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TESTO Commento su Luca 2,1-14

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Natale del Signore - Messa della Notte (25/12/2007)

Vangelo: Lc 2,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,1-14

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

L'evangelista Luca, come un regista cinematografico, fa una zoomata: dalla panoramica su "tutta la terra", restringe l'obiettivo sul Medio Oriente (Siria), poi sulla Palestina (Galilea e Giudea), infine su Betlemme, raccogliendo fra migliaia di volti i tratti di un uomo e di una donna, Giuseppe e Maria, quasi a condensare la Storia universale nella loro piccola storia familiare. Si intuisce il disagio di questi giovani sposi a causa del viaggio e della mancanza di intimità in cui si trovano. La nascita del bambino avviene nella precarietà: c'era tanta di quella gente in quella "stanza" che Maria dovette adagiare il Bimbo nella mangiatoia degli animali.

All'affannoso movimento di folla si contrappone la statica veglia dei pastori, all'editto imperiale fatto risuonare per tutta la terra risponde il canto degli angeli in cielo, alla confusione di lingue presenti a Betlemme fa da contrasto la silenziosa notte della campagna. Siamo lontani forse solo qualche chilometro dalla piccola borgata di Giudea, molte miglia invece dalla grande Roma... siamo in un altro mondo, quello di chi – letteralmente – non conta nulla. I pastori erano senza fissa dimora, non godevano del diritto di testimonianza, spesso assimilati ai ladri. Eppure, proprio i pastori sono i primi testimoni e annunciatori del mistero della salvezza.

I pastori "furono presi da grande spavento", perché l'uomo davanti a Dio si scopre piccolo e nudo. La "buona notizia" è il "non abbiate paura" perché Dio si è fatto vicino. La grande gioia annunciata ai pastori "è per tutto il popolo". La gioia è "grande", proporzionata alla paura che l'ha preceduta. "Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia". Dio dà dei "segni" all'uomo – così il segno di Caino, il segno del sangue sulle case ebree, l'arcobaleno, la circoncisione – come prova della sua presenza salvifica in mezzo al popolo. Gesù è il segno per eccellenza eppure del tutto familiare (la mangiatoia), a sottolineare che il Messia è proprio il loro re, un re-pastore. Gesù è segno eloquente solo per chi ha fede. E' lo stesso principio delle parabole: comprende chi crede. Un segno debole. I pastori credono e vedono, divenendo così testimoni oculari e a loro volta "angeli", annunciatori del mistero. "Maria da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore". Maria, icona dell'attenzione, è la terra fertile che accoglie e custodisce il seme della Parola.

 

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