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TESTO Commento su Luca 1,5-25

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

19 Dicembre (19/12/2007)

Vangelo: Lc 1,5-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

L'Angelo gli disse: Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli di Israele al Signore loro Dio.

Come vivere questa Parola?

Il vangelo odierno parla dell'intervento di Dio contro una situazione di tristezza grande: l'impossibilità ad avere figli perché Elisabetta è anziana ormai e per di più sterile. Sterile è pure la moglie di Manoach a cui un angelo annuncia che avrà un figlio a cui sarà messo il nome di Sansone. Entrambi questi figli compiono cose grandi nel nome di Dio. Davvero "nulla è impossibile a Dio", come dirà l'Arcangelo Gabriele a Maria! Ed è un tratto di sapienza pedagogica da parte della Chiesa proporci questa lettura nell'approssimarsi del Natale. È un farci prendere consapevolezza che Dio è il Signore dell'impossibile e dell'imprevedibile, perché il suo agire è in funzione della nostra liberazione.

È questa la nostra fede da cui nasce la speranza, virtù tipica dell'Avvento e così urgente nei tempi che viviamo. Il vangelo, continuando a parlare di Zaccaria, dice poi della sua incredulità. Non si apre subito al grande progetto di Dio, di cui lui - come padre di Giovanni Battista - è strumento. E diventa muto. Perché solo chi crede e spera nel Signore è in grado di proclamare le meraviglie del Signore e di gioirne pienamente.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascio dilatare il cuore dallo stupore: Com'è grande il tuo progetto, Signore! E quanto vale la pena di radicarci in esso con forte speranza, a dispetto di tutte le tenebre del nostro oggi socioculturale che proprio tu solo puoi sconfiggere.

Parole di un anonimo
"Ciò che abbiamo visto e udito".

E' dall'esperienza viva e concreta che nasce una vera capacità di annuncio.
E che l'annuncio diviene credibile.
La Chiesa non è altro che il nome di quell'esperienza.
Ma è opera Sua, e non nostra.

 

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