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TESTO Un segno per credere

don Marco Pratesi  

IV Domenica di Avvento (Anno A) (23/12/2007)

Brano biblico: Is 7,10-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,18-24

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Siamo verso l'anno 734 a. C., il re di Giuda, Acaz, si vede minacciato dai vicini re di Siria e Israele, con i quali ha rifiutato di allearsi contro l'incombente Assiria. Di fronte a questo pericolo, ritiene che il partito migliore sia chiedere aiuto agli stessi assiri. Isaia gli annunzia la Parola di Dio: non bisogna cercare alcun aiuto umano, fidarsi solo di Dio, che libererà il re da ogni minaccia. Messaggio impegnativo, perché richiede una fede senza appoggi umani. Tanto impegnativo che Acaz esita, anzi tira diritto per la sua strada: è meglio cercare l'alleanza (che, data la sproporzione dei contraenti, sarà piuttosto una sudditanza) con il potente impero assiro. Per aiutarlo a credere, Isaia gli offre un segno da parte di Dio, di qualunque tipo Acaz voglia. Si tratta di qualcosa che non è necessariamente un miracolo (cf. 8,18; 20,3; 37,30; ma vedi anche 38,7-8), che comunque sia richiamo concreto e garanzia visibile di qualcos'altro che invece non è ancora verificabile, in quanto futuro. In questo caso il segno servirà a garantire che i due re che Acaz teme tanto saranno spazzati via in pochi anni (cf. 7,4-7).

Acaz rifiuta, dando una risposta a prima vista ineccepibile. Tuttavia, la reazione di Isaia svela le sue vere motivazioni: il re non vuole affatto rimettere in discussione la sua linea, e perciò non vuole alcun segno.

A questo punto, Dio stesso, di sua iniziativa, darà un segno. Si tratta di una giovane che concepirà e partorirà un figlio, che rappresenterà la vicinanza e la protezione di Dio. Di chi si tratta? Deve trattarsi di una donna conosciuta dal re, il quale in caso contrario non beneficerebbe in lei di alcun segno. Probabilmente si tratta della giovane moglie di Acaz: la nascita dell'erede sarebbe stato il segno della continuità della casa di Davide e il pegno della protezione divina.

È un messaggio per noi, sempre paurosi di fronte alle varie potenze ostili che ci minacciano, sempre in cerca di aiuto sì da Dio, ma ancor più dai mezzi umani. Ansiosi e affannati per la nostra vita, assediati dalla paura dell'insuccesso e della morte, come Acaz almanacchiamo alla ricerca di soluzioni che ci fanno affondare ancor più nella melma (come poi è effettivamente successo ad Acaz, che non ha seguito l'esortazione del profeta).

Il Signore si offre di stare al nostro fianco, in questa lotta che da soli possiamo solo perdere; ma per aiutarci gli occorre la nostra fiducia. Gliene diamo troppo poca, e allora lui - umiltà di Dio! - ci offre dei segni della sua vicinanza. Segni piccoli e grandi, nel cielo o negli inferi, per aiutarci a credere che egli è effettivamente con noi, per noi, dalla nostra parte.

Segno grande e decisivo è ultimamente il Figlio della Vergine, anticipato e prefigurato nel segno del figlio dato ad Acaz, nel quale ogni promessa di Dio si è adempiuta (cf. 2Cor 1,20): un Dio fattosi talmente solidale con noi da prendere per amore la nostra stessa carne.

Rileggiamo adesso l'orazione: "Scegliendo il grembo purissimo della Vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della vita", Dio ci ha dato il segno che svela "la gratuità e la potenza del suo amore": accogliamolo "con l'ascolto della sua parola, nell'obbedienza della fede" per sperimentare la salvezza di Dio e vedere la sua gloria: "Ecco, viene il Signore, re della gloria!" (salmo responsoriale).

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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