetta in uno slancio di fede e di ubbidienza.

Alla stessa maniera san Giuseppe ignorava lo sviluppo preciso del disegno divino: lui era un artigiano, abile, onesto e stimato nel suo mestiere, ma non un dotto né un benestatante pur essendo discendente del Re Davide. Egli si riteneva anche troppo fortunato ad avere ottenuto la mano di Maria che amava premurosamente e di cui fin da subito aveva condiviso la delicata sensibilità religiosa.

Giuseppe sapeva che esistono i diritti di Dio e che questi hanno la precedenza su ogni progetto umano, per quanto corretto e apprezzabile in vista di una sistemazione terrena. A lui bastava di desiderare il bene per tutti.

Di fronte alla maternità di Maria Giuseppe però non riesce a darsi una ragione di una novità tanto inaspettata e grave. Di fronte all'unica spiegazione umanamente possibile, egli si rifugia nella virtù che lo aveva sempre sostenuto: la sua personale giustizia.

Come reagire alla novità che aveva il sapore amaro della disillusione senza recare danno? Nei suoi propositi tenuti rigorosamente riservati Giuseppe valutava la maniera di staccarsi da Maria, ma senza una denuncia pubblica, piuttosto in maniera segreta.

Egli riteneva Maria non a torto la migliore di tutte le donne e si meravigliava del suo cambiamento, ma ancora più si sentiva colpito nella sua onorabilità. Quei pochi giorni intercorsi fra il rientro a Nazaret di Maria e la visione dell'angelo furono per san Giuseppe il tempo del suo martirio, i suoi giorni di angoscia prima della gioia di essere ammesso alla familiarità con il figlio di Dio fatto uomo.

Scelto da Dio in quanto discendente di Davide per essere il padre putativo di Gesù, in quanto discendente di Adamo Giuseppe dovette prepararsi ad assumere quell'incarico così unico attraverso un lavorìo di purificazione degli affetti umani e di apertura degli orizzonti spirituali.

Non si può intendere il tormento interiore di san Giuseppe se non si immagina il contemporaneo silenzio di Maria sulla sua nuova condizione di madre. Lei non dice nulla, consapevole che la sua reticenza avrebbe sicuramente alimentato i sospetti del suo sposo, ma se non parla è perché ormai lei in quanto serva del Signore ha affidato il proseguo della sua esistenza totalmente nelle mani di Dio.

Dio attraverso il suo Spirito la stava rendendo madre e sempre attraverso il suo Spirito Dio l'avrebbe giustificata. Maria non si affanna a rappezzare con discorsi umani la rottura di ogni schema terreno che solo Dio avrebbe potuto adeguatamente spiegare e far accettare. E infatti Giuseppe coinvolto anche lui seppure in tono minore dalla Rivelazione di Dio, dopo le parole dell'angelo supera tutte le resistenze ed ubbidisce, prendendo con sé la sua sposa e dando inizio alla santa famiglia.

Fin dall'inizio la Tradizione della Chiesa è pneumatica, cioè viene dallo Spirito santo. Giuseppe e Maria sono ormai concordi sulle vicende che li riguardano, ma non perché si siano messi d'accordo tra loro per dare una versione di comodo dei fatti, bensì per opera dello stesso Spirito santo. Essi si trovano a condividere la missione di far entrare nel mondo e di far accettare consorzio umano il Figlio di Dio fatto uomo.

Da sempre lo Spirito santo tiene assieme le realtà più lontane: il Verbo di Dio eterno come il Padre si fa uomo nel grembo di una Vergine madre per opera dello Spirito santo, e sotto l'impulso dello stesso Spirito Giuseppe e Maria formano una comunità di amore e di fede al servizio dell'incarnazione del Figlio di Dio.

Lo Spirito che nei tempi antichi aveva parlato per bocca dei profeti, ora ispira anche san Giuseppe e gli fa comprendere la corrispondenza fra gli annunci del passato e gli avvenimenti del presente.

Non c'è nessuna vera novità nella Chiesa che sia suscitata se non per opera dello Spirito santo.

Dobbiamo attribuire a questa continua irruzione dello Spirito santo nella storia, ciò che rende la Chiesa sempre giovane e feconda di molteplici doni soprannaturali. "La fede della Chiesa per opera dello Spirito di Dio ringiovanisce sempre e lo stesso Spirito fa ringiovanire anche il vaso che la contiene... Dove è la Chiesa, lì è lo Spirito di Dio; e dove è lo Spirito di Dio, lì è la Chiesa e ogni grazia".

È lo Spirito santo che ci ha dato Gesù nella storia come uomo, nato bambino, ed è lo stesso Spirito santo che ci darà la gioia dopodomani di celebrare nella fede il suo Natale come nostro Salvatore.

 

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